“Le cose che contano”
redazione | Il 23, Mag 2012
Per Antonia Lanucara è necessario “attivare forme di democrazia partecipata” per poter effettuare un cambiamento, soprattutto in Calabria
“Le cose che contano”
Per Antonia Lanucara è necessario “attivare forme di democrazia partecipata” per poter effettuare un cambiamento, soprattutto in Calabria
Finalmente oggi ci troviamo di fronte alle “cose che contano”.
Serve una rinnovata capacità politica per metterle in agenda ora e qui.
Il voto, dunque, sembra essersi svincolato da quel “dominio” che ha funzionato sino ad oggi.
Il popolo Italiano pare abbia raggiunto una nuova maturità.
La democrazia diretta che viene fuori dal voto ci dice che questa è una nuova fase.
Non è cosa da poco!
Questo voto chiede cose concrete e tempi collegati alla priorità delle “cose”; questo voto toglie al potere attuale della spesa pubblica quella gestione a scatola chiusa.
C’è un forte desiderio di cambiamento e voglia di liberazione da quella cultura che oggi viene messa all’angolo.
Sembra che il popolo italiano sia cresciuto nelle difficoltà del quotidiano, tra mille incoerenze e tra le mille bugie elevate a virtù divina che sono servite ad arricchire i pochi “noti”.
Ci vuole uno scatto da parte di chi oggi vuole un nuovo orizzonte nel quale iscrivere certezza ed inversione di marcia.
Gli insegnamenti del grande Eduardo De Filippo ci ricordano che un uomo è tale allorquando riesce a fare un passo indietro ed è capace di attendere che la nottata passi.
I partiti in generale, il mio partito (PD), devono impegnarsi ad uscire dall’oblio in particolar modo in Calabria.
Che fare?
Attivare forme di democrazia partecipata.
Il rinnovamento sta lì.
Vediamo come attivare, senza spocchia un progetto credibile, aperto ed accogliente; vediamo di cercare le giuste chiavi per affrontare questa svolta necessaria ed inedita che dice a noi tutti che i tempi passati non sono più ripetibili e sono comunque finiti.
Sappiamo che la partecipazione democratica è un luogo nel quale non si può andare con il “doppio petto”, in quel luogo si va in maniche di camicia e scarpe comode.
Mettere dunque in agenda la costruzione partecipata è cosa certamente bella ma durissima ad essere attuata.
Ci serve uscire dalle stanze ed affrontare la strada.
In questi ultimi decenni i molti che hanno scelto di fare parte dei partiti spesso lo hanno fatto per potere stare al tavolo in cui si divideva la torta.
Come di vede serve un cuore nuovo accompagnato da una forte volontà e da una grande passione democratica.
Gli arricchimenti facili ed indebiti ci hanno portato alla deriva, oggi sta pagando solo il popolo e forse il dato elettorale ci comunica che lo stesso si è stancato.
In questa fase si può contrastare quel voto di scambio, di appartenenza indistinta e di collusione ‘ndranghetistico-mafiosa.
La Calabria chiede luoghi di partecipazione.
Se agiamo su questa domanda nuova e rispettiamo i calabresi e la Calabria si dovrà operare con coerenza e tempestività, tentando ancora di essere portavoce dei bisogni primari della gente.
In primo luogo il lavoro e la sua dignità.
La legge elettorale deve essere rapidamente cambiata.
Per il lavoro può esserci ancora un Di Vittorio capace di collegare scelte di investimento nazionale con ciò che serve a questa terra Calabrese.
Il governo Monti si è trovato davanti ad un precipizio, le misure sin qui adottate ci dicono che quel precipizio è sotto i nostri piedi.
ANTONIA LANUCARA, GIA’ PRESIDENTE COMMISSIONE REGIONALE PARI OPPORTUNITA’ DELLA CALABRIA
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