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TAURIANOVA (RC), LUNEDì 06 GENNAIO 2025

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“Senza la ‘ndrangheta si vive meglio e di più”

“Senza la ‘ndrangheta si vive meglio e di più”

| Il 09, Mag 2014

Aldo Alessio esprime solidarietà all’imprenditore Nino De Masi, vittima dell’ennesimo atto d’intimidazione

“Senza la ‘ndrangheta si vive meglio e di più”

Aldo Alessio esprime solidarietà all’imprenditore Nino De Masi, vittima dell’ennesimo atto d’intimidazione

 

Ieri ho avuto modo di leggere l’articolo scritto sul Quotidiano della Calabria da Michele Albanese, riportato anche oggi su altri quotidiani, sull’ennesimo atto d’intimidazione subito da Nino De Masi attraverso sei colpi di arma da fuoco esplosi contro un capannone della Global Repair. Ho telefonato a Nino De Masi per esprimergli, ancora una volta, tutta la mia piena e sincera solidarietà. In un primo momento pensavo di non commentare l’accaduto, non è la prima volta che accadono queste cose a Gioia Tauro e forse non sarà nemmeno l’ultima. Ma, oggi, ho ritenuto che fosse giusto e opportuno riflettere, commentare e prendere ancora posizione su questi atti intimidatori che confermano, ancora una volta, quanto forte sia il “potere” della ‘ndrangheta, nonché il suo profondo radicamento sul nostro territorio. Ho conosciuto Nino De Masi negli anni 80, dopo che il suo papà aveva rilasciato a Sergio Zavoli, una intervista coraggiosa al Tg2, a seguito di un primo atto intimidatorio che l’impresa De Masi aveva subito nella sua sede di Rizziconi. A quei tempi interviste di quel genere, soprattutto in Calabria, erano una vera e propria rarità. Il giorno dopo, nella qualità di Segretario della Cgil di Gioia Tauro, in delegazione con altri sindacalisti mi recai a Rizziconi, nella sede dell’impresa agricola De Masi, per esprimere all’imprenditore tutta la vicinanza e la solidarietà della Cgil del Comprensorio di Gioia Tauro. Nino, allora, era un giovane ingegnere neolaureato e così in quella occasione facemmo conoscenza. Negli anni successivi seguirono altri atti intimidatori, tutti respinti con fermezza dalla famiglia De Masi. Questo per dire che la storia di questa impresa, che non ha mai accettato di assoggettarsi alla criminalità organizzata, parte da lontano. Nell’aprile dell’anno scorso 44 colpi di kalashnikov esplosi sul capannone del Global Repair stravolsero e cambiarono radicalmente la vita dell’imprenditore Nino De Masi, da allora scortato dalla Polizia di Stato e con una pattuglia dell’esercito che presidia giorno e notte l’azienda sita nell’area industriale di Gioia Tauro. Quest’ultimo messaggio inquietante è chiaro: “possiamo colpirti quando e come vogliamo”. Questo è il punto! Lo Stato, in tutte le sue forme ed articolazioni ed a tutti i livelli, dovrà continuare a fare la sua parte sino in fondo, incoraggiando sia gli imprenditori come De Masi che gli onesti amministratori della cosa pubblica a resistere, andare avanti e a non mollare, sostenendoli altresì attraverso la presentazione di proposte, progetti e azioni concrete per il lavoro, lo sviluppo e l’occupazione del territorio. Ma tutto ciò non basta e non sarà sufficiente se anche i partiti, le forze politiche e sociali, la chiesa, la scuola, le associazioni culturali, la cosiddetta “società civile”, non cambieranno, non si innoveranno e non si impegneranno anch’essi e concretamente nella battaglia contro la ‘ndrangheta e la criminalità organizzata, per fare la loro parte sino in fondo, con altrettante prese di posizioni chiare e con azioni concrete nella sostanza e non solo di facciata. Questa battaglia contro la ‘ndrangheta, che è una battaglia di civiltà, senza la quale non ci sarà alcun futuro per i giovani, non può essere lasciata solo nella mani di Nino De Masi, o di qualche altro imprenditore, sindaco o amministratore coraggioso, ma deve diventare la battaglia di tutti noi cittadini liberi e democratici, perché la difesa della garanzia delle loro libertà personali, amministrative o di intrapresa, la difesa dei loro diritti, sono la migliore forma di garanzia dei nostri diritti e delle nostre libertà individuali e collettive. Uniti si vince! Senza la ‘ndrangheta si vive meglio e di più.

Aldo ALESSIO