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TAURIANOVA (RC), SABATO 25 GENNAIO 2025

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Punture di zecche: casi di malattia di Lyme aumentano notevolmente in Italia

Punture di zecche: casi di malattia di Lyme aumentano notevolmente in Italia

| Il 26, Mag 2014

La malattia di Lyme è oggi la più diffusa e rilevante patologia trasmessa da vettore con diffusione nelle zone geografiche
temperate ed è seconda, per numero di casi, solo alla malaria fra le malattie che richiedono un vettore artropode per la diffusione

Punture di zecche: casi di malattia di Lyme aumentano notevolmente in Italia

La malattia di Lyme è oggi la più diffusa e rilevante patologia trasmessa da vettore con diffusione nelle zone geografichetemperate ed è seconda, per numero di casi, solo alla malaria fra le malattie che richiedono un vettore artropode per la diffusione

 

 

Con questa primavera che sta già facendo spazio ad un anticipo d’estate, interrotta
solo da qualche acquazzone rinfrescante, aumenta anche l’allarme zecche che quest’anno
sono attive in gran numero. Più si trascorre tempo all’aria aperta in campagna,
nei prati, nei boschi o anche nelle spiagge e più aumentano i rischi di essere punti
da questo antipatico insetto. Risultato: Entro la fine della settimana scorsa, a
5000 persone in Italia è stata diagnosticata la malattia di Lyme mentre ad altre
35 persone l’encefalite provocata dalle piccole sanguisughe. Molte le persone che
si sono rivolte ad un medico per una puntura di zecca. Intanto non sono previsti
una diminuzione dei casi ma anzi un aumento a causa della densità numerica di quest’anno
delle zecche. In Italia i casi più frequenti si registrano al Nord, in Liguria,
Veneto, Friuli-Venezia Giulia e Trentino-Alto Adige, dove la Lyme è endemica e dove
esistono dei centri specifici di sorveglianza epidemiologica. Cos’è la malattia
di Lyme? La borreliosi di Lyme deve il nome all’omonima cittadina americana in
cui fu descritto il primo caso nel 1975. La malattia di Lyme è oggi la più diffusa
e rilevante patologia trasmessa da vettore con diffusione nelle zone geografiche
temperate ed è seconda, per numero di casi, solo alla malaria fra le malattie che
richiedono un vettore artropode per la diffusione. L’infezione, di origine batterica,
colpisce prevalentemente la pelle, le articolazioni, il sistema nervoso e gli organi
interni. Può manifestarsi con sintomi gravi, persistenti e, se non viene curata,
assume un decorso cronico. L’agente patogeno, la Borrelia, è un genere di batterio.
Della malattia di Lyme si conosce la causa (il morso di una zecca) ma si discute
molto su tutto il resto: i sintomi, la diagnosi, la terapia.Il batterio Borrelia
burgdorferi sensu striato è presente in Europa ed è l’unico agente di infezione
nel Nord America, il Borrelia afzelii e il Borrelia garinii sono invece presenti
in Europa, Asia e Africa. Questi germi vengono trasmessi all’uomo attraverso la
puntura di zecche dure del genere Ixodes e forse anche dalle Amblyomma e Dermacentor
(le zecche del cane). I principali serbatoi dell’infezione sono rappresentati da
animali selvatici (roditori, caprioli, cervi, volpi, lepri).Clinicamente i primi
sintomi della malattia sono intermittenti e mutevoli. La malattia inizia tipicamente
in estate e all’inizio si manifesta con una macchia rossa che si espande lentamente.
Entro qualche settimana (che in qualche caso possono diventare mesi), si possono
sviluppare disturbi neurologici precoci caratterizzati da artralgie migranti, mialgie,
meningiti, polineuriti, linfocitoma cutaneo, miocardite e disturbi della conduzione
atrio-ventricolare. I sintomi sono fluttuanti e possono durare per mesi e cronicizzare.L’ultima
fase della malattia a distanza di mesi o anni dall’infezione, è caratterizzata
da alterazioni a carico dell’apparato muscolo-scheletrico (artrite cronica), del
sistema nervoso centrale e periferico (meningite, encefalomielite, atassia cerebellare,
polineuropatie sensitivo–motorie, disturbi del sonno e comportamentali), della
cute (acrodermatite cronica atrofica) e dell’apparato cardiovascolare (miopericardite,
cardiomegalia).Dal momento che gli esami di laboratorio non sono sempre in grado
di confermare o escludere in modo definitivo la malattia, la decisione di iniziare
il trattamento antibiotico dovrebbe essere presa sulla base della diagnosi clinica
e dei dati anamnestici ed epidemiologici. La malattia non porta a sviluppare immunità,
per cui l’infezione può essere contratta più volte nel corso della vita. Negli
Stati Uniti molti pazienti, trovando inefficaci le terapie consigliate dalle organizzazioni
sanitarie, si sono uniti e hanno creato dei gruppi a sostegno della ricerca di cure
e trattamenti alternativi, anche non convenzionali come quello su: http://giovannidagata.voxmail.it/nl/wfemt/w1br5l/8?_t=a5332af1. È ovvio, rileva Giovanni D’Agata, presidente e fondatore dello “Sportello
dei Diritti” che il modo più efficace per limitare l’infezione e le possibili
conseguenze è quello di educare chi frequenta le aree endemiche per limitare il
più possibile la puntura delle zecche: quando si frequentano aree boschive e prati
bisogna usare vestiti chiari, che consentono una migliore individuazione di tali
parassiti, e piuttosto spessi con calzature serrate alle caviglie e maniche lunghe
chiuse ai polsi. Dovrebbe essere prassi di chiunque, dopo la scampagnata, effettuare
un’attenta osservazione sui vestiti e sulle aree cutanee esposte, così da consentire
la rimozione precoce di eventuali insetti, utilizzando una pinzetta, la quale non
deve schiacciare la zecca, ma afferrarla nel punto in cui inserisce l’apparato
boccale nella cute; la ferita dev’essere ovviamente disinfettata immediatamente.
Il rischio di trasmissione di agenti infettivi, infatti, è tanto minore quanto più
breve è la permanenza del parassita nella cute.In ultimo, anche sulle spiagge sono
stati segnalati casi di punture di zecche e conseguenti contagi, sia per la diffusissima
prassi di portare i cani in spiaggia che per la presenza di randagi che in alcune
località balneari si spostano indisturbati. È ovvio che un tuffo in mare può limitare
i rischi di punture, ma un controllo della propria pelle dopo una giornata a mare
non fa mai male.