Polistena, Russo sui 450 anni storia domenicana Si tratta dell'ultima opera dello storico polistenese. Le vicende del convento, la chiesa e della confraternita del Rosario illustrate in un prezioso volume dalle origini ai giorni nostri
di Giuseppe Campisi
Polistena (RC) – «Un tassello importante di storia per la nostra identità». Così il dirigente dell’Itis Conte Milano e moderatore dell’evento Franco Mileto introducendo l’ultimo lavoro dello storico e studioso Giovanni Russo intitolato “I Domenicani a Polistena” nella presentazione avvenuta presso la significativa location della chiesa della Trinità permettendo di riscoprire alla città un pezzo importante di memoria non solo religiosa ma politica e sociale perlustrato su di un arco temporale che parte dalla seconda metà del 1500 ad oggi. In apertura i saluti di don Pino Demasi e dell’archeologa Margherita Milanesio hanno avvalorato la cinghia di trasmissione della memoria, chiarendo il presule che «senza conoscere il passato, nessuno può conoscere il presente e guardare al futuro» e la delegata Fai parlando della Calabria come «patrimonio a cui aggrapparsi per tenere viva la nostra memoria». Dunque, un lavoro intenso e corposo «perché la storia non è un sapere indifferenziato – ha sottolineato nella sua densa relazione sul volume don Letterio Festa, Direttore dell’Archivio storico diocesano e componente la Deputazione di Storia Patria per la Calabria – ma ricerca ed investigazione». E di ricerca ed investigazione non si è risparmiato l’autore che – focalizzandosi su un filone lungo 450 anni – ha voluto pazientemente ricostruire tracce e vicende dominicane partendo dall’insediamento in città proprio presso la sede della chiesa della Trinità tra il 1568 (secondo De Lellis) ed il 1577 (secondo Russo). Tre macro capitoli, ben 427 pagine, 2260 personaggi, 693 note storiografiche sono solo alcuni dati che racchiudono la sintesi della cifra culturale di un tomo che condensa oltre cinque secoli di una fetta importante della storia cittadina, rispolverata tra archivi e tabelle, la quale, tra alterne fortune, si è snodata lungo un percorso ricchissimo di fede, architettura, vicende personali dei protagonisti, del territorio e coinvolgimento popolare. «La storia locale come scrigno importante per custodire le proprie radici, la microstoria come sapere rigoroso schiacciato sulle fonti. Questo lavoro che racconta la storia di una comunità tra virtù e vizi, luci ed ombre, si proietta verso una dimensione generativa come patrimonio culturale da trasmettere alle generazioni future» ha proseguito Mileto tracciando l’interasse per il successivo intervento della professoressa Marilisa Morrone, presidente del Circolo di Studi Storici Le Calabrie e componente la Deputazione di Storia Patria per la Calabria, che ha risaltato l’evidenza fattuale dell’opera di Russo attraverso una dettagliata cronistoria di alcuni accadimenti salienti l’insediamento dominicano a Polistena – avvenuto in sordina e non senza contrasto tra ordini monastici, nda – dapprima come vicariato e successivamente come stanziamento conventuale vero e proprio per una storia che ancora oggi continua nelle fattezze dello straordinario manufatto – eretto post terremoto del 1783, sulla sagoma dell’antico tempio dedicato a San Giuseppe – della chiesa del Rosario divenuta riferimento parrocchiale “solo” nel 1961. Russo, oltre ai ringraziamenti di rito, accennando al suo consistente lavoro frutto di anni di ricerca e studio ha voluto anticipare l’imminente stampa di un ulteriore importante lavoro di ricerca storica su Drosi di prossima uscita, mentre a margine della partecipata presentazione è stato possibile ammirare le tavole, gli elaborati progettuali con annessa didascalia descrittiva foto-tecnico-storiografica ed il plastico della ricostruzione tecnico-architettonica dell’attuale chiesa dominicana del Rosario curate per l’occasione dalla brillante studentessa di ingegneria Ilaria Tripodi.