Promossa l’iniziativa “Primavera al Tiberio Evoli”
redazione | Il 13, Apr 2013
Il comitato “Mamme per un futuro” in collaborazione con il comitato civico “Pro Condofuri”, propone la messa a dimora di piante nelle aiuole perimetrali dell’ospedale di Melito Porto Salvo
Promossa l’iniziativa “Primavera al Tiberio Evoli”
Il comitato “Mamme per un futuro” in collaborazione con il comitato civico “Pro Condofuri”, propone la messa a dimora di piante nelle aiuole perimetrali dell’ospedale di Melito Porto Salvo
Riceviamo e pubblichiamo:
Riteniamo doveroso e quanto mai necessario rendere pubbliche le nostre
considerazioni circa la vicenda rassegnata a mezzo stampa dall’ASP di Reggio Calabria in
data 10 aprile u.s.
È evidente che, con la nota stampa in commento, l’ASP e la Regione Calabria hanno
delineato ben chiaramente le future sorti dell’ospedale di Melito, cosa che sino ad oggi non
ci era stato dato di capire.
Più che ipotesi “ciclicamente diffuse dai comitati civici”, purtroppo, è la disvelata
verità; quella VERITA’ che è bene celare dietro l’UTILE opportunismo politico, che fa
apparire bello anche il riprovevole.
Si continua a parlare di accorpamento, senza che siano mai stati pubblicati o
altrimenti resi disponibili gli atti amministrativi predisposti in tal senso. Quello che è stato
presentato come accorpamento funzionale, in realtà non è altro che un’azione temporanea
di potenziamento di alcune branche chirurgiche, di certo necessarie per l’ottimizzazione
dei servizi sanitari, ma ben lontane dal soddisfare le esigenze e le attese sanitarie dei
cittadini. La sottoscrizione delle convenzioni con stimabili professionisti, seppur lodevole
in un’ottica di rilancio della struttura, non rappresenta certo la risposta alle esigenze
denunciate dai cittadini del comprensorio. L’accorpamento, se di questo vogliamo parlare,
presuppone la presenza di un unico Dirigente medico tra la struttura di Melito e quella di
Reggio, che non vada ad incidere sul bilancio economico sanitario.
Nonostante le smentite, evidentemente dettate da ragioni di opportunità politica,
rimane il fatto che è stata disposta la soppressione dell’OBI di Pronto Soccorso e di
Pediatria; tale evento, riducendo ulteriormente i servizi offerti dall’ospedale di Melito,
ridurrà gli accessi e le prestazioni richieste, cui seguirà a breve il depotenziamento del
Laboratorio Analisi e della Radiologia. A tale riguardo, prendiamo atto dell’impegno a
non sopprimere tali strutture, ma che ne sarà dei servizi di Oculistica, Dermatologia ed
Otorino, dei quali si paventa da tempo il trasferimento presso il nosocomio di Locri ? Altro
che garantire i servizi sanitari necessari alle comunità dell’area grecanica ! Nonostante le
chiare intenzioni manifestate dal presidente della Regione Calabria qualche giorno prima
della consultazione elettorale, dobbiamo prendere atto che “per quanto riguarda la Pediatria
si rileva che essa non è prevista dalla legge negli Ospedali generali, dunque nessun impegno era
stato assunto né poteva essere assunto sul suo mantenimento”. Quindi, se da una parte l’ASP
sente la necessità di smentire le voci della comunità civile, dall’altra CONFERMA le stesse
voci sostenendo che giusto servizi essenziali vanno eliminati ! Finalmente vengono alla
luce le reali intenzioni di questa classe politico-dirigenziale; si è avuto il coraggio di dire:
Pediatria va chiusa perché qualcuno (sulla carta e tanto tempo fa) ha deciso che il T. Evoli
dovesse essere classificato quale Ospedale Generale, sebbene ricadente in un’area
fortemente disagiata dal punto di vista orografico e delle infrastrutture viarie; malgrado
tutto, si ha la presunzione di incentivare con i Pisl il ripopolamento dei piccoli centri,
incentivando quantomeno gli abitanti a non abbandonare le aree disagiate.
Visto, poi, che l’ASP fornisce dei numeri a giustificazione della decisione di
chiudere Pediatria, allora riteniamo di dover fare alcune considerazioni di opportunità
amministrativa, ex art. 97 Cost. ed ancor prima di pubblico dominio.
Invero, dati alla mano, che evidentemente smentiscono la faziosa ASP, l’U.O. di
Pediatria, nonostante la chiusura del Punto Nascita, sta garantendo agli utenti dell’area un
numero di prestazioni che, nel corso dell’anno vengono globalmente stimate in migliaia,2
tra OBI, consulenze, visite ed esami effettuati. Più nello specifico, la pediatria cura in OBI
circa il 95% dei bambini che vi afferiscono, evitando centinaia di ricoveri presso gli
Ospedali Riuniti di Reggio e facendo risparmiare alla Regione centinaia di migliaia di euro
l’anno. Come mai tutto questo non interessa a chi ha così gravi problemi di bilancio?
