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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 07 OTTOBRE 2024

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“Promessa non fatta sul regionalismo differenziato” Lo sostiene Domenico Francesco Richichi, componente la Commissione di Garanzia Regionale del Partito Democratico

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Dopo il suo discorso fatto domenica a Reggio per illustrare la sua mozione per le primarie del Partito Democratico, all’on. Maurizio Martina è stata attribuita la tesi che sia contrario al federalismo differenziato. Non è così. L’on. Martina, da persona per bene e corretta quale è, si è detto contrario sì, ma “alle fughe in avanti di Lega e 5stelle sul regionalismo differenziato”. E non poteva essere diversamente perché il regionalismo differenziato è stato introdotto con la riforma del titolo quinto della Costituzione con una legge voluta e proposta dalla sinistra.

Il problema è che il partito democratico, sull’argomento ha varie anime: le segreterie regionali del PD di Veneto, Lombardia (regione di Martina) ed Emilia-Romagna hanno, di recente, approvato un documento che spinge verso l’introduzione della legge proposta dalla Lega; al sud si fanno, da parte dei consigli regionali a guida PD, documenti per richiamare l’attenzione sul pericolo dell’approvazione della legge e si contrappone la creazione di una macro regione del sud; in Campania, il presidente PD della giunta regionale fa una richiesta analoga a quella che hanno fatto Lombardia Veneto ed Emilia-Romagna. Siamo in un mondo nel quale il PD non ha una linea ed una idea chiare precise e trasparenti. Si capisce la difficoltà che, purtroppo, si debba conciliare l’inconciliabile, però un indirizzo il PD lo deve pur dare e, secondo quanto ha detto Martina l’indirizzo è quello che viene fuori dal riformato articolo 117 comma M della costituzione che, nel 2001, il parlamento ha approvato in sede di riforma del titolo quinto. Art. 117 “ Lo stato ha legislazione esclusiva nelle seguenti materie: ……m) determinazione dei livelli essenziali delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale”…..

Oramai non è più tempo di recriminazioni. Il pericolo secessionista del nord c’è ma non è nel regionalismo differenziato, che, esiste e va regolamentato. Quindi, il PD, in Parlamento deve fare in modo che non venga stravolga la legge. Occorre vigilare affinché non venga rovesciato il concetto e il metodo della legge. Il governo guidato dalla Lega anziché partire dai livelli essenziali delle Prestazioni vuole partire dalla autonomia differenziata che comporterebbe l’introduzione del concetto di un regionalismo fai da te, con risvolti para secessionisti.

Pertanto, si deve obbligare il governo a fissare, per legge, i LEP (livelli essenziali delle prestazioni), da non confondere con i LEA (livelli essenziali di assistenza), e poi determinare le materie da trasferire alle regioni e bisogna combattere contro l’approvazione della attuale proposta del governo Lega/5stelle che prevede, ad esempio, che un cittadino calabrese che volesse o dovesse ricorrere ad accertamenti sanitari o interventi chirurgici in una struttura di Lombardia, Veneto o Emilia Romagna, dovrà pagarsi le spese per, poi, richiedere il rimborso alla regione Calabria. Spese che potrebbero andare dai 300 euro per una risonanza magnetica alle migliaia di euro di un intervento chirurgico di particolare specializzazione. Tale proposta non deve passare e Martina si è impegnato in tal senso ma non nel senso di essere contrario al regionalismo differenziato, approvato troppo in fretta nel 2001.

Domenico Francesco Richichi, componente la Commissione di Garanzia Regionale del Partito Democratico