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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 09 GENNAIO 2025

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Presentato a Carlopoli il libro “Lega e Padania” di Passarelli e Tuorto

Presentato a Carlopoli il libro “Lega e Padania” di Passarelli e Tuorto

| Il 26, Mag 2012

Talarico: “Danni al Sud da veleni antimeridionali”

Presentato a Carlopoli il libro “Lega e Padania” di Passarelli e Tuorto

Talarico: “Danni al Sud da veleni antimeridionali”

 

 

“Una forza politica eversiva come la Lega Nord, ha potuto trovare terreno fertile in Italia per l’incapacità di questo Paese di fare i conti col proprio passato. Enfatizzando la storica dicotomia Nord/Sud ed immettendo veleni antimeridionali nel dibattito pubblico, la classe dirigente della Lega ha goduto di un’immeritata primazia politica che ha arrecato danni enormi al tessuto civico italiano e contribuito a sottrarre risorse ingenti al Mezzogiorno”. E’ quanto, tra l’altro, ha affermato il consigliere regionale di Idv Mimmo Talarico, intervenendo ieri sera a Carlopoli, antico borgo del gruppo montuoso del Reventino, alla presentazione del volume appena pubblicato “LEGA & PADANIA” (il Mulino) scritto da Gianluca Passarelli e Dario Tuorto. Utilizzando testimonianze dirette e centinaia di questionari distribuiti tra militanti e ceto politico leghista, che restituiscono una fotografia dettagliata del cosiddetto popolo della Padania, il libro ha ripercorso la storia del movimento, sfogliando l’atlante del suo insediamento elettorale. Indagando, inoltre, con cognizione di causa ed un’interessante mole di dati, sul passaggio della Lega (definita “partito sineddoche”) dalla dimensione etnoregionalista a partito populista. Per Passarelli, ricercatore al Dipartimento di Scienze politiche dell’Università di Bologna e collaboratore dell’Istituto Cattaneo (tra le sue pubblicazioni “Monarchi elettivi?” e “Presidenti della Repubblica”), che si è detto “soddisfatto di poter discutere del fenomeno Lega nell’entroterra calabrese”, la Lega può essere catalogata “come una forza politica di estrema destra”. Rispondendo alle sollecitazioni del giornalista Romano Pitaro, Passarelli ha sostenuto che “non è facile, forse neppure utile, dare definizioni univoche di un fenomeno complesso come la Lega. La quale – ha spiegato ad una nutrita platea di amministratori locali dell’area – ha attraversato più fasi fortemente influenzate dalla leadership ed altrettanti cambiamenti nelle strategie politico-elettorali: la Lega di lotta antisistema (1987-1992); l’alleanza con la coalizione di centrodestra guidata da Berlusconi(1994); l’abbandono del governo Berlusconi(fine ’94); il progetto di secessione inaugurato nella seconda metà degli Anni ’90; la partecipazione autonomamente alle elezioni tra il ’95 ed il ’99 ed in particolare alle politiche del ’96; la ricostruzione dell’alleanza col centrodestra alle elezioni regionali del 2000 con la conferma di questa opzioni per le successiva elezioni regionali fino al 2010; l’emergere, nel 2011, dell’opzione ‘Pontida’, ossia la possibilità di tornare alla terzietà rispetto alle due aggregazioni principali. Scelta confermata nel novembre 2011 con l’opposizione al governo Monti”. Che ne sarà adesso della Lega? Passarelli traccia alcuni scenari che ipotizzano, all’indomani del suo tracollo elettorale, un “modello Berlusconi”, un “modello Le Pen”, un “modello monarchico” e – scenario più verosimile – un “modello democratico”: il congresso federale come momento dirimente la questione della transizione nella leadership”. Tranciante il giudizio che dà della Lega il sindaco di Carlopoli, Mario Talarico: “Abbiamo visto che la fine di questo movimento politico, avvenuta tra scandali e batoste elettorali, ha messo a nudo, infine, la sua inconsistenza culturale, altro che ‘diversità leghista’, e dimostrato che le accuse da essa impunemente riversare sul Mezzogiorno, di familismo amorale e scorrettezza amministrativa, erano soltanto un modo per accaparrarsi risorse, mirando ad una secessione morbida quanto pericolosa. Certo – ha aggiunto – l’intera parabola della Lega deve spingere le classi dirigenti del Sud a svegliarsi e dimostrare che nelle nostre contrade c’è intraprendenza, coraggio, voglia di fare. Perché il successo di questa forza politica antiunitaria e per più versi razzista, non bisogna dimenticarlo, è stato possibile anche a causa delle inerzie del ceto politico meridionale”.

redazione@approdonews.it