Porto Gioia Tauro, Cgil scrive al presidente Conte "Il Governo nazionale assuma impegni certi per il futuro del porto"
Illustre Presidente del Consiglio,
la situazione del porto di Gioia Tauro è gravissima. I containers movimentati sono diminuiti
del 6% nel 2018 e del 11% nel 2017. Nel corso del 2016 per frenare questa drammatica
situazione si era convenuto col Ministro dei Trasporti di portare la vertenza sul tavolo della
Presidenza del Consiglio per dare più forza alle soluzioni e più autorevolezza nel confronto
con armatore e terminalista. Alcuni risultati quel tavolo li aveva raggiunti: finanziamento e
tempi di realizzazione del gateway e del bacino di carenaggio seguiti, dal punto di vista
tecnico, dall’Autorità portuale e dal Commissario Agostinelli e la costituzione dell’Agenzia di
lavoro portuale che riguardava anche il porto di Taranto e di Cagliari. Sul bacino di
carenaggio ci sono ancora ritardi. Ma soprattutto, e chiediamo scusa per la sottolineatura, la
proposta sostenuta con forza dalla nostra Organizzazione di costituzione di una Zona
Economica Speciale che sostenesse adeguatamente il necessario processo di crescita
industriale senza il quale non si avrà per il futuro né sviluppo né nuova occupazione.
Notiamo, però, adesso, con crescente preoccupazione, una situazione di confusione e
incertezza nell’azione del Governo che potrebbe portare al tracollo il porto di Gioia. Il 18
dicembre c’è stata in Autorità portuale la visita del Ministro Toninelli che ha incontrato anche
le Organizzazioni sindacali che hanno rappresentato preoccupazione e avanzato proposte.
Non sappiamo, però, se il Governo ha avviato una discussione con MSC e con Aponte per
capire i motivi per cui ancora non sono stati concretizzati gli impegni assunti di aumentare i
volumi fino a 40 mila teus. E non sappiamo ancora se il Ministro ha discusso con il
terminalista dei motivi che hanno portato a non mantenere gli impegni sugli investimenti
sulla banchina e sulle gru. Ma evidenziamo, però, che proprio negli ultimi mesi del 2018 si
sono movimentati solo 28 mila containers a settimana che è un dato assolutamente inferiore a
un anno e mezzo fa, quando, alla fine di sei anni di cassa integrazione, si era dichiarata la
crisi del porto. Tutto ciò nel mentre il gruppo Eurogate sposta investimenti consistenti a Cipro
e i cinesi fanno altrettanto in Grecia. E’ necessario, quindi, che Gioia sia considerata dal
Governo vertenza nazionale e ritorni autorevolmente al tavolo della Presidenza del
Consiglio, anche perchè lo scontro fra terminalista e Msc, entrambi proprietari al 50% di
MCT, si ripercuote non solo sui traffici ma evidentemente sul futuro dell’infrastruttura proprio
nel momento in cui si è dato vita alla ZES.