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TAURIANOVA (RC), VENERDì 18 OTTOBRE 2024

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Polizze auto: un cartello illegittimo che il decreto sulle liberalizzazioni dovrebbe smantellare

Polizze auto: un cartello illegittimo che il decreto sulle liberalizzazioni dovrebbe smantellare

| Il 15, Gen 2012

Ogni volta che si va a ritirare il contrassegno dell’assicurazione si ha la sorpresa di aumenti anche consistenti senza che siano stati denunciati incidenti

Polizze auto: un cartello illegittimo che il decreto sulle liberalizzazioni dovrebbe smantellare

Ogni volta che si va a ritirare il contrassegno dell’assicurazione si ha la sorpresa di aumenti anche consistenti senza che siano stati denunciati incidenti

 

di Bruno Morgante 

 

REGGIO CALABRIA – Circolano molte bozze del decreto sulle liberalizzazioni, che dovrebbe aggredire anche il tema delle assicurazioni sulle auto, la cui approvazione da parte del governo Monti è prevista per il 19 Gennaio.

Quando si parla di assicurazioni sulle auto ciò che interessa ai cittadini è il costo della polizza.

Il costo delle polizze auto negli ultimi dieci anni è cresciuto a livello nazionale di oltre il 140% e di molto oltre nella Calabria e nella Piana di Gioia Tauro, fino ad arrivare quasi al doppio di quanto si paga in Molise o in altri territori d’Italia.

Ogni volta che si va a ritirare il contrassegno dell’assicurazione si ha la sorpresa di aumenti anche consistenti senza che siano stati denunciati incidenti.

Per una macchina di cilindrata 2000 si pagano oltre 1200 euro per il solo ramo incidenti.

Se ti succede la disgrazia di avere qualche incidente anche lieve rischi aumenti stratosferici e se sei recidivo rischi la risoluzione del contratto.

In questo caso perché una nuova compagnia ti faccia un contratto il costo del premio si raddoppia.

Qualcuno si è visto risolvere il contratto solo perché era vicino ai settanta anni, anche se non aveva mai avuto incidenti.

Anche in questo caso il rinnovo con altra compagnia, spesso legata alla precedente, comporta un costo del premio di oltre il doppio del precedente contratto, che già era il doppio rispetto ad altri territori italiani.

La concorrenza tra le compagnie assicurative è di facciata in quanto il costo dei premi si equivale così come anche gli aumenti.

Ci troviamo chiaramente di fronte a un cartello, così come succede con le banche, che opera in un mercato garantito in quanto l’assicurazione auto è obbligatoria.

Il fatto grave è che lo stato impone l’obbligo della polizza, ma non tutela il cittadino che è lasciato alla mercè di questo cartello che impone prezzi e condizioni.

Non parliamo poi dell’assicurazione sui motorini, il cui costo spesso supera il costo del motorino stesso

Non c’è notizia che vi sia traccia di questo problema nel decreto, così come non c’è traccia delle disparità territoriali sul costo delle polizze.

Mi è stato spiegato che, oltre alle imposte provinciali che gravano sulle polizze, che a Reggio Calabria sono leggermente più alte delle altre province, nella Piana di Gioia Tauro si paga molto di più che in altri territori dello Stato italiano perché è molto più alto il numero di sinistri che le compagnie debbono pagare, spesso dopo pronunciamenti dei giudici, con aggravio di costi e di spese.

Mi è sembrata una spiegazione assurda e sicuramente incostituzionale in quanto la responsabilità di ogni azione, compreso l’onere di maggiori costi derivanti da propri comportamenti, è soggettiva.

Spero che qualche assicuratore intervenga per chiarire la posizione perché sarebbe assurdo e contrario ad ogni forma di civiltà giuridica occidentale desumere target comportamentali della popolazione di un territorio, da cui far derivare calcoli di rischi dipendenti da quel territorio, sulla base di comportamenti di singoli individui, anche molti, ma sempre individuabili con nome e cognome.

E’ una china pericolosissima in quanto, come sviluppo logico, rende possibile ritornare ad aberrazioni e a barbarie che ritenevamo superati per sempre, come misure eccezionali per gli zingari, perché dove si insediano loro aumentano i piccoli furti, licenza di approcci volgari nei confronti di donne di determinati quartieri nelle cui strade viene professata la prostituzione e così andando avanti.

Sembra che su questo problema, che incide molto sulle tasche degli italiani, il decreto sulle liberalizzazioni non intervenga.

Forse dobbiamo organizzarci come cittadini, se è fondata giuridicamente l’impressione di trovarci davanti a un’azione illegittima da parte delle assicurazioni, lesiva di prerogative soggettive tutelate dalla costituzione.

Bruno Morgante

redazione@approdonews.it