Polistena, Tripodi ribadisce con forza il no alla chiusura dell’ospedale: “Siamo pronti alle barricate”
Giu 20, 2015 - redazione
Un consiglio comunale aperto voluto dall’Amministrazione di Polistena e dal sindaco Michele Tripodi per dire no al ridimensionamento dei reparti e alla ventilata ipotesi di chiudere l’ospedale cittadino. Erano in tanti ad assistere davanti al piazzale del presidio ospedaliero. Tanti cittadini ma anche molti sindaci del territorio pianigiano, associazioni, partiti e la Chiesa in prima fila.
«L’ospedale di Polistena non deve essere chiuso, questo il nostro slogan col quale lanciamo ufficialmente la mobilitazione – ha esordito il primo cittadino Miche Tripodi -. Andremo avanti fino a quando il commissario Scura non modificherà il decreto, cambiando quella esplicita dicitura secondo la quale il nostro ospedale verrà chiuso una volta costruito quello di Palmi. Questo è solo il primo degli atti che ci siamo prefissi e che abbiamo voluto portare anche al primo Consiglio comunale, quello di insediamento. Purtroppo però il nostro urlo di rabbia è rimasto inascoltato e come se non bastasse, la direttrice del presidio ha disposto il blocco dei ricoveri dal primo luglio. Decisione questa che non fa altro che perorare l’idea sbagliata e negativa di chiudere il nosocomio polistenese». Il riconfermato sindaco ha quindi promesso che non si fermerà qui, ma «questo è solo l’inizio di una battaglia politica che ci dovrà condurre alla vittoria e alla retromarcia di chi ha pensato a questo decreto senza tenere conto che esistono territori, comuni, sindaci, operatori e che esiste un ospedale unico nella Piana che funziona». Sulla questione del funzionamento del nosocomio, Tripodi ha voluto chiarire che «ci sono 9 milioni e mezzo deliberati dall’Asp per il rinnovo del nostro ospedale ma questi soldi inspiegabilmente sono bloccati alla Regione. È chiaro che ci sono le carenze a Polistena, ma se su queste si costruisce l’alibi per chiudere noi non ci stiamo. Casi di malfunzionamento ci sono ovunque in Italia, ma vanno corretti. È impensabile che se c’è qualcosa di spiacevole chiudiamo gli ospedali, non è questa la soluzione. Bisogna invece intervenire e fare i correttivi dovuti». In caso Scura non dovesse cambiare idea, il sindaco ha promesso una «mobilitazione totale. Metteremo in campo iniziative di lotta, perché tutto il territorio è dalla nostra parte. Il diritto alla salute non è a pagamento ma va salvato adeguando le strutture che già ci sono per dare servizi a tutti alla pari. Oggi come oggi, chi si ammala non va al nord a curarsi, perché mancano i soldi, per questo è necessario assicurare l’assistenza sanitaria qui». Il primo cittadino ha concluso con la convinzione che «Scura tornerà sui suoi passi, perché non è possibile pensare in questo territorio a prescindere da un ospedale dell’entroterra come è quello di Polistena».