Quando il cibo diventa una trappola: la “bulimia nervosa” Il dott. Salvatore Panza ci mette in guardia da questo disturbo alimentare
La Bulimia Nervosa (BN) è un grave disturbo del comportamento alimentare che insorge, solitamente, in modo graduale, nella tarda adolescenza (16 – 20 anni) o nella prima età adulta, interessando soprattutto il sesso femminile. La Bulimia si manifesta principalmente con:
- Abbuffate ricorrenti caratterizzate dall’ingestione di grandi quantità di cibo e dalla sensazione di perdere il controllo durante l’episodio
- Ricorrenti ed inappropriate condotte compensatorie per prevenire l’aumento di peso, quali il vomito autoindotto, abuso di lassativi e diuretici, digiuno o esercizio fisico eccessivo
Si distinguono due sottotipi:
- Con condotte di eliminazione: se sono presenti regolarmente vomito autoindotto o uso inappropriato di lassativi e diuretici
- Senza condotte di eliminazione: se sono utilizzati regolarmente altri comportamenti compensatori inappropriati, quali il digiuno o l’esercizio fisico eccessivo (e non regolarmente il vomito autoindotto o l’uso inappropriato di lassativi e diuretici)
La bulimia nervosa si distingue dall’anoressia nervosa per il mantenimento di un peso corporeo entro limiti più vicini a quelli fisiologici, in quanto, il paziente bulimico, per evitare l’aumento di peso, dopo il manifestarsi delle abbuffate mette in atto comportamenti compensatori (si auto induce il vomito, abusa di lassativi e diuretici, digiuna e pratica un eccessivo esercizio fisico). La caratteristica principale della BN, come si è potuto evincere, è la presenza di abbuffate. Queste avvengono in solitudine, segretamente, in qualsiasi momento ed hanno, solitamente, durata inferiore alle due ore. La frequenza con cui si verificano è variabile, ma si presume la presenza di almeno un episodio quotidiano. Gli alimenti preferibilmente consumati sono cibi ipercalorici, incompatibili proprio con la dieta che il soggetto vorrebbe seguire. Nonostante queste abbuffate possano essere programmate in anticipo, sono inizialmente vissute con senso di estraniamento, come se i soggetti fossero posseduti da un’altra personalità, tanto che riferiscono di mangiare, per lo più senza raggiungere un senso di sazietà, bensì di malessere addominale. Le abbuffate non solo condizionano l’intero programma delle giornate, ma, nei casi più estremi, possono modificare sostanzialmente l’intera vita della persona.
Trattamento psicoterapeutico della Bulimia
La Psicoterapia Cognitivo-Comportamentale è un trattamento di provata efficacia per la bulimia nervosa. Obiettivo principale del trattamento è, innanzitutto, quello di normalizzare il comportamento alimentare; i pazienti devono riacquistare accettabili attitudini nei riguardi del cibo e modificare la convinzione che il peso costituisca l’unico o il principale fattore in base al quale valutare il proprio valore personale.
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