Protesta dei fedeli, vescovo Milito barricato nella Chiesa di Melicucco Contestazioni contro il trasferimento del parroco e del vice parroco. Ennesimo scivolone del responsabile della Diocesi di Oppido-Palmi dopo la questione della prostituzione minorile scoppiata nei mesi scorsi nella Curia da lui diretta - GUARDA IL SERVIZIO
MELICUCCO – Come riportato in un articolo apparso questa mattina sul “Quotidiano del Sud”, si è reso necessario, nella giornata di ieri, l’intervento delle forze dell’ordine per consentire a Mons. Milito – vescovo della Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi – di uscire dalla Chiesa “San Nicola” di Melicucco dove erano in corso le celebrazioni per l’insediamento del nuovo parroco don Elia Longo. Un gruppo di fedeli, imbufaliti per il trasferimento del parroco e del vice parroco – don Carmelo Surace e don Antonio Lamanna -, decretato proprio da Mons. Milito, hanno cercato in tutti i modi un confronto con il prelato sulle scelte che hanno riguardato la comunità parrocchiale. La protesta degli abitanti di Melicucco ha dato vita, da un paio di mesi, ad una serie di fiaccolate di preghiera e decine di striscioni contro il trasferimento. La contestazione, comunque, è rimasta lieve e composta.
Dopo le remore iniziali, grazie al lavoro di mediazione effettuato da alcuni sacerdoti, e grazie anche all’intervento di Polizia e Carabinieri, c’è stato l’incontro tra Milito e una delegazione di credenti per chiedere delucidazioni sulle promesse di scioglimento dei gruppi parrocchiali cittadini, spaccati da lotte interne. Questa vicenda è solo l’ultimo capitolo di una storia travagliata del vescovo della Diocesi di Oppido-Palmi. Dopo il discusso provvedimento di impedire la celebrazione delle processioni, cui seguirono preoccupanti omissioni e rumorosi silenzi sul caso di prostituzione minorile che ha visto coinvolto don Antonello Tropea, la ritrosia al confronto con i fedeli di Melicucco pone un ulteriore motivo di riflessione sull’operato di Mons. Francesco Milito.