Qual è l’età migliore per una donna per preservare la sua fertilità? I consigli degli esperti «La crioconservazione gli ovociti ha senso se fatta da giovani». La raccomandazione del centro di Medicina della riproduzione ProCrea davanti alla tendenza che porta a posticipare la maternità
Quale l’età migliore per una donna per preservare la propria fertilità? «Da giovani», risponde Michael Jemec specialista in Medicina della Riproduzione del centro per la fertilità ProCrea di Lugano. «Preferibilmente entro i 30 anni. Comunque è bene non superare i 35». Per quanto controversa, la scelta di crioconservare gli ovociti è una scelta che si sta diffondendo sempre più. Mancano dati precisi, ma la tendenza è in aumento. Secondo alcuni articoli recenti del Daily Mail, negli ultimi dodici mesi le richieste sarebbero quadruplicate nel Regno Unito, mentre negli Stati Uniti si inizia già a parlare di una “moda”. «Trattare questo tema come se sia un nuovo vestito da indossare o il telefonino di ultima generazione da acquistare è un modo per svilire e banalizzare l’argomento», premette Jemec. «La crioconservazione delle ovociti è una possibilità per non perdere il proprio potenziale riproduttivo. In alcuni casi, come per quante si devono sottoporre a chemioterapia, è l’unica possibilità terapeutica per poter arrivare ad una gravidanza».
Perché conservare la fertilità? «Partiamo da un dato di fatto – risponde Jemec -: le donne tendono a posticipare nel tempo la scelta di diventare madri, spesso senza tenere conto che è proprio il tempo il principale nemico della fertilità femminile». Secondo gli ultimi dati statistici, nel 2014 in Italia una donna su tre (il 33,5%) è diventata mamma dopo i 35 anni (era il 20%, quindi una su cinque, nel 2000). Così negli ultimi dieci anni l’età media al parto è lievitata da 28 a 31,5 anni.
Si fanno figli sempre più tardi, ma non si vuole rinunciare alla maternità. «È quasi una contraddizione in termini», afferma lo specialista di ProCrea. «Non si tiene conto che la capacità fertile di una donna a 25 anni è ben superiore a quella di una di 35. A 40 anni non si è anagraficamente vecchi, ma vecchi sono gli ovuli. Se l’esigenza è quella di rimandare la scelta di avere figli, la risposta è nel “fermare” il processo di invecchiamento degli ovuli. E questo è possibile conservando i propri ovociti quando si è ancora giovani, per poterli così utilizzare in un secondo tempo quando le condizioni personali saranno migliori o potranno far affrontare questo passo con maggiore serenità».
In cosa consiste la crioconservazione degli ovociti? Attraverso una mirata stimolazione ormonale vengono prelevati e raccolti gli ovociti da conservare. Il congelamento avviene attraverso il procedimento di vitrificazione (congelamento rapido) che permette elevati tassi di sopravvivenza degli ovuli (oltre il 95%). Quindi questi vengono conservati in azoto liquido in attesa di essere utilizzati. Individuato il momento di utilizzo, gli ovuli vengono scongelati e fecondati in vitro; quindi impiantati. I tassi di successo, ovvero di raggiungimento di una gravidanza superano il 60%. Conclude Jemec: «Per non vanificare gli sforzi e garantirsi un patrimonio di fertilità significativo, la raccomandazione è fare questa scelta quanto prima. Meglio prima dei 30 anni; sicuramente non oltre i 35 quando le possibilità di successo, ovvero di gravidanza, rischierebbero di richiedere più tentativi».
ProCrea – Con una lunga esperienza nel campo della medicina della riproduzione, ProCrea è il maggiore centro di fertilità della Svizzera ed è un polo di riferimento internazionale. ProCrea è composto da un’équipe professionale di medici, biologi e genetisti specialisti in fisiopatologia della riproduzione. Unico centro svizzero ad avere al suo interno un laboratorio accreditato di genetica molecolare (www.procrealab.ch), ProCrea esegue analisi genetiche per lo studio dell’infertilità con tecniche d’avanguardia. La sede principale è a Lugano in via Clemente Maraini, 8. www.procrea.ch.