E’ questa, in sintesi, l’idea del fisico Filippo Frontera, nativo di Savelli in provincia di Crotone, professore ordinario di Fisica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Ferrara
“La ricerca in Calabria? Difficile, ma non impossibile”
E’ questa, in sintesi, l’idea del fisico Filippo Frontera, nativo di Savelli in provincia di Crotone, professore ordinario di Fisica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Ferrara
E’ questa, in sintesi, l’idea del fisico Filippo Frontera, nativo di Savelli in provincia di Crotone, professore ordinario di Fisica presso la Facoltà di Ingegneria dell’Università di Ferrara per il quale “la Calabria deve saper sfruttare la mancanza di strutture industriali da riconvertire. Sembra paradossale, ma è proprio così: terra quasi vergine dal punto di vista industriale, la Calabria può far ricorso a tecnologie totalmente nuove e innovative”.
Firmata da Antonella Giungata, in esclusiva per “Calabria on web”- il magazine edito dal Consiglio regionale della Calabria (www.calabriaonweb.it)- l’intervista al professore che è stato insignito del premio “Marcel Grossmann Award”, ritirato a Stoccolma nell’ambito del meeting internazionale dedicato al matematico ungherese, amico e collaboratore di Einstein, assegnato ogni tre anni per premiare le scoperte più recenti e più importanti nel campo della gravitazione e della relatività generale.
Frontera non è nuovo a riconoscimenti importanti (il ‘Bruno Rossi’ dell’American Astronomical Society nel 1998; nel 2002, il ‘Cartesio’ della Commissione europea; nel 2010 il premio “Enrico Fermi” della SIF (Società Italiana di Fisica). “Quest’ultimo mi inorgoglisce, perché è un premio molto ambito considerata l’importanza universale del fisico cui è dedicato e l’eccellenza della fisica italiana che risale proprio a Enrico Fermi. Il Grossmann invece ha un importanza maggiore per la sua risonanza internazionale”, ammette.
La scoperta di Frontera risolve un mistero lungo un trentennio sull’origine dei lampi di raggi gamma che illuminano la cima della nostra atmosfera provenienti da tutte le parti del cielo al ritmo di 2-3 al giorno, una scoperta di portata rivoluzionaria nel campo dell’astrofisica, che molti, gli americani in primis, non si aspettavano potesse portare la firma di un gruppo italiano.
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