“Dopo la guerra a D’Attore si facciano congressi di circoli veri e si rilanci l’azione politica in Consiglio regionale e sul territorio”
Giu 27, 2012 - redazione
E’ quanto afferma Fernanda Gigliotti del gruppo Pd Calabria 25 aprile
“Dopo la guerra a D’Attore si facciano congressi di circoli veri e si rilanci l’azione politica in Consiglio regionale e sul territorio”
E’ quanto afferma Fernanda Gigliotti del gruppo Pd Calabria 25 aprile
Riceviamo e pubblichiamo:
L’impossibilità di pervenire nella individuazione dei candidati alla Segreteria regionale, alla netta separazione tra ruoli di direzione politica e di rappresentanza istituzionale, ha appesantito il percorso ricostruttivo del PD regionale, già ipotecato dalla scelta poco coraggiosa, oltre che sbagliata, del Commissario regionale di costruire il percorso congressuale facendo riferimento quasi esclusivo al partito degli eletti e dei nominati. Il rinvio del Congresso regionale ha, infatti, introdotto nella dialettica interna elementi ulteriori di preoccupazione e rende opaca la prospettiva di breve e medio periodo, proprio quando al PD Nazionale (severamente impegnato nella costruzione di una nuova proposta di governo e di allargamento della coalizione, anche attraverso la convocazione delle primarie per la scelta del premier e per la scelta dei candidati al Parlamento), serviva un PD calabrese in grado di contrastare un centrodestra al governo della regione che, in controtendenza rispetto al resto del Paese, difende meglio il suo bacino di consenso ed anzi allarga il campo del suo schieramento coinvolgendo finanche forze come FLI ed API. Ma la celebrazione dei Congressi di Circoli che si rende necessaria sia per le scadenze fissate dal livello nazionale sia per quelle, molto probabili, legate all’interruzione anticipata della Legislatura, non deve essere la comoda “copertura” del fallimento del percorso congressuale precedentemente proposto, ma un momento utile di ripresa dell’azione politica e di rilancio della credibilità del PD come partito di governo. Ecco perché essi debbono avvenire con un tesseramento trasparente e pulito e senza che possano verificarsi clamorose inversioni di tendenza. Il PD calabrese, lo ricordiamo per chi non ha memoria, è stato già drammaticamente oggetto di OPA sconsiderate, che ci hanno affossato elettoralmente e che ci hanno reso ostaggio di qui pochi baroni che pur di esserci preferiscono perdere e pur di continuare ad esserci preferiscono continuare a perdere. Oggi quell’OPA non è più ripetibile ed il Commissario, da qui in avanti, deve garantire questo percorso senza deroghe e senza aggiustamenti che in alcune province si sono discutibilmente verificati. Occorre, quindi, rapidamente recuperare la capacità di una forte iniziativa politica di contrasto alla Giunta Scopelliti, troppo spesso rivelatasi di basso profilo se non addirittura di chiaro consociativismo come dimostrano i tanti provvedimenti impugnati dal Governo. Ed è sorprendente che un gruppo consiliare, in gran parte costituito da consiglieri regionali di lunghissimo corso, non abbia saputo offrire, nemmeno per finta, l’impressione di “stare sui temi” e di proporre unitariamente proposte politiche alternative forti, credibili, senza farci assistere a comportamenti elusivi ed ingiustificati, come l’abbandono dei lavori del Consiglio regionale convocato sui temi del lavoro, proprio alla vigilia della Conferenza regionale sullo stesso tema. Lo stesso gruppo consiliare del PD, tuttavia, nel mentre è appannato e incapace complessivamente di produrre uno sforzo politico di opposizione e di rilancio di una proposta politica organica, a parte l’approvazione all’unanimità dell’ODG sulla SA/RC (ma chi poteva essere contrario?), è però capace di mettere in piedi una mobilitazione esorbitante ed equivoca per intervenire massicciamente nella “battaglia” per il controllo del Partito. Tutto ciò mal si concilia con i bisogni della nostra Regione, con la funzione del mandato loro affidato dagli elettori, e nasconde il miope e visibile tentativo di un loro riposizionamento collettivo sui territori in vista delle prossime elezioni politiche e regionali che qualcuno immagina, sciaguratamente, di rivincita rispetto al 2010. Temiamo, a questo punto che restando immutato il quadro si rischia di contribuire a rilanciare la “governance” di Scopelliti, proprio quando i dati allarmanti e drammatici, diffusi da Unioncamere e da Bankitalia, oltre che dalla commissione di accesso nel Comune di Reggio Calabria, imporrebbero una diversa e più incalzante opposizione in Consiglio regionale. Per noi era e resta chiaro che la nuova proposta politica regionale e nazionale non potrà rimanere appaltata agli stessi nominati e agli stessi eletti che, ad esclusione di alcune significative presenze, sono figli diretti di una stagione che ancora si fatica ad archiviare e che condiziona ancora pesantemente il cammino della Calabria e del PD.
E non arretreremo di un millimetro per la scelta delle candidature alla Camera ed al Senato da affidare ad un chiarissimo meccanismo di selezione, affidato alla base del Partito, per come peraltro garantito e ribadito da Bersani, essendo irrinunciabile la scelta dei candidati su base elettorale circoscrizionale provinciale, con doppio voto di genere e con il limite invalicabile ed insuperabile dei mandati per come già previsto dallo Statuto nazionale e senza deroga alcuna. E questo sia che resti il Porcellum sia che venga introdotto un sistema elettorale con collegi uninominali, qualora nello stesso collegio ci siano più candidati. E questo è quanto sosterremmo all’Assemblea Nazionale del partito convocata per il 13 e il 14 luglio.
Per il senso di responsabilità verso i nostri elettori occorre assumere, e noi ci impegniamo a farlo, ogni idonea e necessaria iniziativa politica che raccolga le istanze e le aspettative di una base comprensibilmente stanca e demotivata, troppo spesso costretta a giustificare la latitanza del PD dai veri problemi di una realtà economica e sociale drammatica come quella calabrese, anche per impedire di favorire il disimpegno civico e democratico o il pericoloso rifugio verso approdi contestatori, che sono l’anticamera dei populismi e delle stagioni autoritarie.
Fernanda Gigliotti – Gruppo PD Calabria 25 Aprile
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