Polistena, ritorna l’assegno di sopravvivenza Guarda il servizio
A Polistena ritorna l’assegno di sopravvivenza. L’amministrazione comunale (con delibera n. 49 del 14 aprile 2015) ha stabilito l’importo dell’assegno in base al numero delle domande ammissibili, circa 70, da erogare nelle prossime mensilità con decorrenza a partire dal gennaio 2015. Tale iniziativa che è giunta ormai al terzo anno consecutivo è stata possibile grazie ai risparmi sugli stipendi di sindaco e assessori accumulati nel quinquennio.
Un tesoretto di 270 mila euro restituito in tre anni ai cittadini più bisognosi, sotto forma di assegno sociale “di sopravvivenza”. Nel 2013 per sei mesi, nel 2014, per tutto l’anno, così come nell’anno 2015, dove confermeremo lo stanziamento di 120 mila euro in bilancio destinato all’assegno di sopravvivenza. Il fondo consentirà agli aventi diritto di poter beneficiare di un assegno di 147,05 euro al mese (1.764,60 euro in un anno) che contribuirà ad alleggerire il disagio sociale ed economico dei nuclei familiari inoccupati di Polistena.
Non appena sarà pubblicata la graduatoria, si procederà ad erogare le mensilità agli aventi diritto che percepiranno l’assegno con cadenza mensile fino a dicembre. “La città di Polistena, grazie all’operato della nostra amministrazione – si legge nella nota ufficiale diramata dal sindaco Michele Tripodi – continua ad distinguersi rispetto a molti altri comuni, specie per le iniziative assunte nei servizi sociali. La provocazione, che dal 2013 in avanti è partita da Polistena con l’assegno di sopravvivenza, non è stata però colta da chi ha governato ed oggi governa il Paese, ancora troppo sordo rispetto alle esigenze sociali, e non in grado di creare strumenti alternativi per dare un senso alla vita delle persone in difficoltà, come il reddito di cittadinanza o il salario minimo garantito”.
“Lo sforzo dell’amministrazione comunale con l’assegno di sopravvivenza- conclude il comunicato – rimane quello di voler continuare a tendere una mano ai meno abbienti e bisognosi recuperando sul territorio quel solco tra istituzioni e cittadini, scavato da chi oggi siede in Parlamento.