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Processi “Zappa 2” e “Nuovo potere”: ascoltato ieri il vice questore aggiunto Diego Trotta

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Circa le investigazioni condotte dal 2002 al 2006 culminate con le maxi operazioni antidroga “Zappa” e “Zappa 2” e l’esecuzione di oltre 80 ordinanze di custodia cautelare che hanno disarticolato la cosca “Maesano-Pangallo-Favasuli” di Roccaforte del Greco, Roghudi e San Lorenzo ed hanno permesso il sequestro, in Italia e all’estero di armi, droga e valuta

Processi “Zappa 2” e “Nuovo potere”: ascoltato ieri il vice questore aggiunto Diego Trotta

Circa le investigazioni condotte dal 2002 al 2006 culminate con le maxi operazioni antidroga “Zappa” e “Zappa 2” e l’esecuzione di oltre 80 ordinanze di custodia cautelare che hanno disarticolato la cosca “Maesano-Pangallo-Favasuli” di Roccaforte del Greco, Roghudi e San Lorenzo ed hanno permesso il sequestro, in Italia e all’estero di armi, droga e valuta

 

 

Durante l’intera giornata di ieri, 12 ottobre, nell’ambito di uno stralcio dei Processi “Zappa 2” e “Nuovo Potere” è stato ascoltato dalla I^ Sezione del Tribunale di Reggio Calabria il Vice Questore Aggiunto Diego TROTTA, attuale dirigente del Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica per la “Calabria”.

Il Funzionario della Polizia di Stato – che all’epoca dei fatti dirigeva la Sezione Narcotici della Squadra Mobile della Questura reggina – ha deposto sugli esiti delle indagini culminate nelle note maxi operazioni antidroga “ZAPPA” (del 2004, con 43 arresti, in Italia e all’estero) e “ZAPPA 2” (del 2006, con altri 38 arresti, anch’essi in Italia e all’estero.

Operazioni che, com’è noto, sono già sfociate in una raffica di pesantissime condanne pronunciate dal sia dal GUP che dal Tribunale di Reggio Calabria in più riprese ed in tempi diversi nei vari filoni processuali.

Il Dott. TROTTA, in particolare, ha deposto sugli esiti delle investigazioni condotte a carico della potente temuta e sanguinaria ‘ndrina federata “MAESANO-PANGALLO-FAVASULI” operante a Roccaforte del Greco, Roghudi, Chorio di Roccaforte e San Lorenzo, da sempre impegnata nel traffico internazionale di COCAINA attraverso il suo boss: MAESANO Santo, detenuto già condannato all’ergastolo.

Il Dott. TROTTA ha ripercorso con dovizia di particolari le fasi delle due maxi operazioni e le risultanze a carico degli imputati nello stralcio processo.

L’11 febbraio 2004 scatta l’operazione “ZAPPA”.

Dopo due anni di indagini, la Sezione Narcotici della Squadra Mobile di Reggio Calabria, esegue 44 O.C.C. in Italia e all’estero disarticolando le potenti ‘ndrine “MAESANO-PANGALLO-FAVASULI” e “SERGI-MARANDO-TRIMBOLI”, egemone nel “Locale” di Platì. Durante le indagini la Polizia perviene al sequestro di cospicui quantitativi di sostanza stupefacente del tipo COCAINA ed HASHISH (in Lombardia, Spagna e Sudamerica) di un arsenale di armi da guerra della ‘ndrangheta munizioni ed esplosivi ad alto potenziale (ad Arma di Taggia, in provincia di Imperia) e cattura due latitanti: SARICA Giampaolo, a Novedrate (CO) ed un narcotrafficante cileno ZAVALA Marchan Hector Herman, a Salamanca (SPAGNA). La Squadra Mobile, dopo alcuni mesi d’attesa, assieme alla Polizia Spagnola, con la cattura del latitante, disarticolava, quindi, un’organizzazione di narcotrafficanti che fruiva delle coperture fornite da un insospettabile Funzionario di Polizia spagnolo. Nel corso dell’operazione, venivano sequestrati 10 Kg. di sostanza stupefacente del tipo COCAINA occultati in confezioni di cioccolatini provenienti dal Perù.

