Praticò: “Lo sport è sinonimo di solidarietà”. Il Coni dona le divise agli atleti del Koa Bosco
Mar 10, 2015 - redazione
Il percorso di vicinanza e sostegno alla compagine del Koa Bosco, squadra che milita nella Terza categoria di calcio composta esclusivamente da immigrati, registra un’altra positiva pagina. Il Comitato olimpico regionale, grazie all’impegno del presidente Mimmo Praticò, ha mantenuto la sua promessa regalando le divise complete all’intera rosa. Lo slogan riproposto anche nelle magliette ufficiali è “Lo sport non ha colori”. Sintesi di un concetto lapalissiano, lo sport è un diritto di tutti, stranieri e italiani, senza distinzione di razza, sesso, religione. “Il Coni – ha affermato il presidente Mimmo Praticò recatosi personalmente alla baraccopoli che ospita centinaia di stranieri impegnati nei lavori stagionali nella Piana di Gioia Tauro – con la sua azione di base deve rivolgersi soprattutto ai giovani. Il messaggio che vogliamo lanciare soprattutto a loro è ambivalente, ovvero lo sport è importante per mantenere una corretta attività fisica ma trasmette valori importanti quali l’uguaglianza, la solidarietà e il rispetto delle regole e degli altri. Come la musica, lo sport ci rende tutti migliori. Noi dirigenti sportivi abbiamo l’obbligo di indicare la strada maestra ai giovani per renderli uomini migliori attraverso lo sport”.
Gli atleti stranieri estremamente felici di ricevere le divise da parte del Coni Calabria, avranno sicuramente una motivazione in più a fare bene in campo, dove al momento primeggiano in classifica. “Un gesto – ha affermato l’allenatore del Koa Bosco Domenico Mammoliti – gradito e molto importante da parte del Coni che simboleggia la sensibilità dimostrata del presidente Mimmo Praticò. Oggi il Coni Calabria ci permette di avere innanzitutto le divise per giocare, poiché fino ad oggi non avevamo nulla, e mette in risalto la nostra iniziativa che prima di essere sportiva è sociale. Per questi ragazzi giocare a calcio è in un certo senso una sorta di riscatto. Nel rettangolo di gioco non c’è differenza, si è tutti giocatori, ed è proprio in questo quadro che gli immigrati possono dimostrare e far emergere le loro qualità”.
Un supporto importante per questi ragazzi è Don Roberto Meduri, parroco della Chiesa di Sant’Antonio di Bosco di Rosarno e creatore della squadra. Quest’avventura per gli immigrati è una possibilità, una speranza che un giorno potrebbe portarli a lasciare gli agrumeti per trovare un lavoro vero. I fondi al momento sono solo a carico di alcuni benefattori, per questo motivo l’azione del Coni è un passo importante per abbattere i pregiudizi e dare un aiuto concreto.
“Da ragazzo – continua Praticò – vedevo tanti nostri corregionali lasciare la nostra terra e partire verso luoghi lontani per cercare un futuro migliore. Ricordo il dolore e la sofferenza provati da queste stesse persone, memore di tutto ciò ho sempre sostenuto che è doveroso sostenere chi si trova in un Paese straniero. Lo sport non è solo attività fisica ma anche integrazione. Oggi abbiamo visto con i nostri occhi le condizioni estreme in cui vivono questi ragazzi. Siamo andati a trovarli personalmente in qualità di loro amici, e abbiamo ricevuto dei sorrisi sinceri. Questi giovani uomini, ogni domenica scendono in campo con orgoglio e determinazione, sognando forse ogni domenica che un goal posa trasformarsi in opportunità”.