Porto di Gioia Tauro, la fine di un sogno?
redazione | Il 08, Mag 2011
LA NOTA- Trieste e Ravenna in Italia, Tangeri e Porto Said nel mediterraneo sanciscono la fine di un grande progetto di sviluppo economico iniziato nel 1995
di Nino Bixio
Porto di Gioia Tauro, la fine di un sogno?
Trieste e Ravenna in Italia, Tangeri e Porto Said nel mediterraneo sanciscono la fine di un grande progetto di sviluppo economico iniziato nel 1995
di Nino Bixio
GIOIA TAURO – Il Graduale e costante abbandono iniziato già alcuni anni fa quando il Gruppo Contship non fece nulla per trattenere Grand Alliance a Gioia Tauro e con la successiva apertura del porto di Tangeri. Nuovi investimenti invece concretamente si materializzano nel porto di Ravenna dove Contship Italia investirà nei prossimi anni alcune centinaia di milioni di euro. Di Trieste ormai sappiamo tutto oltre un miliardo di euro investiti per creare il più grande porto europeo di Trashipement oltre a quello logistico e commerciale
La dichiarazione del Ministro Matteoli secondo cui c’è la necessita di collocare 200 lavoratori in cassa integrazione in aiuto alla MCT Spa la dice lunga sulle complicità di una parte delle istituzioni interessati solo a sviluppare il nord del paese trascurando la Calabria è il suo porto.
Qual’è necessità si intravede per richiedere la cassa integrazione? Nei primi mesi del 2011 il porto di Gioia Tauro rispetto ai primi mesi del 2010 ha aumentato il volume di movimentazione dei Teus del 10%.
La verità è che non esiste un progetto strategico per Gioia Tauro.
Contship Italia alla quale conviene confermare la propria presenza su Gioia Tauro soltanto per mantenere inalterato il suo monopolio sulle banchine del porto affinchè non si insediano eventuali concorrenti. Come calabresi chiediamo con forza che Governo, Regione e Autorità Portuale intervengono con decisione per chiedere alla Mct i programmi di sviluppo e la pianificazione industriale, oltre a rivedere le concessioni delle banchine dello scalo di Gioia Tauro.
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