Polistena, testimonianze contro il silenzio Quattro date e quattro autori per raccontare ai giovani studenti l'importanza di non voltarsi dall'altra parte
di Giuseppe Campisi
Polistena – Inizierà il 15 novembre con un incontro che vedrà la presenza del magistrato Marisa Manzini presentare il suo libro “Fai silenzio ca parrasti assai” la rassegna letteraria promossa dall’associazione culturale Girolamo Marafioti in sinergia con il liceo statale Rechichi e dell’associazione Lumiere e resa possibile grazie al patrocino della Città Metropolitana di Reggio Calabria. Una riflessione votata a comprendere che “La mafia uccide, il silenzio pure” – come diceva Peppino Impastato martire di questa organizzazione mafiosa – frase che è stata simbolicamente scelta quale perno centrale di un evento culturale che porterà in città tra novembre e dicembre quattro autori impegnati a spiegarne il senso, in particolare a giovani studenti, con il nobile scopo di contribuire alla crescita della coscienza collettiva per una società più giusta e consapevole.
«I quattro appuntamenti, sono importanti perché offrono agli studenti la possibilità di dialogare direttamente con le persone che tutt’ora lottano od hanno subito la ndrangheta – ha riferito Piero Cullari, presidente dell’associazione Marafioti – ma anche da autori che ci presentano la ndrangheta per ciò che realmente è: un male da combattere e distruggere». Un dialogo aperto, franco e diretto che i ragazzi avranno modo di tenere da attori e non da spettatori con Gaetano Saffioti ed il docufilm che lo riguarda, a fine novembre, quindi, il confronto con l’umanità da presa diretta con il noto giornalista televisivo e scrittore Piero Badaloni, il 6 dicembre, ed infine, giorno 15, con l’attualità della cronaca del territorio raccontata dal giornalista e scrittore Arcangelo Badolati, autore di Santisti & Ndrine, e, tra l’altro, direttore scientifico dell’evento. Una rassegna focalizzata a stimolare le nuove generazioni verso la consapevolezza delle scelte, al rifiuto di logiche distorsive del buon vivere ed al rispetto delle regole come stile di vita quotidiano che, nelle intenzioni degli organizzatori, dovrebbe estendere, a breve, il proprio raggio d’azione con il coinvolgimento di numerosi altri autori ed ulteriori platee, non solo scolastiche.
«E’ bene capirsi: questa rassegna non vuole offendere la nostra terra – ha riflettuto ancora Cullari -. Al contrario, è altamente positivo trovare qui persone che si ribellino, sapendo che è possibile cambiare lo status quo dall’interno. Perché la Calabria che avverte il bisogno di ribellarsi, parlando e combattendo per la verità, diviene inevitabilmente un esempio per tutti».