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“Quadri di una rivoluzione”

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di Chiara Romeo


 
Si è concluso domenica lo spazio dedicato alla drammaturgia italiana esportata all’estero. Il sipario si è aperto sabato 28 presso l’Auditorium nonché Residenza Etico Teatrale della compagnia Dracma, con lo spettacolo di Tino
Caspanello “Quadri di una rivoluzione”. Avvincente messa in scena che ci fa riflettere quasi in modo surreale e sottile – attraverso una serie di sequenze sceniche si arriva all’agghiacciante punto focale di come la rivolta, a cui si attengono i tre personaggi idealizzati dal bramante sogno di rivoluzione, possa portare talvolta all’irrazionale – su come è importante non perdere di vista il proprio sogno di ingenuità, sogno bruciato dalla realtà odierna, quasi un’emarginazione che invece potrebbe essere un meccanismo di vigilanza sociale. La sala dell’Auditorium in cui si è svolto lo spettacolo, è stata arricchita in concomitante espressione culturale accesa,
con i dipinti di Giuseppe Perrone, tra surrealismo e futurismo metafisico.

L’evento di formazione informazione è continuato concludendosi domenica 29 al Palazzo Sigillò, con la giornata conferenziale, aperta alle domande ed al dibattito formativo con i partecipanti, in cui hanno preso parte il direttore artistico Andrea Naso, Stéphane Resche (Maison d’Europe et d’Orient di Parigi), Antonella
Capra (Università di Tolosa), Christine Resche (Università di Bologna e Università di Clermont-Ferrand), Carlo
Fanelli (Università della Calabria), Giulio Baffi, (Associazione nazionale dei Critici di Teatro) che ha reclamato l’importanza del teatro in quanto perno portante di un sistema che può allacciare tutte le diversità che esistono,
sotto forma di osservazione, fiancheggiamento ma senza farne un mercato di scambio. Importante l’intervento conclusivo dell’autore Tino Caspanello che in risposta sottolinea l’istante ineffabile messo in parallelo confronto tra l’evocato della sua opera e il contemporaneo.