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TAURIANOVA (RC), GIOVEDì 12 DICEMBRE 2024

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Pronto sgombero della baraccopoli di San Ferdinando Nuove tende per i migranti nel campo della Protezione Civile. Il commento del mondo calabrese

Pronto sgombero della baraccopoli di San Ferdinando Nuove tende per i migranti nel campo della Protezione Civile. Il commento del mondo calabrese
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É fissato per il 6 marzo l’avvio delle operazioni di sgombero e smantellamento della tendopoli per migranti di San Ferdinando dove negli ultimi anni ci sono stati tre incendi che hanno provocato altrettanti morti. In vista dello smantellamento della vecchia struttura, la Protezione civile sta montando al’interno del nuovo sito 36 nuove tende di otto posti ciascuna che serviranno ad accogliere parte dei migranti che vivono attualmente nel vecchio agglomerato. Per i migranti che non riusciranno a trovare posto nella nuova tendopoli è previsto il trasferimento in Cas o Sprar della regione. Gli aspetti tecnici dell’operazione di sgombero sono stati definiti nel corso di una riunione tecnica nella Questura di Reggio Calabria presieduta dal questore Raffaele Grassi. Alle operazioni, insieme a polizia, carabinieri e guardia di finanza, parteciperanno unità del Genio dell’Esercito, dei vigili del fuoco, dell’Azienda sanitaria di Reggio Calabria e della Protezione civile.

UNIONE SINDACALE DI BASE

Stamattina si è tenuto un incontro tra l’Unione Sindacale di Base e il Prefetto di Reggio Calabria sull’imminente sgombero della baraccopoli di San Ferdinando. È stata l’occasione per ribadire la nostra totale contrarietà alle modalità scelte per attuare questo sgombero, motivata da posizioni che la Prefettura reggina ben conosce da tempo.
Nessuno difende il persistere di una situazione degradante e disumana come quella della baraccopoli. Nessuno sottovaluta il rischio dovuto all’aumento degli incendi e alla possibilità di nuove morti che, secondo gli inquirenti, sono molto probabilmente frutto di atti dolosi. Nessuno vuole qui giocare con la vita delle persone. Quello che non condividiamo è la negazione dello status di lavoratori, costretti a subire l’ennesima scelta emergenziale, mandati in strutture d’accoglienza come se fossero profughi e non braccianti che hanno contribuito e contribuiscono all’economia agricola del nostro paese. Non possiamo accettare di veder continuare a spendere soldi pubblici per “non soluzioni”. Invitiamo la Regione Calabria e il presidente Oliverio a convocare al più presto un tavolo con i sindaci del comprensorio e una rappresentanza del Comitato per il riutilizzo delle case vuote, di recente costituzione, per dare gambe concrete all’unica strategia, quella dell’inserimento abitativo diffuso, che può fornire da una parte la risposta ai problemi del disagio alloggiativo, non solo per i braccianti stranieri ma pure per i cittadini del territorio in difficoltà, e dall’altra rappresentare un’opportunità, anche economica, per tutto il comprensorio.