Presentato il libro Padre Pino Puglisi, il prete abusivo, a trent’anni della morte L’autore è il parroco di San Procopio, don Leonardo Manuli, non è il primo, già nel 2019 aveva dedicato al parroco martire di Brancaccio
Il mese di marzo è conosciuto per il suo carattere altalenante, giornate di pioggia e giornate di caldo, e quando si fa sera è d’obbligo indossare qualcosa di più pesante. È il mese della quaresima per i cristiani, di preparazione alla pasqua, e nella piccola chiesa dedicata alla Madonna degli Afflitti, situata nella periferia di San Procopio, verso la parta più alta, in questi giorni è affollata da numerosi devoti di San Giuseppe per la novena al santo. Le giornate si allungano, ma la sera la temperatura si abbassa precipitosamente, anche perchè qui, ai piedi dell’Aspromonte, in collina, soffia un vento freddo. Nella novena di San Giuseppe è stato presentato il libro Padre Pino Puglisi, il prete abusivo, a trent’anni della morte (1993-2023). L’autore è il parroco di San Procopio, don Leonardo Manuli, non è il primo, già nel 2019 aveva dedicato al parroco martire di Brancaccio, periferia palermitana, il libro La follia del sorriso. Nato il 15 settembre 1937, fu ucciso il giorno del suo compleanno, il 15 settembre 1993. I sicari mafiosi lo aspettavano sotto la porta di casa, mentre stava rincasando, gli spararono alla nuca, e lui spiazzò i suoi aguzzini con un sorriso. A Brancaccio era parroco della parrocchia san Gaetano da circa tre anni, controllata dal clan mafioso dei Graviano, che aveva le mani in pasta anche nella festa del patrono. La sua missione era oltre le mura della chiesa, con i ragazzi, con gli anziani, prossimo ai poveri, nel tentativo di liberare Brancaccio dalla cappa mafiosa. L’omicidio del prete palermitano scosse la chiesa, perché la mafia non aveva mai osato toccare preti e religiosi.
Nella piccola chiesa di San Procopio, gioiello di fede e di storia per la piccola comunità, si è parlato di questo prete martire e beato. L’incontro è stato moderato dalla teologa del luogo, la dott.ssa Roberta Licari, alla presenza dell’autore. Il parroco e autore del libro, l’ha voluto come momento formativo, non solo per celebrare l’anniversario dei trent’anni della morte di Puglisi, anche per far conoscere una figura semplice e umile d’impegno sociale e di stimolo delle coscienze, che non riguarda solo i credenti.
L’Autore ha colloquiato con la moderatrice, raccontando le motivazioni e la passione nel parlare del Puglisi. L’evento partecipato da diversi fedeli è stato anche una opportunità per fare esperienza d’incontro con una figura di spicco della chiesa spiritualità cristiana. Di Puglisi il rischio è di farne un santino o una reliquia da baciare e poi dimenticare il cuore della sua vita e della sua missione. Attenzione!
Quella sera per Padre Puglisi era stata l’ultima, terminata con un sorriso, aveva già perdonato i suoi assassini, la sua gente aveva smesso di sognare con la sua tragica morte. Quel Parrino dalle orecchie grandi, dal comportamento semplice, con le sue catechesi sferzanti, dagli occhi profondi, rimarranno impresse nei cuori di chi l’ha conosciuto e di chi è rimasto colpito della sua testimonianza, che c’è anche una chiesa che si spende per gli altri senza stare sotto i riflettori.