“Lo scioglimento del Comune di Reggio Calabria sancisca la fine di un’epoca”
redazione | Il 16, Ott 2012
E’ quanto auspica Annamaria Principe (Fli)
“Lo scioglimento del Comune di Reggio Calabria sancisca la fine di un’epoca”
E’ quanto auspica Annamaria Principe (Fli)
Riceviamo e pubblichiamo:
Ho volutamente atteso che cessasse la concitazione delle prime reazioni alla notizia dello scioglimento per contiguità mafiosa del Consiglio comunale di Reggio Calabria ed attendere l’insediamento dei commissari prefettizi per esprimere le mie considerazioni.
Quello che mi ha colpito, in questi giorni, è che alcuni esponenti politici si sono affrettati a dare solidarietà al Sindaco di Reggio, a gridare al complotto, a denunciare un attentato alla democrazia e tante altre amenità del genere. Nessuno di loro, evidentemente ancora in stato confusionale per il provvedimento adottato dal Ministro dell’Interno, ha pensato anche solamente per un attimo di chiedere scusa, non solo ai cittadini onesti di Reggio, ma anche a tutti i calabresi che, di fronte all’opinione pubblica nazionale e mondiale, vengono etichettati indistintamente come ‘ndranghetisti.
E che lo scioglimento del Consiglio comunale di Reggio Calabria abbia avuto anche un deleterio riverbero internazionale è attestato, come riferisce il Corriere della Sera, anche dal ridimensionamento della convention di Washington per la Calabria, promossa dalla NIAF – National Italian American Foundation e dall’annullamento, da parte del Governo italiano, della serata di gala che si sarebbe dovuta svolgere presso l’ambasciata italiana a Washington ed alla quale avrebbe dovuto partecipare il governatore della Calabria Giuseppe Scopelliti.
Il commissariamento del Consiglio comunale di Reggio, primo capoluogo di provincia a subire questa sorte nella storia italiana, sancisce la definitiva bocciatura del Modello Reggio e non colpisce solo quella città, bensì tutta la Calabria che deve ritrovare la forza per reagire e riaffermare le regole di corretta e democratica gestione della cosa pubblica, regole perse per strada a causa di un “esercizio del potere” spregiudicato ed autoreferenziale.
Lo scioglimento del Comune di Reggio Calabria deve decretare la fine di un’epoca e rappresentare il punto di partenza per il rilancio della Calabria e, per fare ciò, non servono provvedimenti “eccezionali” in favore della città dello Stretto – come sembra trasparire dalle parole del Ministro che ha sciolto il Comune – perché questa strada è stata già percorsa in questi ultimi decenni sia con provvedimenti straordinari di carattere economico, quali il “Decreto Reggio” del 1989 – adottato a causa della sanguinosa guerra di mafia che si combatteva in riva allo Stretto con centinaia di morti ammazzati – che ha elargito 600 miliardi di lire (oltre 300 milioni di Euro) finalizzati all’esecuzione di interventi urgenti per il risanamento e lo sviluppo della città di Reggio Calabria, sia con l’attribuzione dello status di Città Metropolitana; appare evidente, sulla scorta delle cronache politico-giudiziarie di questi giorni, che la situazione attuale sia anche figlia di queste “elargizioni” che, anziché contrastarla, hanno rafforzato quella “contiguità” mafiosa che oggi viene alla ribalta in tutta la sua tragicità e che, anche dal punto di vista finanziario, a dimostrazione che l’appetito viene mangiando, hanno contribuito alla formazione di passività di centinaia di milioni di Euro nei bilanci comunali di Reggio.
In pratica, la cura messa in atto fin’ora è stata peggiore del male. Non serve allargare i cordoni della borsa, occorre bensì restringere le maglie della giustizia e far sì che il commissariamento del Consiglio comunale di Reggio Calabria ridia, a tutti i cittadini calabresi, la consapevolezza che la buona Politica con la P maiuscola, il mondo delle associazioni, delle professioni e dell’imprenditoria possano ritrovare l’orgoglio della calabresità e lavorare costantemente per assicurare un futuro migliore alle prossime generazioni. E’ con questo animo e con questa speranza che Futuro e Libertà per l’Italia concorda con le decisioni adottate dal Viminale, dichiarando il proprio impegno, perché nessuno può sentirsi spettatore.
Annamaria Principe, Coordinatore Provinciale FLI – Catanzaro