Proseguendo la disamina dei riscontri probatori progressivamente acquisiti dalla Squadra Mobile reggina nel corso dei due anni d’indagine, il Dott. TROTTA ha fatto cenno a due distinti omicidi verificatisi, in tempi diversi, a Reggio Calabria ed a Madrid, sui quali è stata fatta piena luce.

Il 5 Dicembre 2001 veniva barbaramente trucidato a colpi d’arma da fuoco a Reggio Calabria SGRO’ Gaetano, nato a Roccaforte del Greco (RC), cl.’56. Grazie ai riscontri acquisiti alla vigilia ed all’indomani del suo omicidio, la Squadra Mobile reggina individuava all’epoca negli arrestati MAESANO Santo e MAESANO Francesco, i mandanti di detto omicidio.

Altro omicidio su cui è stata fatta piena luce grazie alle indagini connesse all’Operazione “ZAPPA” è stato commesso in Spagna nell’aprile del 2002.

La Guardia Civil Comandancia di Madrid, raccordata alla Squadra Mobile reggina attraverso la Direzione Centrale per i Servizi Antidroga del Dipartimento della Pubblica Sicurezza, traeva in arresto il 25 Aprile 2003 il cittadino colombiano GRANADOS BARRERA Francisco Ernesto, detto “Pacho”o “El Malo”, nato a Bogotà (COLOMBIA), cl.’56, residente a Madrid, ritenuto responsabile dell’omicidio del suo connazionale NICHOLLS POSADA Carlos, non meglio identificato, avvenuto in Madrid (Spagna) il 15 Aprile 2002. Quest’ultimo, immune da pregiudizi in Spagna, aveva il compito di raccogliere il danaro proveniente dal traffico di stupefacenti e inviarlo, in piccole quantità, agli stessi fornitori. L’assassino avrebbe agito per evitare di pagare al POSADA la somma di un Milione di Pesetas. Nel corso della perquisizione dell’abitazione del GRANADOS BARRERA si rinveniva la relazione tecnica d’analisi chimica effettuata dal Gabinetto Regionale di Polizia Scientifica per la Lombardia concernente il rinvenimento e sequestro dei 16 Kg. di COCAINA in occasione degli arresti effettuati, a Milano nel dicembre del 2002 a carico di tre indagati arrestati poi nell’operazione “ZAPPA”. L’ingente quantitativo di cocaina sequestrato a margine dei predetti arresti faceva parte di una ben più cospicua spedizione di Kg. 150 di cocaina che il narcotrafficante ROMEO Vincenzo Pasquale, su incarico del capo del sodalizio oggetto d’indagine MAESANO Santo, allora detenuto in Spagna presso il Centro Penitenziario “Valdemoro” di Madrid, aveva provveduto ad esportare dalla Spagna sino a Milano pochi giorni prima degli arresti e del sequestro de qua. Nella circostanza, difatti, il ROMEO, si era recato personalmente in Spagna a curare operativamente i dettagli della spedizione e tenuto sotto controllo dagli Agenti della Sezione Narcotici della Squadra Mobile reggina e del collaterale Organo di Polizia iberico. Il rinvenimento presso l’abitazione di GRANADOS Barrera Francisco Ernesto, del predetto verbale d’analisi qualitativa non poteva non essere intimamente connesso alle vicende investigative sviluppatesi attorno agli arresti dei predetti sodali ed a conseguenti attriti tra gli acquirenti calabresi, da un lato, capeggiati dal MAESANO ed i fornitori spagnoli e sudamericani, dall’altro. La cocaina fornita nella circostanza fu ritenuta di pessima qualità ed adulterata. Di qui l’azione ritorsiva e l’omicidio.

Il 27 gennaio 2006 scatta l’operazione “ZAPPA 2”.

