Potenziale cancerogenicità nel “Kinder” della Ferrero Foodwatch lancia allerta alimentare sui Kinder cioccolato contaminati e ne richiede il ritiro immediato dal consumo
L’impegno per la tutela della salute da parte dello “Sportello dei Diritti [1]” si è mosso sempre cercando di evitare qualsiasi tipo di censura nei confronti delle notizie che riguardano la salvaguardia dei cittadini. Questa volta Giovanni D’Agata, presidente dello “Sportello dei Diritti [2]”, riporta una notizia che proviene dalla Germania, dove un’associazione dei consumatori avrebbe commissionato test di laboratorio che avrebbero dimostrato la potenziale cancerogenicità, per gli esseri umani di un possibile agente cancerogeno contenuto dai Kinder Cioccolato o Barretta Kinder. Secondo Foodwatch, l’organizzazione non governativa europea che si occupa della protezione dei diritti dei consumatori, la sostanza chimica è costituita da idrocarburi di oli minerali aromatici (moah), un sottoprodotto del processo di raffinazione del petrolio, che troppo spesso trova la sua strada in prodotti in vendita nei supermercati. Dopo aver praticato una serie di test tossicologici, analizzando 20 prodotti che vanno dalle patatine fritte alle barrette di cioccolato, Foodwatch ha scoperto che tre contenevano quello che considera i livelli “pericolosi” di MOAHs. Kinder Cioccolato o Barrette Kinder, Ferrero Torrone Minis, e Sun classico con riso soffiato sono risultati tutti positivi con MOAHs. Johannes Heeg, un attivista di Foodwatch ha dichiarato: “Non ci sono livelli accettabili di oli minerali negli alimenti per il consumo,” citando l’Autorità europea per la sicurezza alimentare (EFSA) e l’Istituto Nazionale di valutazione del rischio (BfR). L’EFSA ritiene che MOAHs è un “probabile cancerogeno e mutageno”. “Si consiglia di non acquistare questi prodotti, perché i livelli sono semplicemente inaccettabili per il consumo.” Il cioccolato, alimento grasso per sua natura, presenta un forte potere estrattivo nei confronti di certe sostanze e il problema assume una certa rilevanza visto che i dolci possono restare mesi sugli scaffali dei punti vendita allungando così i tempi di contatto tra alimento e imballaggio. Per questo motivo, ogni contaminazione del cioccolato con olio minerali ed idrocarburi aromatici che provengono dai materiali di confezionamento si deve considerare indesiderata e andrebbe evitata. I campioni ottenuti che hanno i giudizi peggiori presentano un contenuto di idrocarburi aromatici che può arrivare a 7 milligrammi per chilogrammo di cioccolato, portando così il rischio di cancerogenicità, infatti i tre prodotti Kinder, sono risultati quelli maggiormente inquinati di olio minerali saturi. Secondo gli esperti “Gli oli minerali si trovano nel cartone pressato, utilizzato per le confezioni. Inevitabile che da lì finiscano nel cioccolato“, e consideravano già il rischio di avvelenamento derivante dall’assunzione di cioccolato agli idrocarburi. Tuttavia, l’Associazione federale dell’industria Tedesca Dolciaria (BDSI) ha replicato che non vi è alcun motivo di panico o per richiamare i prodotti. Per fugare ogni benché minimo dubbio, Giovanni D’AGATA si augura che anche in Europa come in Italia l’EFSA e l’Istituto Superiore della Sanità effettuino immediatamente indagini in merito per evitare di generare il panico tra i consumatori.