Di contro, se a Melito è inadeguato, come si sostiene l’ASP, mantenere un’attività di
Pediatria, come giustificare la presenza di un ambulatorio di Pediatria presso la Casa della
Salute di Scilla (nemmeno più Presidio Ospedaliero), dove le prestazioni rese si contano in
meno di venti l’anno?
In quello che si afferma non c’è giustizia sociale, dal momento che certe scelte
disparitarie non trovano corrispondenza o giustificazione nella realtà territoriale e sociale.
Ma se di adeguatezza di determinati servizi bisogna continuare a parlare, ci dicano
l’ASP e il Commissario per il piano di rientro sanitario, perché a Melito, dove è stato creato
un Servizio di Oncologia costato ai contribuenti circa 100.000,00 euro, questo non è stato
avviato, sebbene, ad oggi, si stia sopportando una onerosa consulenza per la radioterapia
con l’Azienda Ospedaliera “Bianchi-Melacrino-Morelli” ? Di contro, si scopre che presso la
Casa della Salute di Scilla vengono effettuati anche ricoveri in DH per le terapie
antiblastiche per conto dell’ospedale di Gioia Tauro.
Forse anche questo è per la Regione Calabria e per l’ASP di Reggio la
razionalizzazione della spesa e l’adeguatezza dei servizi sanitari o, peggio ancora, la
riorganizzazione dei servizi in un’ottica di accorpamento ? Ci dicano la verità la Regione e
l’ASP di Reggio su questo e su tanto altro ancora ! É forse quella consegnata agli organi di
stampa la verità? (taluni organi di stampa stranamente, però, danno informazione e spazio
a notizie unidirezionali. Beh, neanche questo ci stupisce più).
Dovrebbe, però, dire l’ASP di Reggio Calabria, che tanto si affanna per correre in
aiuto della dissennata ed incomprensibile politica sanitaria regionale, che la legge
nazionale prevede PRESIDI OSPEDALIERI in ZONE DISAGIATE, ove bisogna garantire
Unità operative di Medicina e Chirurgia non prettamente d’urgenza. In ragione di quanto
sopra, i Presidi Ospedalieri che superino i 20.000 accessi l’anno (e l’ospedale di Melito li
supera) devono essere dotati di posti di Osservazione Breve Intensiva, sia per l’area
medica che chirurgica (per area medica si intendono servizi quali Medicina, Pediatria,
Dermatologia, Nefrologia, Dialisi, Psichiatria, etc., per area chirurgica quelli di Ortopedia,
Chirurgia generale, Oculistica, Otorino, Urologia, etc.). Pertanto, i posti di OBI per il
Pronto Soccorso (compreso l’unico posto pediatrico ora attivo) sono più che giustificati da
un punto di vista normativo, visto che l’unico problema per la regione Calabria e per
l’ASP sembra essere l’osservanza delle leggi. Sulla stessa linea di previsione normativa si
pone, poi, la Delibera di Giunta Regionale n. 492/2010, in materia di “riordino delle funzioni
di emergenza-urgenza anche in relazione alla ridefinizione della rete ospedaliera”. Come mai la
direzione dell’ASP ignora questa delibera e non ne tiene alcun conto ?
La verità, come vuolesi dimostrare con la presente, non sta nelle supposizioni
normative di chi si rifugia dietro dati economici sterili, dimenticando che la Sanità, per
legge, non produce utili economici diretti, ma deve garantire l’accesso alle cure in
condizioni di parità con tutto il territorio nazionale.
Su tutto rimane il fatto, da non sottacere, che delle promesse fatte, in campagna
elettorale, dal presidente della Regione Calabria e dal suo staff direttoriale, nessuna è stata
realizzata:
– C’era stato garantito che nessun depotenziamento dei servizi offerti dal Tiberio
Evoli vi sarebbe stato: oggi assistiamo alla chiusura anche dell’OBI di Pronto Soccorso e di
Pediatria, cui seguirà a breve quelle di altri servizi;3
– C’erano state garantite nell’immediatezza altre due ambulanze medicalizzate:
nemmeno l’ombra, se non quella che si trascina dell’unica esistente per tutte le necessità
sanitarie (urgenze e trasferimenti);
– C’era stato garantito che i parti in urgenza (urgenti anche in considerazione
dell’impossibilità a trasferire la partoriente a Reggio in condizione di sicurezza) si
potessero effettuare: nulla è stato fatto;
– C’era stato garantito il ripristino di alcuni posti letto di psichiatria: nulla è stato
fatto;
– C’era stato garantito l’adeguamento strumentale e tecnologico delle varie U.O: allo
stato si continua ad operare in maniera a dir poco fortunosa.
Che dire, quindi, di tutte le promesse, BELLE PAROLE che non fanno bella l’offerta
sanitaria che l’area è costretta ad elemosinare e quasi a supplicare.
