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Positivo il numero dei parti nell’Ospedale di Lamezia Terme

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Catanzaro, 7 marzo 2018 – In riferimento a quanto pubblicato dagli organi
d’informazione circa i dati che confermerebbero un calo dei parti nell’ospedale di
Lamezia Terme, interviene il dott. Domenico Perri, direttore dell’unità operativa
Ginecologia e Ostetricia e del Dipartimento Materno Infantile, il quale, “per onore
di verità basata sull’evidenza dei dati”, precisa quanto segue:

“L’unità operativa di Ostetricia e Ginecologia del Presidio “Giovanni Paolo II°”
di Lamezia, che mi onoro di dirigere da circa due anni, ha sempre assistito un numero
di parti di poco superiore ai mille. E più precisamente nel 2015 n. 1025 parti —
2016 n. 1020 parti — nel 2017 n. 1003 parti. Siamo quindi una U.O. che mantiene costanti
il numero di parti diminuendo costantemente, come da Decreto Fazio/2010, la percentuale
di Tagli Cesarei: nel 2017 i tagli cesarei primari sono in linea con quanto richiesto
dalla nostra Regione e cioè del 25,5%. Di questi dati tutti gli Operatori della U.O.
vanno orgogliosi.

Chi scrive, anche in qualità di componente del Comitato Percorso Nascita Regionale,
sa benissimo e informa anche chi questi dati non conosce, che il bilancio demografico
della nostra regione in termini di natalità è passato dai 18.451 del 2002 ai 16.036
del 2016. Nel 2017 per la prima siamo scesi al di sotto dei 15.000 nati. In termini
di percentuali il tasso di natalità per mille abitanti è passato dal 9,2 al 8,1 in
Calabria. I motivi di questo fenomeno di denatalità sono ben noti a tutti e tanto
più è evidente quanto maggiore è la crisi socioeconomica nelle diverse regioni.

Il dato Nazionale è sconfortane in quanto si è passati dai 552.725 del 2008 ai 464.000
dei 2017 Minimo storico) con un decremento del 2% rispetto al 2016. Per contro il
numero di decessi in Italia nel 2017 è pari a 647.000 con un incremento del +5% rispetto
al 2016. Questi dati ci dicono in modo assoluto che non solo siamo a crescita zero
ma addirittura in forte decremento demografico, nonostante il numero considerevole
di migranti degli ultimi anni che hanno dato una mano anche in termini di natalità.

E’ chiaro ed evidente quindi che , in regime di decremento della natalità nella nostra
Regione, chi come noi mantiene costante negli anni il numero delle nascite può dichiararsi
soddisfatto, in quanto, così come definito in Statistica Sanitaria, è in “aumento
relativo”.

Circa la soppressione della TINI a Lamezia penso che risulti ormai chiaro a tutti
che il Direttore Generale ha alcuna responsabilità. L’Ufficio del Piano di Rientro
ha deciso che le Tin dovessero essere allocate negli Hub di Catanzaro, Cosenza e
Reggio. E’ indubbio che conseguentemente, seguendo le Linee Guida Nazionali, siamo
impossibilitati ad accettare donne gravide prima della 34° nello Spoke di Lamezia
e quindi costretti attivare il trasferimento (STAM) verso l’Hub che molto spesso
é quello di Cosenza, perdendo dei parti; ma è altrettanto vero che a Lamezia partoriscono
donne provenienti dal Vibonese, dal Tirreno Cosentino, dal Catanzarese e perfino
qualcuna anche dall’area ionica. Questo in quanto il rapporto medico paziente nella
donna gestante assume un carattere particolare per cui la donna tende sempre a partorire
in quell’Ospedale in cui lavora il proprio ginecologo. Sarà anche noto a molti che
a Lamezia vi sono dei valenti professionisti che lavorano al Pugliese e che quindi
le donne da loro seguite nel percorso nascita vadano poi a partorire a Catanzaro,
indipendentemente dalla TIN.

In ultimo, e non per importanza, bisogna dar atto del grande lavoro che svolge la
Neonatologia di Lamezia, che in carenza di Dirigenti Medici, sta garantendo con grandi
sacrifici un alto livello assistenziale h24. Ma anche su tale versante l’impegno
della Direzione Generale darà risposte risolutive.

Spero di aver dato un contributo di chiarezza in merito alla rappresentazione allarmistica
dei dati che determina sfiducia nelle donne di Lamezia, che ovviamente sono libere
di scegliere l’Ospedale in cui partorire, dichiarando fin d’ora la massima apertura
e disponibilità, unitamente al Direttore del POU Dott. Antonio Gallucci, al confronto
nell’interesse unico e imprescindibile del miglioramento della qualità delle prestazioni
erogate a favore delle donne lametine e non.

L’importante che non si infanghi gratuitamente il lavoro e la professionalità degli
operatori del proprio Ospedale. Se ciò dovesse essere il fine di infiniti e ripetitivi
articoli invito il Direttore Generale, quale legale rappresentante dell’Azienda,
a voler tutelare nelle Sedi competenti l’immagine della stessa ipotizzando un danno
di immagine.”