Pontile, il sindaco di Lamezia Terme interviene all’indomani del crollo del manufatto
redazione | Il 10, Ott 2012
Speranza: “Un grido d’allarme rimasto inascoltato”
Pontile, il sindaco di Lamezia Terme interviene all’indomani del crollo del manufatto
Speranza: “Un grido d’allarme rimasto inascoltato”
Il sindaco di Lamezia Terme Gianni Speranza è intervenuto sulla vicenda del Pontile all’indomani delle foto circolate su internet che hanno mostrato il definitivo crollo di un manufatto già in stato di totale abbandono e precarietà. Il pontile infatti era stato sottoposto, più di un anno fa, a sequestro penale preventivo da parte della Capitaneria di Porto di Vibo Valentia, in seguito ad un sopralluogo promosso insieme ai tecnici del nostro Comune che avevano constatato la situazione di grave pericolo per la pubblica incolumità. Ancora prima del sequestro la polizia municipale aveva effettuato un altro sopralluogo nell’area del pontile a servizio della zona industriale di Lamezia Terme, per un parziale crollo del manufatto. Speranza, che aveva già predisposto un’ulteriore ordinanza di chiusura dell’area, negli anni passati aveva più volte sollecitato gli enti competenti e aveva scritto all’Agenzia del demanio, proprietaria del pontile, e agli organi preposti per chiedere un pronto intervento sull’opera costruita negli anni ’70 in relazione all’insediamento della Sir e successivamente lasciata in totale abbandono. Aveva quindi espresso grande preoccupazione, soprattutto per l’incolumità dei cittadini e dei pescatori che frequentano la zona, in una lettera indirizzata al Prefetto, alla Regione, al Ministero delle Infrastrutture e dei Trasporti, alla Capitaneria di Porto, alla Provincia, ai parlamentari calabresi e consiglieri regionali. Il sindaco aveva ripetutamente denunciato lo stato di degrado e il problema della sicurezza, oltre che l’oggettivo spreco di risorse pubbliche, evidenziando i ritardi negli interventi che, con il passare degli anni, ne avevano compromesso inevitabilmente le condizioni. Speranza nel 2008 fece un sopralluogo per verificare lo stato del pontile, alla presenza di un ingegnere dei Vigili del fuoco, del responsabile della Capitaneria di porto di Vibo Valentia, di un funzionario del Genio civile ed opere marittime di Reggio Calabria e di un funzionario dell’Agenzia del demanio. In quell’occasione chiese una perizia tecnico scientifica per verificare le condizioni di stabilità e per indicare gli interventi necessari al ripristino dell’efficienza dell’opera, fin dall’epoca murata per impedirne l’accesso con tanto di divieti nell’area circostante al fine di evidenziarne l’inagibilità e la pericolosità. Il sindaco, inoltre, aprì un tavolo operativo per chiamare in causa tutti gli organi competenti, ponendo con più urgenza la questione sicurezza. Il pontile, di proprietà del demanio (e quindi dello Stato), avrebbe dovuto costituire il terminale dell’enorme complesso chimico realizzato nella piana di Sant’Eufemia dalla Sir (Società Italiana Resine) nei primi anni ’70. Costruito per consentire l’attracco di navi per lo scarico e il carico di materiali necessari per il funzionamento degli impianti, non è mai entrato in funzione. Il 15 ottobre del 2008, la giunta Comunale su proposta dell’assessore alla Programmazione Francesco Cicione deliberò la richiesta al Dipartimento
Urbanistica e Territorio della Regione Calabria, del necessario stanziamento di risorse (450 mila euro) per la realizzazione di uno studio di fattibilità nell’ambito del Programma “Paesaggi ed identità” a valere sui fondi della Programmazione comunitaria 2000-2006 per individuare eventuali ipotesi di riutilizzo del Pontile dell’area ex Sir, che purtroppo non è mai stato finanziato dalla Regione. La delibera arrivò dopo un protocollo d’intesa proposto dal Comune e sottoscritto dall’Asi, dalla Lameziaeuropa e dalla Provincia, con il quale si delegava il Comune lametino all’inoltro della formale richiesta di finanziamento. Tra l’altro in questi anni c’è stata un’importante iniziativa culturale, la mostra evento “PontileLamezia Nuove Ipotesi”, sostenuta da Comune e Provincia e realizzata da due giovani talenti lametini, con la quale numerosi artisti hanno messo insieme idee e progetti di recupero culturale del manufatto. Tanti i tentativi portati avanti da parte del Comune di Lamezia Terme per cercare di recuperare e mettere in sicurezza il manufatto. Un grido d’allarme rimasto inascoltato.