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TAURIANOVA (RC), VENERDì 13 DICEMBRE 2024

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Porto di Gioia, Tripodi: “Cassa integrazione anticamera del buio”

Porto di Gioia, Tripodi: “Cassa integrazione anticamera del buio”

| Il 06, Lug 2011

Secondo il consigliere regionale del Gruppo Misto “si è dinanzi ad una scarsissima capacità della Giunta regionale di incidere sul Governo più antimeridionale della storia nazionale”

Porto di Gioia, Tripodi: “Cassa integrazione anticamera del buio”

Secondo il consigliere regionale del Gruppo Misto “si è dinanzi ad una scarsissima capacità della Giunta regionale di incidere sul Governo più antimeridionale della storia nazionale”

 

“La cassa integrazione per il porto di  Gioia Tauro non è un risultato soddisfacente. Anzi, ha tutta l’aria di essere l’anticamera del buio”. E’ categorico il consigliere regionale del Gruppo Misto Pasquale Tripodi, secondo cui “Se i risultati dell’interessamento della Giunta regionale, sulla  vertenza drammatica che riguarda i lavoratori e il rilancio dell’infrastruttura, nei confronti del Governo Berlusconi sono la cassa integrazione e qualche altro palliativo, allora occorre dire che la montagna ha partorito il topolino. E che, sul piano squisitamente politico, si è dinanzi ad una scarsissima capacità della Giunta regionale di incidere sul Governo più antimeridionale della storia nazionale”.

“In tutti questi mesi – ha spiegato Tripodi – dinanzi ai legittimi e reiterati appelli dei sindaci, dei sindacati e dei lavoratori e dopo due sedute del Consiglio regionale convocate sull’argomento, l’intera Calabria è stata ad ascoltare le parole rassicuranti del Presidente della Regione e le sue promesse di coinvolgimento di ministri al fine di trovare sbocchi ragionevoli alla vertenza. Oggi prendiamo atto che non solo il Capo del Governo agli incontri romani non s’è mai presentato, ma che la risposta data alla Calabria è uguale a zero.  Assolutamente inaccettabile”.

Conclude Tripodi: “Grazie all’assenza di strategia nazionale  sulla portualità del Governo Berlusconi,  la parte del leone la fanno  altri porti del Paese più politicamente capaci di imporre sui tavoli romani  le loro esigenze. A mio avviso  quel che occorre adesso, se non vogliamo a breve leccarci le ferite,  dato  che  un insuccesso del porto di Gioia Tauro avrebbe  riflessi pesanti su tutta l’economia calabrese, è una mobilitazione generale della Calabria. Una massiccia reazione democratica per dire al Governo che in questa regione non tutti sono disposti a tacere o ad accettare l’inaccettabile”.

redazione@approdonews.it