L’ex sindaco della città del porto, racconta i fatti dal 1996 al 2001 che lo hanno visto protagonista nella qualità di primo cittadino
di BRUNO MORGANTE
Presentato a Gioia Tauro il libro di Aldo Alessio
L’ex sindaco della città del porto, racconta i fatti dal 1996 al 2001 che lo hanno visto protagonista nella qualità di primo cittadino
di Bruno Morgante
In una sala di Palazzo Baldari a Gioia Tauro gremita di cittadini è stato presentato il libro di Aldo Alessio “La primavera gioiese”, con sottotitolo: Verso un futuro senza mafia- Storia di un assedio.
Nel libro Aldo Alessio ricostruisce, utilizzando molti documenti, i fatti dal 1996 al 2001 che lo hanno visto protagonista nella qualità di Sindaco di Gioia Tauro, eletto per tre volte dal popolo.
In sala vi erano molti dei protagonisti di quegli anni, ex consiglieri comunali, ex dirigenti politici, ex tifosi e molti giovani.
L’avvocato Gabriella Ruggero, ex assessore al bilancio della terza giunta Alessio, ha moderato gli interventi, ricordando la capacità di coinvolgere dell’ex sindaco, capacità che ha portato lei, allora giovane professionista delusa dalla politica, ad un impegno entusiasmante per la propria città.
Le relazioni sono state svolte, dopo il saluto del vice-sindaco Jacopo Rizzo, in quanto il Sindaco non poteva essere presente per precedenti impegni, dall’avv. Giuseppe Macino, dalla professoressa Graziella Giunta, dal professore all’Università di Torino Rocco Sciarrone.
L’avv. Macino ha ripercorso i fatti di quegli anni e gli entusiasmi suscitati dalla semplicità, con cui Aldo Alessio affrontava problemi che per altri erano irrisolvibili, con l’obiettivo di garantire alla propria città una vita normale, quale il diritto di passeggiare per incontrarsi, parlare, salutarsi. La gente ha capito il suo sindaco e si è impadronita di via Roma, di Piazza dell’incontro e dai paesi vicini la sera giovani e famiglie venivano a passeggiare a Gioia Tauro.
La professoressa Giunta, vice-sindaco nella prima giunta Alessio, che per diversi mesi si è trovata a svolgere le funzioni di Sindaco, ha evidenziato l’entusiasmo e la determinazione che aveva pervaso tutti gli amministratori, che con naturalezza si erano trovati protagonisti di grandi cambiamenti solamente facendo ciò che era considerato giusto per la città e assumendo i problemi non per lamentarsi della situazione o come alibi per non operare e dare la colpa ai predecessori, ma quale base di analisi per trovare soluzioni.
Il professore Sciarrone ha messo in evidenza l’interesse suscitato fuori da Gioia Tauro dall’esperienza delle giunte guidate da Alessio, che ha dato orgoglio a tutti i calabresi, che spesso debbono subire i pesanti giudizi degli altri sulla nostra classe dirigente.
Aldo Alessio ha ringraziato i presenti e ha voluto precisare che il libro non vuole essere un trampolino per candidature o per futuri impegni politici, in quanto considera chiusa quella fase della sua vita, ma vuole semplicemente mantenere viva la memoria di una esperienza che è stata sua, ma anche collettiva.
Vuole essere una testimonianza, ha continuato, e la dimostrazione che Gioia Tauro può essere amministrata se alla base vi è amore per la propria città e per la propria gente, impegno e determinazione nel difendere l’autonomia dell’istituzione e la propria libertà di amministratore e soprattutto coinvolgimento vero del popolo, dai bambini, alle donne, agli operai, ai professionisti, che sperano in un futuro migliore, perché il popolo che prende coscienza e pretende la propria libertà vince sempre.
Bisogna, ha continuato, coinvolgere la parte sana del popolo, che anela alla libertà e che è schiavo e vittima della mafia, che va scacciata e che deve essere mandata via da Gioia Tauro.
Dopo l’intervento di Aldo Alessio hanno preso la parola il sindaco di Gioia Tauro Avv. Renato Bellofiore, che nel frattempo era arrivato, l’assessore in carica Monica Della Vedova, e il consigliere Cristina Tarantino, che hanno rivendicato il loro impegno per la legalità, rivendicando quasi il passaggio di testimone da quella esperienza a quella che stanno vivendo.
La platea e il tavolo della presidenza hanno dato l’impressione di condividere, meno forse l’autore del libro, in quanto non aveva previsto che le conclusioni prendessero questa piega.
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