Polistena, Tac dell’ospedale continuamente rotta La denuncia del Sindacato Unitario Lavoratori
La TAC, in un ospedale di riferimento come quello di Polistena, è uno strumento dei servizi pubblici essenziale e deve essere efficiente 24 ore su 24. Serve come il pane per fare diagnosi tempestive e procedere alle cure dei pazienti. In questa terra di Calabria, dopo tante lotte, nel 2007 è stata installata questa apparecchiatura e solo dopo tre anni si è concluso il concorso e la presa di sevizio di un primario con un bagaglio professionale di tutto rispetto. Da allora si lavora a pieno ritmo, addirittura facendo le scarpe a tutte le altre strutture presenti sull’intero territorio provinciale. Gli accessi alla TAC di Polistena superano i 51.000 e negli ultimi sei anni sono state eseguite 72.000 prestazioni. Moltissimi sono stati gli encomi rivolti al primario, sia per la qualità delle prestazioni, sia per la puntualità degli esami e non ultimo l’abbattimento delle liste di attesa. Ma tutto questo svanirà se la vecchia TAC non verrà sostituita con una nuova e di nuova generazione.
Nell’anno in corso è la quarta volta che si guasta questa importantissima apparecchiatura medicale, necessaria per salvare vite umane in emergenza, effettuare i controlli dei ricoverati nei reparti chirurgici e medici presenti nell’ospedale di riferimento dell’intera piana di Gioia Tauro e non ultimo, per sottoporre a controlli obbligatori gli ammalati gravi delle U.O. Complesse di Rianimazione, Cardiologia e Unità di Terapia Intensiva Cardiologica. Non è pensabile mettere a rischio la vita di questi cittadini che non possono e non devono essere trasferiti per un controllo urgente, tra l’altro, con ulteriori danni per le casse dell’ASP.
Nessun ospedale dell’intera nazione spreme queste attrezzature nella stessa misura di come accade all’Ospedale di Polistena. Tutt’altro, a fronte di un profilo qualitativo e quantitativo così alto, tutti provvedono per tempo all’innovamento tecnologico per essere al passo con i tempi, nell’interesse dell’ammalato e delle economie aziendali.
Siamo purtroppo in una regione dove la sanità impegna il 70% dell’intero bilancio, in un’Azienda Sanitaria con un disavanzo da capogiro, una gestione delle ASP cangiante ad ogni piè sospinto, si continua a remare contro non riuscendo a dare il giusto valore nemmeno a quei livelli minimi essenziali di assistenza, posti alla base del Diritto alla Salute.
Non è più sopportabile né sostenibile un si fatto servizio sanitario provinciale. Necessitano nuove, buone, giovani competenze, in grado di rifondare questa sanità, partendo dalla classe dirigente inesistente (sono vacanti i posti di lavoro di numerosi Direttori di Strutture Complesse e altre si svoteranno con i pensionamenti dei prossimi mesi), altrimenti, sia la politica regionale, sia la gestione commissariale per il piano di rientro, dovranno prendere atto del loro fallimento e lasciare la parola ai calabresi onesti, in grado di realizzare quel tanto invocato “bene comune”.
L’auspico, nell’imminente, sarà quello di capire quale nuovo inizio intende percorrere il neo commissario Dott. Giacomo Brancati. Confidiamo nella sua esperienza e conoscenza dei problemi, ma, chiediamo risultati seri e duraturi partendo dall’acquisto di una nuova TAC per l’Ospedale di Polistena.