“Terramara-Closed”, Sposato sui fratelli Romeo: “Hanno comprato la loro libertà per vendersi la mia” Sulla questione della bomba all'auto del sindaco Scionti, l'ex capogruppo PD in Consiglio Comunale Falleti si è avvalso della facoltà di non rispondere. Francesco Sposato ha ribadito la propria estraneità ai fatti e si scaglia contro i fratelli Romeo
Nel processo per fare luce sulla bomba che distrusse la macchina della moglie del primo cittadino di Taurianova, Fabio Scionti, in corso di svolgimento a Palmi, l’ex capogruppo del Pd in Consiglio comunale, Pino Falleti, difeso dall’avvocato Giunta, coinvolto nella grave vicenda che lo vedrebbe coinvolto nell’invio di lettere minatorie al sindaco di Taurianova ed alla sua persona, si è avvalso della facoltà di non rispondere alle domande dei giudici. In corso, inoltre, l’interrogatorio di Francesco Sposato, ex assessore comunale, il quale, rispondendo alle domande del suo legale, avvocato Cianferoni e Crucitti , ha ribadito la propria estraneità ai fatti che gli vengono imputati, scagliando pesanti alle frecciate all’indirizzo dei fratelli Romeo per la dichiarazione resa in Questura nel 2012: “Si sono comprati la loro libertà per vendersi la mia”.
Prosegue l’uomo durante l’interrogatorio: “I Romeo facevano riunioni per far estromettere non me, ma l’ex vicesindaco Terrranova e gli assessori Cordopatri e Padovano, facenti parte della giunta nel primo mandato Romeo. Volevano incastrare me. Queste persone – i fratelli Romeo -, dicono voci di popolo, sembrerebbe siano stati loro ad uccidere il cavallo di proprietà per dare la colpa a me ed incastrarmi”. Prosegue Sposato: “Sul cimitero di Jatrinoli, quando Giuseppe Sposato è venuto al Comune, né io né il sindaco sapevamo nulla perché ci eravamo insediati da poco e poi sono venuti i tecnici, la sorella del sindaco di Polistena e Fabio Scionti. Noi abbiamo bocciato la procedura per approvare il project financing del cimitero di Jatrinoli. Non ci fu interesse da parte di nessuno a portarlo e non abbiamo mai avuto pressioni. Il sindaco Romeo, di nascosto, ha fatto togliere l’avvocato Giovinazzo dalla Gioseta nominando l’avvocato Polifrone come presidente della stessa. Noi ci siamo alterati perché non ne sapevamo nulla, sono state fatte delle riunioni perché c’era il rischio di dimissioni di alcuni consiglieri. Romeo ha fatto tutto di testa sua, senza consultare nessuno, ha nominato un presidente quando noi sapevamo già che dovevamo uscire dalla Gioseta. Il caso degli Lsu è stato uno degli ultimi malumori con Romeo, ci ha consegnato una delibera preconfezionata senza alcun criterio. Doveva dare il posto ad un elettricista che era il padre di un consigliere comunale di allora (Laface)”.
Incalza Sposato: “Alla risposta che nessuno voleva approvare la delibera c’era la Cordopatri, se non c’erano dei criteri di assunzione a soli tre lavoratori, invece che ad altri, non l’avrebbero votata. E Romeo in maniera arrogante si girò verso di lei rispondendo che se la vuole votare bene altrimenti se ne può andare a casa. Poi sono stati richiamati per votarla in quanto la delibera è stata cambiata con venti assunzioni e quindi ha avuto il via libera. Da quel momento è iniziato l’odio con il sindaco. L’incontro a casa di Marcello Romeo, padre del sindaco, non ci fu mai, come invece hanno dichiarato i fratelli Romeo sulla questione del cimitero di Jatrinoli. Sono solo fantasie che si sono inventati loro per odio personale. Il sindaco Romeo mi odiava anche per la mia richiesta sui soldi spesi per l’urgenza dell’alluvione del 2008”.
Continua ancora Francesco Sposato: “La vita di Antonio Romeo la conoscevano tutti, forze dell’ordine comprese. Si dice che si prendevano false giornate agricole. E sono pure protestati. Il sindaco ha voluto organizzare una riunione tra i partiti e lui non si è presentato, ma l’ha fatto con l’allora presidente del consiglio Brizzi. Il vicesindaco si accorge di una luce che poi si tratta di un registratore mp3. Prima di montarlo si notano voci registrate accidentalmente. Lo stesso Sposato dichiara che chi l’ha messo è stato Laface Antonio, padre di un consigliere comunale ed è cognato di uno della famiglia Sposato. Era presente nella stanza quando il sindaco mi ha estromesso anche Mimmo Petullá, cognato degli Sposato, perché sposato con una sorella. Il sindaco Romeo prendeva decisioni collegiali nel primo anno, ed è andato tutto bene. Dall’ingresso di Niní Crea in giunta, e dopo il suo fidanzamento con la Viola, si è trasformato in una posizione arrogante e prendeva decisioni per conto suo senza consultare nessuno, minacciando di mandarci a casa”.
Sposato alla fine della sua deposizione ribadisce che con Antonio Romeo i rapporti erano ottimi tant’è che, dichiara, “ero quasi tutte le sere nella sua pizzeria e una volta ho pure rischiato la vita quando gli hanno sparato l’automobile vicino al ristorante”, e inoltre, “sono stato io ad accompagnarlo a riprendersi la macchina in un luogo dopo che gliel’avevano rubata e crivellata a colpi d’arma da fuoco. Poi per questioni di intresse abbiamo chiuso ogni rapporto. Interesse per lui e non per me”.
Alla fine della deposizione il Giudice ha disposto la prossima udienza il prossimo 22 ottobre alle ore 10.30