Produttivita’, Passera: finiti tempi di sgravi a pioggia
redazione | Il 23, Nov 2012
Bersani: bene, governo vada avanti
Produttivita’, Passera: finiti tempi di sgravi a pioggia
Bersani: bene, governo vada avanti
ROMA – “Costruire meccanismi di partecipazione che possano fare esprimere i lavoratori su regole condivise è necessario. Il governo vada avanti su questa strada”. Lo ha detto il segretario del Pd Pier Luigi Bersani a ‘Radio Anch’iò su Radio Rai.
“L’accordo sulla produttività è un bel passo avanti, spiace che qualcuno si sia tirato indietro. Tutto ciò che va nella direzione di mettere qualche euro in tasca ai lavoratori e semplificare la vita delle imprese é un ottimo passo in avanti”. Lo ha detto il candidato alle primarie del centrosinistra Matteo Renzi sempre a ‘Radio Anch’io’.
PASSERA, RIDOTTO UN ALTRO SPREAD NEGATIVO – “La produttività non è un fattore generico di settore o di Paese, ma qualcosa che varia per ogni azienda. In questi anni il fatto di scollegare gli aumenti salariali dagli aumenti di produttività ci ha portato a uno spread, una differenza negativa di produttività per dipendente, che in alcuni settori ci mette fuori mercato”. A dirlo, in un’intervista alla Stampa, il ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera, secondo cui con l’accordo sulla produttività é stato “ridotto un altro spread negativo dell’Italia”. “Il tempo degli sgravi a pioggia, che vanno a tutti, è finito. I nostri andranno a quei contratti che in modo dimostrabile creino maggiore produttività”, sottolinea Passera, che si dice “dispiaciuto” per la mancata firma della Cgil. Tuttavia, aggiunge, “la concertazione non può essere confusa con il diritto di veto”. Sulle agitazioni di piazza, “la situazione dell’occupazione é peggiore di quella che ci raccontano i dati ufficiali, perché ai disoccupati vanno aggiunti gli inoccupati, i sottoccupati e i cassintegrati. Il disagio sociale è ampio: tutto grava sulle famiglie e, al loro interno, sulle donne”, dichiara Passera. “Bisogna far crescere le imprese per creare lavoro, e bisogna con altrettanta certezza dare più serenità alle famiglie per i bisogni sociali e il Welfare. Per togliere pressione dalle famiglie certe volte bastano cose semplici come gli asili nido o le badanti per gli anziani”. Nell’intervista il ministro esprime soddisfazione per l’operato del governo. “Questo esecutivo sta rifacendo le fondamenta della casa. Era necessario e in condizioni così avverse abbiamo fatto il massimo, ma molto resta da fare. Sarà compito del prossimo esecutivo continuare”. Quanto al suo impegno in politica, “adesso voglio finire il mio lavoro di ministro”, ma “é chiaro che a un certo punto mi porrò il tema se è il caso di fare, o di provare a fare, un altro pezzo di strada in questo mondo dove sono da un anno”.
NAPOLITANO ‘CHIAMA’ CGIL. PASSERA,DISPIACE – L’accordo sulla produttività firmato formalmente mercoledì sera a Palazzo Chigi da imprese e sindacati ad eccezione della Cgil “é comunque un fatto importante”, dice il presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano. Ma, aggiunge il capo dello Stato, “mi auguro che ci sia un riavvicinamento perché è importante che non manchi il contributo della Cgil”. Chiuso il negoziato, sul no della confederazione guidata da Susanna Camusso intervengono anche i ministri dello Sviluppo economico e del Lavoro, Corrado Passera ed Elsa Fornero, ma anche i partiti, a cominciare dal Pd. “Siamo molto dispiaciuti della mancata firma della Cgil”, commenta Passera, sostenendo però che le motivazioni portate dal sindacato di corso d’Italia “oggettivamente non tengono”. Secondo la Cgil, innanzitutto, questo accordo determina una riduzione dei salari reali dei lavoratori, oltre a non dare risposte a questioni strettamente sindacali, a partire dalla rappresentanza. Anche Fornero esprime “dispiacere” per la non adesione della Cgil “perché – sostiene – date le difficoltà che il Paese sta affrontando agire in piena concordia sarebbe stato un grandissimo risultato”. Ma respinge l’accusa che le misure contenute nell’accordo diminuiranno il potere d’acquisto dei lavoratori. “Noi lavoriamo per aumentare la produttività, l’aumento della produttività è l’unica base per aumentare i salari”, insiste Fornero. Sul fronte Pd, per il segretario Pier Luigi Bersani, quello della Cgil “non è un passo indietro”. E indica due punti in particolare, “due condizioni” per rendere “efficace” l’accordo, cioé per “decentrare” la contrattazione rafforzando il secondo livello e per defiscalizzare il salario di produttività (obiettivo per il quale il governo ha messo a disposizione 2,1 miliardi di euro per il 2013-2015). “Una – afferma Bersani – è che si parli di investimenti veri in innovazione, e questo è da verificare, e l’altra è che ci sia un modello di rappresentanza dei lavoratori che possa vedere una loro partecipazione nelle scelte aziendali”. Anche il responsabile economia del Pd Stefano Fassina punta il dito sulla rappresentanza e la democrazia sindacale, con “la coerente applicazione” dell’accordo del 28 giugno del 2011: un “problema molto serio. E’ un punto ineludibile. Il governo deve farsi parte attiva per risolverlo. E’ un passaggio fondamentale per contribuire a percorsi unitari sia nella contrattazione di categoria che nella contrattazione aziendale”. Per il sindaco di Firenze, Matteo Renzi, candidato alle primarie del centrosinistra di domenica prossima, invece “non si possono avere sindacati che dicono solo di no: è importante che ci siano in Italia sindacati che sanno dire anche sì”. L’ex ministro del Lavoro, Maurizio Sacconi, considera positivo l’accordo e ritiene inutile inseguire la Cgil: “Si conferma l’impostazione del Governo Berlusconi così come si conferma l’opposizione ideologica della Cgil”.