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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 24 NOVEMBRE 2024

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Polistena, partita la Prima Marcia Nazionale degli Amministratori sotto tiro La manifestazione, organizzata da Avviso Pubblico, mira a sensibilizzare sulle minacce dirette al cuore delle istituzioni. Presentato il rapporto 2015 di Avviso Pubblico

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di Giuseppe Campisi

Polistena – Neanche la pioggia arrivata copiosa ed improvvisa sopra piazzetta 21 Marzo – in memoria di tutte le vittime di mafia e scelta non casuale quale termine del corteo – è riuscita a distogliere l’attenzione mediatica su una giornata intensa vissuta a Polistena nel segno della vicinanza agli amministratori locali. La prima “Marcia nazionale degli amministratori sotto tiro” ha visto la presenza di circa 200 sindaci, cittadini associazioni non solo del comprensorio che hanno sfilato silenziosamente con la propria dignità lanciando un appello a quello Stato, troppe volte sembrato assente o distante, affinché manifesti la propria vicinanza a chi il territorio lo vive e lo governa davvero quotidianamente ma soprattutto a chi da quel territorio ha ricevuto in cambio minacce e violenze. Il governo nazionale con la presidente Rosy Bindi ed il vice ministro Filippo Bubbico, il governo regionale con i presidenti Nicola Irto e Mario Oliverio, le associazioni come Libera con don Luigi Ciotti, le associazioni sindacali e le numerose fasce tricolori schierate in massa per le vie cittadine sono stati la cornice dentro la quale rivendicare una presenza rumorosa quanto indispensabile a presidio della legalità sul territorio. Organizzata in collaborazione con Avviso Pubblico e coordinata dal giornalista Michele Albanese, la marcia partita dalla evocativa piazza Peppe Valarioti, altro giovane martire della criminalità organizzata, ha avuto il suo epilogo nel cuore del paese trasferendosi poi, causa pioggia intensa, presso l’auditorium comunale dove si sono completati i lavori. In apertura è stato il sindaco di Casal di Principe a leggere il messaggio con i saluti del presidente del Senato che si è detto particolarmente «vicino e solidale alle vittime della mafia ed ai loro familiari» ricordando che «il governo locale rappresenta il vero volto della democrazia», seguito da un veloce promemoria delle numerose associazioni che hanno preso parte all’evento. Il sindaco della città Michele Tripodi, anche nelle vesti di padrone di casa, ha voluto ricordare la vocazione antimafia di Polistena «città di tante battaglie e lotte contro la mafia» e l’impegno diretto dell’amministrazione comunale nel contrasto contro la criminalità organizzata. «Questa è la marcia di tutti – ha sottolineato Tripodi – perché la lotta alla mafia è la lotta di tutti» riferendo delle difficili condizioni nelle quali sono costretti ad operare i sindaci per via delle tante restrizioni e delle scelte, come quella contestata di riformare la costituzione, imposte dal governo centrale. Il presidente Nicola Irto, dal canto suo, ha chiarito come «quasi ogni settimana siamo costretti a porgere solidarietà ai nostri amministratori locali» rafforzando però il messaggio secondo cui «gli amministratori non sono soli, specie nelle realtà di frontiera» e concludendo con un pensiero rivolto alla «gigantesca questione immigrazione vicina a noi» ed un altro, di solidarietà, speso in favore dei lavoratori del porto di Gioia Tauro. Il presidente della giunta, Mario Oliverio, ha puntato tutto sull’unità degli amministratori locali quale «condizione essenziale per l’affermazione della legalità» affermando la necessità della creazione di una rete anche grazie all’impegno di “Avviso Pubblico” «da estendere e moltiplicare, perché sconfiggere la criminalità organizzata – ha detto – è condizione per lo sviluppo» e per farlo occorre «individuare e colpire i responsabili ma anche rafforzare i presidi di legalità e la presenza dello Stato nei territori, perché questa è la vera battaglia di libertà». Il presidente di Avviso Pubblico e sindaco di Grugliasco, Roberto Montà, ha indicato nei cittadini i veri testimoni della marcia in favore degli amministratori locali ricordando i «numeri intollerabili per un paese civile» (470 atti intimidatori nel solo 2015, come sintesi del resoconto pubblicato nel pomeriggio a Marina di Gioiosa, ndr) che sono alla base del rapporto dell’ente. «Oggi – ha ripreso ancora Montà – ha sfilato una parte del paese che resiste e costruisce» non trascurando di citare il valore della democrazia e della partecipazione attiva dei cittadini alla cosa pubblica per lanciare, infine, il suo monito: «è la politica – ha riferito sempre Montà – che deve selezionare la classe dirigente e non farsela selezionare dalla magistratura». Di alta levatura morale l’incisivo intervento di don Luigi Ciotti: «Più che solidarietà oggi agli amministratori dovremmo esprimere corresponsabilità» ha detto il presule che ha imperniato il suo discorso sul valore del servizio prezioso degli amministratori intesi come «ministri del bene comune, cinghia di trasmissione della politica, anelli di congiunzione e dorsali della legalità». Amministratori che spesso sono oggetto «di richieste di ogni tipo e pressioni che possono diventare minacce ed intimidazioni. Con le mafie che non moriranno mai se non si prende coscienza che deve cambiare la politica». Condivisione delle responsabilità, rigetto dell’idolatria della legalità servono per avvalorare «il coraggio della democrazia e della politica intesa come servizio e non come strumento di potere» ha ripreso ancora don Ciotti che poi ha invitato gli amministratori «a lasciare una traccia nel tempo e a dire no ai malati di potere ed alla mafia delle parole». Quindi la presidente della commissione parlamentare antimafia, Rosy Bindi che ha spronato tutti a fare la propria parte. «Dobbiamo rompere questa alternativa di essere sotto ricatto o sotto intimidazione delle mafie» ha tuonato la parlamentare, rivendicando per gli amministratori il diritto a fare bene senza pressioni e proponendo loro un patto: «Il patto di spronare lo Stato a fare il proprio dovere da una parte senza però, dall’altra, mai avere giustificazioni nei confronti della ‘ndrangheta». In chiusura il vice ministro Filippo Bubbico, che ha voluto anche ricordare «che le reti di fiducia – come quella offerta da Avviso Pubblico sostenendo i sindaci della parti più remote del paese – sono fondamentali» facendo, quindi, leva sul buon lavoro svolto dalla commissione parlamentare che presto dovrebbe sfociare in un apposito disegno di legge per tutelare «un tessuto sociale che ancora resiste e per aiutare i sindaci a cambiare le cose» perché quello che serve ha chiosato Bubbico «è un lavoro di risanamento sociale e civile – che passa – attraverso l’ordinaria attenzione al rispetto delle regole».

