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“Il rettore Tomasello resiste, ma l’Ordine dei medici esiste”

“Il rettore Tomasello resiste, ma l’Ordine dei medici esiste”

| Il 07, Mar 2013

Ecco la lettera aperta che il comitato ProfessionistiLiberi di Palermo ha scritto in merito alla condanna in primo grado del

dott. Francesco Tomasello, Rettore dell’Università degli Studi di Messina, a tre anni e sei mesi, più l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni, per la gestione dei fondi del progetto scientifico Lipin e per avere tentato di pilotare il concorso del figlio dell’ex Preside della Facoltà di Veterinaria

“Il rettore Tomasello resiste, ma l’Ordine dei medici esiste”

Ecco la lettera aperta che il comitato ProfessionistiLiberi di Palermo ha scritto in merito alla condanna in primo grado del dott. Francesco Tomasello, Rettore dell’Università degli Studi di Messina, a tre anni e sei mesi, più l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni, per la gestione dei fondi del progetto scientifico Lipin e per avere tentato di pilotare il concorso del figlio dell’ex Preside della Facoltà di Veterinaria

 


Riceviamo e pubblichiamo:

LETTERA APERTA

ai Docenti dell’Università di Messina

all’Ordine dei medici di Messina

all’Ordine dei veterinari di Messina

e, p.c. al Ministero della salute

al Ministero dell’interno

al Ministero dell’istruzione

alla Procura nazionale antimafia

alla Federazione nazionale degli Ordini dei medici

alla Federazione nazionale degli Ordini dei veterinari

 

I mezzi di informazione hanno dato notizia della condanna in primo grado del

dott. Francesco Tomasello, Rettore dell’Università degli Studi di Messina, a tre

anni e sei mesi, più l’interdizione dai pubblici uffici per la durata di 5 anni, per la

gestione dei fondi del progetto scientifico Lipin e per avere tentato di pilotare

il concorso del figlio dell’ex Preside della Facoltà di Veterinaria Battesimo

Macrì, a sua volta condannato, con la stessa sentenza, a 5 anni e quattro mesi.

A seguito della condanna in primo grado, il Rettore ha indirizzato all’intero

corpo docente dell’Ateneo una lettera che si conclude con questo esplicito

richiamo: “Con la forza morale che deriva da questa consapevolezza e dai

risultati conseguiti, di cui tutti andiamo fieri, non esiterò un solo momento e

porterò a compimento, con la necessaria determinazione e con le mie migliori

energie, l’opera iniziata. La comunità accademica, tuttavia, si deve interrogare

sulle improprie conflittualità che, ancorché limitate, continuano a persistere al

suo interno, portando a un inevitabile autolesionismo, e deve saperle

individuare e isolare sul piano istituzionale in modo adeguato. Bisogna

soffermarsi una volta per tutte, coinvolgendo anche la comunità locale, sul

destino dell’Università nella nostra realtà e sulla percezione esterna del suo

autentico e insostituibile ruolo sociale. Bisogna riaffermare la forza e il valore

del nostro progetto, di cui tanti e non pochi hanno apprezzato l’elevato profilo

e le ricadute positive, e svilupparlo ulteriormente, per una crescita complessiva

del sistema, senza mortificarlo con calcoli poco lungimiranti. Per tali ragioni,

sarà necessario considerare attentamente gli scenari che si prospettano,

valutando le implicazioni di ogni decisione strategica nel particolare contesto in

cui viviamo e nella difficile stagione del Sistema universitario italiano”.

Il Rettore fa appello all’intero corpo docente perché si stringa attorno alla sua

persona, quando il modo migliore per tutelare il ruolo dell’Università sarebbe

quello di dimettersi per non coinvolgere l’Istituzione nella vicenda giudiziaria

ed impegnarsi nella difesa dalle pesanti accuse che hanno già portato alla

condanna in primo grado.

Sotto processo è un docente, seppur Rettore, o l’intero corpo docente

dell’Università di Messina?

Inoltre, com’è noto, l’inosservanza dei precetti, degli obblighi e dei divieti

fissati dai Codici di Deontologia delle Professioni sanitarie e ogni azione od

omissione, comunque disdicevoli al decoro o al corretto esercizio della

professione, devono essere puniti dalle Commissioni disciplinari con le sanzioni

previste dalla legge.

Pertanto, considerato che il Dott. Francesco Tomasello risulta iscritto all’Albo

dei medici di Messina e che il Dott. Battesimo Macrì risulta iscritto all’Albo dei

Veterinari di Messina, si chiede ai rispettivi Ordini quali iniziative hanno posto in

essere nei loro confronti, per garantire il rispetto delle regole deontologiche,

che sono altro dalle responsabilità penali, ancora da accertare in via definitiva.

Il Comitato ProfessionistiLiberi