Dopo altri due anni di indagini, la Sezione Narcotici della Squadra Mobile di Reggio Calabria, esegue altre 38 O.C.C. in Italia e all’estero a carico di altri boss, luogotenenti e gregari delle potenti ‘ndrine “MAESANO-PANGALLO-FAVASULI” e “SERGI-MARANDO-TRIMBOLI”.

Il Dott. TROTTA ha ripercorso le tappe più importanti di questa seconda maxi operazione antidroga che si dipanarono dipanate in numerose direttrici che, a loro volta, si svilupparono, anzitutto, sotto il profilo probatorio – con il sequestro di valuta contraffatta ovvero illecitamente introdotta nel territorio nazionale, per complessivi 104.500 €uro palesemente contraffatti e complessivi 22.715 €uro in valori bollati nonché di nr. 598 banconote di nazionalità croata da 50.000 (cinquantamila) Pesedet Tisuca, aventi numerazione sequenziale e l’acquisizione di un rilevante bagaglio di elementi probatori.

Elementi probatori ed informativi che, ad esempio, consentirono di sventare in Spagna, a Madrid, due distinti tentativi di evasione del capo dell’omonima ‘ndrina sopra indicata, MAESANO Santo, inteso “Hoffa”, “Professore”, “Marco”, “Carlos”, “James”, cl.’ 57, all’epoca detenuto in Spagna. Il MAESANO, difatti, catturato a Palma de Majorca il 20/05/2002 a seguito di un lungo periodo di latitanza trascorso in Spagna, fu per lungo tempo sottoposto a mirate investigazioni anche in Commissione Rogatoria Internazionale, svolte dalla Sezione Narcotici della Squadra Mobile, prima e dopo la sua cattura.

Grazie a tali attività – protrattesi anche durante la detenzione del boss MAESANO presso il centro penitenziario “Valdemoro” di Madrid, ove manteneva, indisturbato, i contatti telefonici con i suoi più fedeli e pericolosi complici – la Sezione Narcotici della Squadra Mobile contribuì a sventare un primo tentativo di evasione del potente e carismatico boss mafioso il quale, il 30/12/2003, approfittando di un periodo di detenzione sanitaria accordatogli dalle Autorità spagnole presso l’ospedale madrileno “XII de Octubre”, approntò, per come descritto dal Dott. TROTTA, un commando armato appositamente giunto a Madrid dalla Locride, composto, tra gli altri, dagli imputati TRIPODI Natale, IARIA Domenico Carmelo e dall’allora latitante PANGALLO Antonino, inteso “Chiumbino” o “Cinghiale”, cl.’ 70, poi catturato a Madrid il 04/03/2004 da Poliziotti della Sezione Narcotici, del Servizio Centrale Operativo della Polizia di Stato, del Servizio di Polizia Scientifica, della Direzione Centrale per i Servizi Antidroga e dell’Interpol, unitamente a Personale Dipendente della Jefatura Superior de Policìa – Brigada Provincial de Policia Judicial – di Madrid, in esito ad investigazioni rogatoriali. Nella circostanza, il commando armato, pronto ad intervenire all’esterno dell’ospedale, fu scoperto dalla Guardia Civil che trasse in arresto solo il cittadino spagnolo MOLINA NIETO Antonio Luis, di Saragozza (Spagna), cl.’ 69, residente a Madrid (SPAGNA) anch’egli indagato nel contesto delle medesime investigazioni, ma non colpito da misura cautelare. Gli altri complici riuscirono a dileguarsi.

Successivamente, la Polizia reggina sventò un secondo tentativo di evasione del pericoloso boss narcotrafficante comunicando tempestivamente al Collaterale Organo di Polizia iberico che i medesimi appartenenti al sodalizio, fatti giungere nuovamente in Spagna da Reggio Calabria, avevano, alla vigilia dell’estradizione, approntato un commando equipaggiato con armi ed esplosivi per liberare il prigioniero, assaltando il convoglio utilizzato per il trasporto del boss dal penitenziario all’aeroporto di Madrid. L’adozione di rigidissime misure di sicurezza, sia in Spagna che in Italia, impedirono che il piano fosse portato a compimento. Il MAESANO Santo, difatti, fu regolarmente estradato in Italia in data 27/01/2004.

