Presentato a Catanzaro il libro “Sandali di ortica” edito da Ursini
redazione | Il 15, Nov 2011
Paolo Arcuri nel suo romanzo parla di emigrazione, guerra, emarginazione sociale, ritorno a casa
Presentato a Catanzaro il libro “Sandali di ortica” edito da Ursini
Paolo Arcuri nel suo romanzo parla di emigrazione, guerra, emarginazione sociale, ritorno a casa
CATANZARO – “E’ un libro che va letto e divulgato perché porta all’attenzione dei lettori una storia particolare della nostra Calabria che merita di essere conosciuta e tramandata”.
Esordisce così Mario Vallone, presidente della sezione catanzarese dell’Associazione Nazionale Partigiani d’Italia, nell’introdurre la presentazione del romanzo “Sandali di ortica” di Paolo Arcuri, pubblicato dalle Edizioni Ursini di Catanzaro, tenutasi ieri sera nella Sala del Caffè delle Arti di Catanzaro.
Alla presentazione, promossa dall’ANPI e organizzata con la collaborazione del gruppo “25 aprile”, con Paolo Arcuri hanno preso parte Filippo Veltri, direttore regionale dell’ANSA, Nicola Fiorita, docente dell’Università della Calabria e don Mimmo Battaglia, presidente del Centro Calabrese di Solidarietà.
“Da una microstoria come questa – ha detto Veltri – riusciamo a capire la storia del nostro Paese. Paolo ha saputo descrivere un passaggio tragico della nostra Calabria, con grande umiltà e in modo esemplare. Il suo, è un libro che restituisce con genuinità quella che è stata la storia d’Italia degli ultimi sessant’anni. Il male, insomma, non è il dolore dei sandali di ortica – da qui il titolo del romanzo – calzati dal protagonista, ma la mancanza di lavoro e la disuguaglianza sociale”.
“Questo libro – ha affermato Fiorita – è interessante perché parla di cose che arrivano al cuore: emigrazione, guerra, emarginazione sociale, ritorno a casa. Ecco, perché, a mio avviso, è un testo che interessa quei cittadini che hanno voglia di costruire una società migliore. La narrazione è coinvolgente, calorosa, al pari delle migliori tradizioni letterarie del nostro tempo”.
Don Mimmo Battaglia ha poi messo in risalto i vari aspetti sociali presenti nel romanzo. Significativa è stata la testimonianza della professoressa Nuccia Fratto Parrello, la prima lettrice del romanzo, avendolo letto – ancora inedito – sin dalla prima stesura.
“Se questo libro ha visto la luce, – ha detto – lo dobbiamo sicuramente a due donne: la mamma e la moglie dell’autore. La prima è stata determinante per aver raccontato a Paolo la vicenda del nonno, protagonista del romanzo; la seconda per averlo seguito passo passo nelle varie fasi della pubblicazione. Un plauso particolare va, comunque, all’editore Ursini per averlo pubblicato, realizzando il sogno di Paolo”.
Il volume racconta la storia di Paolo De Fazio che all’improvviso si è trovato a combattere una guerra non sua, della quale poi è diventato “attore” attivo.
Dalla lettura del romanzo, con il quale l’autore ha vinto nel mese di agosto la quinta edizione del premio “Torre Petrosa” riservato alle opere prime di narrativa, emerge la solitudine infinita dell’animo del protagonista, sbattuto in un mondo non suo e del tutto ignoto. Una persona come tante che è partita dalla Calabria, non certo per spirito di avventura, ma solo per sopravvivere e fare sopravvivere la sua famiglia.
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