Diceva Schindler: “Salva una vita e salverai il mondo”; per i politici calabresi, invece,
sembra valere invece la cinica regola, “sopprimi il T. Evoli e salverai …” CHI ?
Dovremo forse aspettare di piangere per malasanità la morte di qualche bambino,
di qualche figlio, di un genitore perché i nostri politici-super manager si accorgano della
indispensabilità dei servizi offerti sul territorio dall’Ospedale T. Evoli ? Vogliono
continuare a speculare sulla pelle dei cittadini i nostri politici, su quella dei più deboli ?
Discorso a parte riguarda la manutenzione del verde e delle aree dismesse del
nosocomio, che sono e rimangono fattori marginali rispetto alla reale problematica
dell’offerta dei servizi sanitari che vengono rivendicati per l’ospedale di Melito. A nostro
modo di vedere, si è voluto creare artatamente un polverone su questioni contingenti per
coprire o, peggio ancora, sminuire e distogliere l’attenzione sulle necessità vere della
struttura.
Sintomatico e preoccupante è, infatti, che la Direzione Generale dell’ASP “scarichi”
tutta la problematica sul Direttore Sanitario dell’Ospedale, quando sa bene che per poter
operare in determinati settori e ambienti è necessario che tutti gli organi collaborino e
rispondano alle esigenze ultime della collettività. Noi non possiamo condividere la
gratuita affermazione, per averne avuto prova, che la Direzione Sanitaria dell’ospedale di
Melito non si sia adoperata fattivamente per ottenere la manutenzione delle aree esterne.
Lasciamo il resto all’intelligente considerazione di quanti hanno conosciuto la vicenda, ma
crediamo che quanto detto costituisca una ingiusta mistificazione della realtà (forse,
dovremmo credere, messa in atto per colpire giusto la Direzione Sanitaria dell’ospedale di
Melito, l’unica che in questo tempo si è spesa fattivamente e con atti concreti per garantire
i servizi sanitari che oggi ci vediamo negati?) Il tempo, naturalmente, ci darà ragione
anche su questo.
Tralasciamo, per il resto, ogni considerazione sulle condizioni della sala mortuaria,
cui erano stati apposti i sigilli già dal 2008 da parte dei NAS, come giustamente
rappresentato dalla nota dell’ASP e da tutti risaputo.
Concludendo, chiediamo all’ASP di Reggio e al presidente della Regione Calabria
di fornire ai cittadini la copia del provvedimento amministrativo che dispone
l’accorpamento del T. Evoli con l’Azienda Ospedaliera di Reggio; chiediamo di chiarire,
una volta per tutte, servizio per servizio, unità operativa per unità operativa, quale sarà il
futuro che hanno in mente per il T. Evoli; chiediamo di chiarire se per accorpamento si
intendono delle semplici convenzioni onerose; chiediamo di dire come intendono gestire
le emergenze pediatriche, neonatologhe e ostetriche, etc. o se si vuol ottusamente
sostenere che basti un buon pronto soccorso per far fronte ad urgenze e necessità che
richiedono competenze mediche specialistiche. 4
Chiediamo, poi, alle rappresentanze politiche, di chiarire in che modo intendono
dare risposta ai bisogni dei cittadini dell’area grecanica e qual è il loro impegno concreto;
chiediamo alle istituzioni e soprattutto all’Associazione dei Sindaci, se ancora esistono,
come intendono rispondere alla ulteriore spoliazione dei servizi sanitari del T. Evoli; alla
Chiesa reggina se si sente ancora vicina ai bisogni della propria gente ed in che modo; ai
reggini stessi cosa pensano del fatto che le necessità sanitarie dell’area grecanica, con il
depotenziamento dell’ospedale di Melito, si stanno riversando sulle strutture ospedaliere
cittadine già al collasso; all’associazionismo in genere di prendere atto che questo è il
momento per far sentire la propria voce, forse l’ultimo prima della ineludibile ed
irrimediabile depotenziamento, rivendicando per il T. Evoli il ruolo che la classe politica
gli ha tolto. Ci aspettiamo delle CHIARE VERITA’ e non belle ma OPPORTUNE BUGIE, in
attesa delle prossime consultazioni elettorali.
In mancanza di dette risposte, le comunità dell’area grecanica continueranno nella
loro civile protesta contro l’arroganza di una classe politico-amministrativa che nella realtà
dei fatti ha già trovato discredito. Nel frattempo, nella mattinata di domenica i comitati
civici hanno organizzato un momento partecipativo di “riaffezione” al nostro Ospedale, dal
tema “l’ospedale aspetta ancora la sua primavera “, in occasione del quale tutti sono invitati a
partecipare portando con se una pianta per far rifiorire le aiuole, quale auspicio per una
nuova rinascita del T. Evoli.
COMITATI CIVICI “MAMME PER UN FUTURO” E “PRO CONDOFURI”