La fiumara necessita di un intervento mirato agli argini. Nell’alluvione del 2008 causò la morte di una persona
di DANILO LORIA
Polistena, preoccupazione per il torrente Vacale
La fiumara necessita di un intervento mirato agli argini. Nell’alluvione del 2008 causò la morte di una persona
di Danilo Loria
POLISTENA (RC) – Continuano le inchieste di Approdonews sul dissesto idrogeologico del terriotorio della Piana di Gioia Tauro: dopo il torrente Sciarapotamo di Cinquefrondi, il Budello di Gioia Tauro, il Mesima di Rosarno e la collinetta “Cavallica” di Cittanova è la volta della fiumara Vacale. Ogni qualvolta vi sono abbondanti pioggie nel territorio polistenese, la maggior parte dei danni si registra nei pressi del torrente Vacale, che ad ogni piena spaventa i residenti della zona per i danni che potrebbe arrecare.
Circa tre settimane fa, nell’ondata di maltempo che ha flagellato il territorio pianigiano, a subire i danni è stata contrada Petrulli dove è stata sistemata la passerella d’attraversamento sul torrente, aperta al transito il 28 maggio 2011. Qui i blocchi di cemento costeggianti la passerella a protezione dei veicoli che l’attraversano, sono stati letteralmente divelti dalla piena del torrente. In un tratto un pezzo di asfalto è letteralmente crollato, facendo cadere sul letto del fiume uno di quei grossi blocchi in cemento, provocando la rottura dell’argine sinistro. C’è da segnalare inoltre che, il disagio è anche causato dalla mancanza del ponte sullo stesso torrente Vacale, crollato nel dicembre del 2008 e ancor oggi in attesa di essere ultimato, dopo tre anni di continui rinvi, appelli e promesse. Proprio nell’alluvione del 2008 avvenne una tragedia: un cittadino di Polistena, Vincenzo Valerioti di 55 anni, ha sacrificato la propria vita in un atto di eroismo. Valerioti è morto per aiutare e soccorrere un automobile rimasta bloccata su una strada che costeggia la fiumara polistenese. Dopo aver salvato le due persone che erano all’interno della macchina, l’uomo è precipitato in una voragine apertasi nell’asfalto. Il suo corpo, privo di vita è stato ritrovato pochi giorni dopo. “Il Vacale oggi rappresenta un illustre sconosciuto, non più culla di civiltà, di vegetazione, di piante acquatiche ma un torrente che, vede ridotte ai minimi termini le sue funzioni di vita e di fonte di energia e di economia, oggi è reso fogna e ricettacolo degli “escrementi” di una società in trasformazione che punta sempre più a saccheggiare il letto per aumentare l’estrazione di sabbia e di ghiaia, poco preoccupandosi di renderlo inabilitato per passeggiate romantiche o gite ecologiche”, dice Giovanni Russo, esperto di musica e storia polistenese. Nella parte a valle e nei tratti più vicini alle aree urbane, il Vacale (che ha origine nei territori di S. Giorgio e che confluisce nel Metramo, a sua volta affluente del Mesima) è diventato una ingombrante presenza per il cumulo di detriti, per i numerosi topi che rovistano un po’ dovunque tra le discariche abusive. A quando il rilancio culturale e la decongestione dai rifiuti e la riscoperta delle nostre fiumare?
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