Polistena, prima uscita pubblica Comitato conurbazione Impegno a medio termine per un referendum-day sull'approvazione del progetto. Alla base l'idea di creare un interlocutore istituzionale unico con lo scopo di migliorare i servizi e la qualità della vita dei cittadini residenti
di Giuseppe Campisi
Polistena – Muove i primi passi il comitato civico pro-conurbazione per “Una città nuova” formato dai 22 soci promotori dei cinque comuni interessati (Cinquefrondi, Polistena, Anoia, Melicucco e San Giorgio Morgeto) che oggi ha tenuto a battesimo la sua prima uscita pubblica ufficiale con una convention illustrativa del progetto in cantiere presso l’Itis “Milano” di Polistena. Il presidente Letterio De Domenico non nasconde la propria soddisfazione per un passaggio dal sapore storico. “La nostra idea – ha esordito De Domenico che è anche referente dell’associazione Amici del Lupo – è quella di arrivare nei prossimi due, tre anni ad un referendum-day che sancisca nel contesto dei cinque comuni aderenti la volontà popolare a favore o contro l’iniziativa.
Il nostro compito istituzionale è quello di dare ai cittadini informazioni più chiare possibili sui benefici dell’unione e di far presente che questo comitato è un organismo apertissimo a chiunque abbia voglia di farne parte”. Cinque comuni, 94 km² di territorio potenziale da gestire, la seconda area urbana più popolosa dopo la città di Reggio Calabria per creare un interlocutore unico non solo in vista della città metropolitana ma anche quale ente sovraordinato che intrattenga rapporti con le istituzioni regionali, nazionali ed europee.
“La nostra idea ha preso spunto da un dato di fatto – ha proseguito De Domenico – e cioè l’evidenza che vuole i comuni interessati già di fatto conurbati, in maniera naturale e quasi invisibile. Peraltro non siamo i primi a muovere questa idea che avvalora la prospettiva del controsenso a mantenere in vita piccole realtà comunali.
Noi crediamo utile formulare la proposta ai cittadini chiamando questi ultimi ad esprimersi con il voto, a favore o meno”. Una conurbazione che creerebbe una macroarea di quasi trentamila abitanti che per il momento resta senza un nome atteso che anche sul battesimo per l’apposizione del nome si dovranno esprimere, ancora una volta, i cittadini residenti.
Un comitato attivo anche sul fronte del coinvolgimento delle persone, con un suo statuto sociale (redatto dal legale Enrico Albanese Marvasi, peraltro vice presidente dello stesso organismo promotore) che tiene a valorizzare l’idea di territorio in una plaga strategica della Piana di Gioia non solo sotto il profilo meramente connesso a superfici o confini ma soprattutto legando ad un destino comune il quotidiano vivere delle popolazioni residenti.
“Veda, i comuni si stanno spopolando – chiarisce Aldo Polisena, che del comitato è il tesoriere – e questa iniziativa non è altro che la conclusione di una idea di Raffaele Manferoce (ex sindaco socialista di Cinquefrondi negli anni ’80 e ’90, e presidente onorario del Comitato, ndr) da sempre sensibile alle problematiche di questo territorio.
Un progetto partito da settembre 2015 con una serie di incontri e riunioni tra soggetti della società civile e non solo che è sfociato nella costituzione di comitato promotore spontaneo, nella creazione di un sito web (www.unanuovacitta.it [1]) per la diffusione del messaggio partecipativo e quale centro di elaborazione, discussione e confronto di idee per la nuova città tenendo conto del passato, del presente e del futuro dei nostri piccoli comuni anche e soprattutto nel solco della legge Del Rio del 2015 che incentiva le unioni e fusioni dei comuni, specie di quelli tra i 3mila e 10mila abitanti”.
Una proposta sposata, sotto questo profilo, anche da Mimmo Gullace, già funzionario comunale e tra gli aderenti all’iniziativa: “Si tratta di una idea meravigliosa che affonda le radici a più di 20 anni fa, promossa con la legge 142 del 1990, che oggi favorisce una prospettiva di migliore e più armoniosa gestione del territorio e sulla quale siamo già in netto ritardo.
Ciò che potrebbe accadere è solo una ricaduta positiva in termini di redistribuzione della gestione amministrativa e di riequilibrio della spesa pubblica anche se il vero problema, per qualcuno, sarà il mantenimento del gonfalone. Ma io credo che sia un ostacolo che si possa agevolmente superare”.
L’organigramma del comitato, oltre ai soci promotori, prevede una serie di consiglieri, cinque per l’esattezza, in rappresentanza dei comuni interessati: Angelo Sciotto per Anoia, Giuseppe Misiani per Melicucco, Francesco Oliva per San Giorgio Morgeto, Salvatore Auddino per Polistena e Mimmo Cannizzaro per Cinquefrondi. Ed oltre il già citato Manferoce, un altro presidente onorario, Franco Mileto.
“Si tratta di un processo tra i più completi e necessari per i nostri territori – ha sottolineato appunto Mileto – ed è particolarmente significativo che nasca dal basso, come laboratorio della coscienza e conoscenza da parte dei cittadini. Una rivoluzione culturale prima ancora che amministrativa. Mi auguro che la sinergia di tutte le risorse culturali che stanno animando questo comitato possa servire come humus fertile per la crescita delle comunità e per fornire quelle risposte che mancano ai cittadini con particolare riferimento al mondo dei giovani, perché questo è nient’altro che lo strumento per sottrarci al pericolo dell’insularità che finora ci ha visti lontani dai centri di potere, culturali e produttivi.
Era necessario rompere il cerchio per far prevalere la volontà di sopravvivenza di queste comunità. E, di più, offrire una sorta di nuova resistenza ad un percorso che, diversamente, può condurre all’oblio”.