Le menzionate direttrici investigative si sono, poi, sviluppate anche sotto il profilo geografico su numerosi filoni d’indagine nazionali ed internazionali, corrispondenti a quelle che si sono delineate come le rotte di trasporto ed approvvigionamento della sostanza stupefacente: numerose regioni d’Italia, Spagna, Francia, Marocco, e le nazioni sudamericane della Colombia, del Perù, dell’Ecuador, del Venenzuela e del Cile.

Personaggi chiave dell’indagine di sono rivelati, in una fase iniziale, i noti boss delle appena menzionate consorterie mafiose MAESANO Santo e SERGI Paolo e, nella fase più concitata e recente delle investigazioni, i potenti narcotrafficanti PANNUNZI Roberto, inteso “Bebé”, cl.’ 48, nato a Roma – già inserito nell’elenco dei “30” latitanti di massima pericolosità facenti parte del “Programma Speciale di Ricerca” selezionati dal Ministero dell’Interno – e suo figlio, PANNUNZI Alessandro, inteso “Alex” o “Miguel” o “Luca”, cl.’ 72 – a sua volta già inserito nell’elenco dei “500” latitanti più pericolosi – unanimemente considerati i più potenti, autorevoli ed accreditati narcotrafficanti italiani, entrambi tratti in arresto a Madrid il 04/04/2004, grazie ad investigazioni rogatoriali promosse dalla Sezione Narcotici della Squadra Mobile di Reggio Calabria e sviluppatesi in Spagna.

Il PANNUNZI Roberto, anch’egli indagato nell’ambito dell’Operazione “ZAPPA 2”, e suo figlio PANNUNZI Alessandro, inteso “Alex” o “Miguel” o “Luca”, sono considerati i “Principi” del narcotraffico internazionale. PANNUNZI Roberto, dopo la brillante operazione condotta a Madrid che ha portato alla sua cattura, nel marzo del 2012 e per la seconda volta, è nuovamente evaso da una clinica privata di Roma ove era riuscito a farsi ricoverare ed è nuovamente latitante!!

Il primo, già elemento di spicco della ‘ndrina facente capo al defunto boss MACRI’ Vincenzo di Siderno, era stato estradato l’1/12/1994 dalla Colombia dove era stato arrestato il 29 gennaio di quello stesso anno. Un portavoce della Polizia precisò che allora il PANNUNZI era considerato il mediatore più importante tra i cartelli della droga colombiani, Cosa Nostra e la ‘ndrangheta. Egli viveva da quattro anni in Colombia dove si era sposato ed ha avuto un figlio.Imparentati con la ‘ndrina MACRI’, una delle più forti della ‘ndrangheta, i PANNUNZI hanno rifornito, secondo le risultanze delle investigazioni a loro carico, siciliani e calabresi operanti in tutte le regioni italiane, spedendo in Europa partite di cocaina sempre superiori al quintale! Con la mafia siciliana – secondo precise ipotesi investigative – hanno operato d’intesa con le cosche di BADALAMENTI Gaetano ed ALBERTI Gerlando. Sarebbe stato proprio PANNUNZI Roberto a mettere in contatto la cosca di ALBERTI con i narcotrafficanti marsigliesi, convincendo un chimico Renè Bousquet, a trasferirsi a Palermo e ad impiantare la prima raffineria di eroina in una villetta nei pressi dell’aeroporto di Punta Raisi. Il processo riprenderà tra una settimana con l’esame di altri Ufficiali di P.G. della Squadra Mobile.

Il Collegio del Tribunale di Reggio Calabria era presieduto dal Giudice Francesco PETRONE.