Polistena, Tripodi attacca Conia: “Ribelle a convenienza” Esplode il mal di pancia mediatico tra i due sindaci. Tripodi rincara: "Autocomplesso di inferiorità"
di Giuseppe Campisi
Polistena – Tripodi e Conia, da fedeli alleati ad avversari politici? Svaniti gli abbracci e i reciproci endorsement del periodo legato alle comunali di appena un anno fa ora è il gelo a regnare tra i due esponenti politici viciniori impegnati in una sorta di baruffa mediatica a colpi di botta e risposta che prende le mosse dal casus belli riferibile alle elezioni per il consiglio della Città Metropolitana nelle quali, dopo una serie di tira e molla, una lista identitaria è sì stata presentata con Tripodi candidato ma senza l’appoggio (e la presenza) determinante del dirimpettaio collega di Cinquefrondi che, sempre stando alle ricostruzioni, avrebbe rovesciato il tavolo, preferendo non farne parte.
Un innesco che ha provocato una serie di reazioni social a catena che non potevano lasciare indifferenti i due esponenti che oltre a reclamare primogeniture non hanno mancato di lanciarsi frecciate, rimproverando l’un l’altro manchevolezze ed errori.
Non da ieri le prime avvisaglie di un confronto tra soggetti peraltro abbastanza affini e con un cordone ombelicale politico comune che si è andato però deteriorando probabilmente per via di divergenze strettamente operative sfociate in un vero e proprio “redde rationem”.
“Quando si dice e non si dice, si allude, si insinua e alla fine non si capisce nulla, a parlare, o meglio a scrivere su Facebook, è Il sindaco della porta accanto, ovvero il sindaco di Cinquefrondi, Michele Conia” scrive Michele Tripodi sul social network spiegando come, a suo avviso, proprio Conia sia “da tempo impegnato e schierato contro Polistena”.
Si irrigidisce Tripodi che in un passaggio non perde tempo a sottolineare come “vivere un eterno “autocomplesso” di inferiorità, di cui sempre si manifesta angoscia e insofferenza, è una condizione psicologica troppo pesante da mantenere” con riferimento alla presunta condizione politica del collega di Cinquefrondi “ribelle a convenienza”, reo di “incoerenza” e di una mancanza di “visione illuminata” che avrebbe provocato, disagi prima e dopo, in occasione delle scorse elezioni metropolitane “scappando dalla lista all’ultimo istante, dopo aver sottoscritto il documento politico (anzi millantato in una riunione di averlo scritto lui stesso) senza nessuna versione plausibile se non quella più credibile e intellettualmente limitata di non voler fare il portatore di acqua a Polistena”.
Accuse di voltafaccia e qualunquismo che affondano, dunque, il colpo e le radici nella mancata elezione nel consiglio dello stesso Tripodi arrivato ad un passo dal traguardo senza l’essenziale supporto di voti dell’assise cinquefrondese, dirottati, almeno in parte – lascia intendere il sindaco di Polistena – verso altri candidati d’area in odore di maggioranza.