Venerdì 24 giugno, subito dopo la Marcia degli Amministratori sotto tiro che ha coinvolto centinaia di persone tra amministratori locali provenienti da tutta Italia, cittadini, rappresentanti dei sindacati (Cgil, Cisl, Uil) e delle associazioni, si è svolta presso l’Auditorium di Gioiosa Jonica, la presentazione del Rapporto “Amministratori sotto tiro” con tutti i dati sulle intimidazioni e minacce rivolte agli amministratori locali relativi all’anno 2015.

Si tratta di dati molto preoccupanti. Il numero delle minacce ad amministratori locali e funzionari pubblici nel 2015 è sensibilmente aumentato rispetto al passato, confermando un fenomeno radicato, seppur in maniera non uniforme, su gran parte del territorio italiano. Sono infatti 479 gli atti di intimidazione e minaccia rivolti ad amministratori locali e funzionari pubblici censiti da Avviso Pubblico per l’anno 2015. Una media di 40 intimidazioni al mese. Una minaccia ogni 18 ore. Rispetto al 2014, quando furono 361, si registra un preoccupante incremento del 33%.

Roberto Montà, Presidente di Avviso Pubblico, ha commentato così il dato: “La situazione descritta dal Rapporto testimonia la fragilità della democrazia a livello locale. Sono i cittadini i primi a doversene preoccupare. La Marcia di Polistena rappresenta un’alleanza tra soggetti del Paese che vogliono costruire, oltre che resistere. Senza questa alleanza il Rapporto diventerà ogni anno più denso e gli amministratori onesti scapperanno”.

A seguire il Sindaco di Gioiosa Ionica, Salvatore Fuda, ha affermato: “Sentiamo la necessità di un forte intervento governativo dal punto di vista economico, insostegno ai Comuni di questo territorio, per garantire i servizi minimi. La criminalità altrimenti sarà sempre un passo avanti”.

Gianluca Callipo, Sindaco di Pizzo e coordinatore nazionale ANCI Giovani, ha sottolineato: “Una giornata come quella di oggi rappresenta molto per il Paese e, soprattutto, per la Calabria. Chi colpisce un amministratore locale colpisce il livello istituzionale più vicino ai cittadini”.

Arturo Bova, Presidente della Commissione antindrangheta della Regione Calabria, ha aggiunto: “Avviso Pubblico ha fatto emergere un pezzo di Calabria che di solito non emerge. Questa è una terra sotto tiro anche perché sempre più sindaci riescono a infastidire la bestia chiamata ‘ndrangheta”.

A seguire Salvatore Mafrici, Vicepresidente di Avviso Pubblico e referente per la provincia di Reggio Calabria, ha dichiarato: “La Marcia deve rappresentare una svolta, giornate di questo tipo devono diventare la regola. Esportiamo questo modello di Calabria”.

Il dibattito si è concluso con l’intervento di Maria Antonietta Sacco, Coordinatrice regionale di Avviso Pubblico: “Se non decidiamo, tutti, di combattere la sfida di superare la marginalità di questa terra, accadrà quello che ha
ipotizzato il Presidente Montà e perderemo la democrazia”.