Polistena, par condicio: l’Agcom contro il Comune L'Autorità ha emesso un'ordinanza contro l'amministrazione. Il sindaco Tripodi respinge la contestazione
di Giuseppe Campisi
Polistena – L’Autorità per le Garanzie nelle Comunicazioni ha prodotto una ordinanza contro l’Amministrazione Comunale di Polistena per avere svolto attività di comunicazione a favore del NO nelle recenti consultazioni referendarie dello scorso 4 dicembre attraverso le pagine ufficiali Facebook e Twitter e quella istituzionale intestate al Comune. E’ quanto emerge dalla delibera dell’Autorità n. 616/16/CONS con la quale, nella riunione dello scorso 6 dicembre, ha assunto l’atto deliberativo.
Il provvedimento, scaturito dall’esposto di un utente, Gabriele Prudente, giovane studente universitario in giurisprudenza, ha ritenuto violato l’art. 9 della legge 28/2000 che disciplina i programmi e le modalità di informazione e di comunicazione politica, sia durante il periodo non elettorale che elettorale, meglio nota come la norma della Par Condicio, in quanto sia sulle pagine social che, in richiamo, su quella istituzionale del Comune di Polistena sarebbero apparse tematiche di propaganda in contrasto, peraltro, con la sentenza n. 502/2000 della Corte Costituzionale che chiarisce il divieto, sempre secondo la Par Condicio, alle amministrazioni pubbliche di svolgere attività di comunicazione durante la campagna elettorale “finalizzato – scrive la Consulta e riporta l’Autorità Garante – ad evitare il rischio che le stesse possano fornire, attraverso modalità e contenuti informativi non neutrali sulla portata dei quesiti, una rappresentazione suggestiva, a fini elettorali, dell’amministrazione e dei suoi organi titolari”.
Il referendum costituzionale ha avuto gli esiti noti: No al 59,11%, Sì al 40,89% a livello nazionale mentre a Polistena, dove ha votato il 57% degli aventi diritto, il successo del NO ha raggiunto quasi il 70% mentre in precedenza il consiglio comunale polistenese aveva approvato a maggioranza il 18/03/2016 una delibera con la quale si era inteso aderire al “Comitato per la difesa della Costituzione in vista del referendum” chiaramente schierato per il NO. L’Autorità ha così ordinato al Comune di Polistena “di pubblicare sulla home page del proprio sito istituzionale, entro tre giorni dalla notifica dell’atto, e per una durata di quindici giorni un messaggio recante l’indicazione di non rispondenza a quanto previsto dall’art. 9 della legge 22 febbraio 2000 n. 28, della comunicazione istituzionale avente ad oggetto i messaggi relativi alla scelta del NO in vista del referendum costituzionale del 4 dicembre 2016 pubblicata sulle pagine ufficiali dell’ente sui social network Facebook e Twitter” con espresso richiamo all’ordinanza formulata e con il dovere di darne prova alla stessa AGCOM.
Dal canto suo il sindaco Michele Tripodi nella memoria difensiva trasmessa all’organo garante aveva escluso che il Comune avesse mai utilizzato una pagina Facebook ed anche di aver violato la legge 28/2000 “in quanto non è mai stata svolta alcuna attività di comunicazione da parte del Comune per come indicato nella legge stessa”. In ogni caso, secondo la normativa richiamata, il Comune rischiava una sanzione pecuniaria da 10 a 258 mila euro avendo comunque facoltà di ricorrere contro il provvedimento presso il Tar del Lazio entro 60 giorni dalla notifica.