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TAURIANOVA (RC), VENERDì 18 OTTOBRE 2024

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“L’Ordine degli architetti di Roma usa la privacy come una foglia di fico per coprire le vergogne”

“L’Ordine degli architetti di Roma usa la privacy come una foglia di fico per coprire le vergogne”

| Il 19, Gen 2012

Il Comitato ProfessioniLiberi scrive nuovamente all’Ordine degli Architetti di Roma. Il caso in questione è la vicenda giudiziaria dell’arch. Angelo Zampolini coinvolto in quel sistema che qualcuno ha definito Anemopoli (dal nome dell’imprenditore Diego Anemone) mentre altri l’hanno chiamata più esplicitamente la Cricca. Un gruppo di affaristi che gestiva gli appalti relativi ad alcuni dei maggiori grandi eventi degli ultimi anni, dal G8 che doveva tenersi alla Maddalena alle celebrazioni per l’Unità d’Italia, favorendo le società del costruttore Diego Anemone in cambio di utilità varie

“L’Ordine degli architetti di Roma usa la privacy come una foglia di fico per coprire le vergogne”

Il Comitato ProfessioniLiberi scrive nuovamente all’Ordine degli Architetti di Roma. Il caso in questione è la vicenda giudiziaria dell’arch. Angelo Zampolini coinvolto in quel sistema che qualcuno ha definito Anemopoli (dal nome dell’imprenditore Diego Anemone) mentre altri l’hanno chiamata più esplicitamente la Cricca. Un gruppo di affaristi che gestiva gli appalti relativi ad alcuni dei maggiori grandi eventi degli ultimi anni, dal G8 che doveva tenersi alla Maddalena alle celebrazioni per l’Unità d’Italia, favorendo le società del costruttore Diego Anemone in cambio di utilità varie

 

 

Riceviamo e pubblichiamo:

LETTERA APERTA

AL CONSIGLIO DELL’ORDINE DEGLI ARCHITETTI DI ROMA

e, p.c.

AL MINISTERO DELLA GIUSTIZIA

ALLA PROCURA NAZIONALE ANTIMAFIA

AL CONSIGLIO NAZIONALE ARCHITETTI, PIANIFICATORI, PAESAGGISTI E CONSERVATORI

 

L’Ordine degli Architetti di Roma oppone la tutela della privacy alla richiesta dei ProfessionistiLiberi di notizie sui provvedimenti disciplinari adottati nei confronti di un iscritto, condannato nell’ambito del procedimento nei confronti della Cricca del G8.

I ProfessionistiLiberi esprimono apprezzamento per la tempestiva risposta da parte dell’Ordine degli Architetti di Roma che, quantomeno, è il segno evidente dei “ritardi” di alcuni Ordini professionali nell’adeguare i loro ordinamenti alle odierne esigenze.

Infatti, è ben noto che la normativa sulla privacy non impedisce affatto ad un soggetto pubblico di dare notizie su di un procedimento disciplinare, ma impone al soggetto pubblico, ove necessario, di adeguare i propri Regolamenti alle disposizioni sopravvenute, al fine di potere svolgere le funzioni istituzionali affidatigli dalla legge.

Di conseguenza, non è la legge sulla privacy ad impedire di dare notizie sullo stato del procedimento disciplinare, ma, semmai, i problemi sono determinati dall’inerzia degli Ordini nell’adeguare i propri Regolamenti alla normativa sopravvenuta.

Ha ragione l’Ordine degli Architetti di Roma quando evidenzia che appare sottovalutato lo scadimento dell’attività professionale in attività commerciale. A questo proposito, i ProfessionistiLiberi ritengono che la peggiore tipologia di offerta commerciale non sia quella di offrire prestazioni professionali a prezzi scontati ma sia quella operata all’interno di sistemi criminali che favoriscono professionisti senza scrupoli disposti a fare i riciclatori e ad operare nel sistema della corruzione.

Inoltre, in questi giorni gli organi d’informazione hanno dato notizia di una recente Sentenza della Corte di cassazione che ha ritenuto che, allo stato della normativa, un cittadino che denunci ad un Ordine professionale il comportamento di un iscritto, per violazione delle regole deontologiche, non ha diritto ad alcuna risposta. Quindi, tutte le pubbliche amministrazioni, per la normativa sulla trasparenza, sono obbligate a concludere qualunque procedimento con un provvedimento espresso, mentre gli Ordini professionali, che svolgono l’importantissima funzione pubblica di fare rispettare i codici deontologici, nell’interesse di tutti i cittadini, possono tranquillamente rimanere inattivi.

Anche in questo caso, la soluzione sarebbe molto semplice, gli Ordini professionali dovrebbero adeguare i propri Regolamenti alla normativa sulla trasparenza amministrativa, visto che esercitano per legge l’importante funzione di assicurare che i propri iscritti rispettino i codici deontologici, a tutela dei diritti dei cittadini destinatari delle prestazioni professionali.

E’ noto che, entro il prossimo agosto, tutti gli Ordini professionali devono adeguare i propri Regolamenti alla normativa europea. E’ certamente questa un’occasione per “aggiornare” la normativa degli anni trenta alle esigenze attuali e fare in modo che gli Ordini professionali non oppongano ai cittadini silenzi e rifiuti ma garantiscono che l’attività dei professionisti , in considerazione della sua funzione sociale, sia esercitata in modo da non recare danno alla sicurezza, alla libertà, alla dignità umana, nel rispetto degli interessi della collettività, come sancisce la nostra Costituzione.

Il Comitato ProfessionistiLiberi