Quando la scuola diventa teatro di riflessione L’Istituto comprensivo Monteleone Pascoli di Taurianova incontra don Pino Demasi e Adriana Musella per parlare di resistenza e ‘ndrangheta
“La Resistenza è davvero finita?” A partire dallo studio della Resistenza storica e del percorso di conquiste civili che hanno portato al suffragio universale, i ragazzi della scuola Secondaria di I grado Istituto Comprensivo “Monteleone-Pascoli” di Taurianova hanno attivato un percorso di ricerca sulla conquista della libertà nelle nostre terre. Ne è emersa una riflessione caustica e provocatoria sul senso odierno di liberazione dopo la morte di circa 210.149 partigiani, di cui 36.381 donne durante la lotta di liberazione. Il 25 Aprile commemoriamo la conquista della “ Libertà”. Ma la Calabria è stata davvero liberata? E il voto è davvero libero? E’ così che i ragazzi hanno deciso di aderire al Bando di Concorso del MIUR “ Dalla Resistenza alla Cittadinanza Attiva – La Resistenza ha vinto: si vota!” affrontando il tema della nuova Resistenza oggi: la resistenza alle mafie, che stiamo ancora combattendo e che necessita di nuovi partigiani. Ed è così che gli allievi sono andati alla ricerca dei “nuovi partigiani”, quelli che non imbracano armi e fucili ma gridano senza terrore nomi e cognomi di criminali, invitando a scuola e intervistando per un documentario protagonisti indefessi della lotta alla ‘ndrangheta: Don Pino de Masi e Adriana Musella. Si sono così tenuti due incontri per la realizzazione del progetto-documentario. “La lotta contro le mafie deve chiamarci tutti in causa, così come si sentì chiamata in causa la parte sana del Paese nella lotta contro le dittature, anch’esse ladre di libertà. E per questo la liberazione della libertà è un percorso corale, una costruzione che ha tanti volti, tante passioni, tante competenze, in un impegno che richiede costanza e affiatamento”. Parole di Don Pino Demasi, Vicario generale della Diocesi di Oppido Mamertina-Palmi e responsabile regionale di Libera. “La lotta alle mafie non è una questione delegata agli “eroi”, ma è una questione che riguarda tutti i cittadini, le persone comuni, gli uomini e le donne che vivono nei territori, i giovani che vanno a scuola e quelli che lavorano o sono in cerca di un’occupazione. Insieme si combatte la paura”. Anche Adriana Musella, Presidente di “Riferimenti, Coordinamento Nazionale Antimafia” ha sottolineato ai ragazzi la difficoltà della lotta in questa nuova “resistenza” perché il nemico da combattere non si vede e per questo bisogna conoscerlo bene. Non trucida solo con le armi ma si serve del silenzio, dell’indifferenza, dell’incultura. E anche della delegittimazione. “Perché se non si riesce a tappare la bocca a chi grida giustizia, legalità e libertà si prova a isolare quella persona delegittimandola e infangandola per annullare e far dimenticare la sua battaglia. Allo stesso modo dimentichiamo le vittime innocenti della ‘ndrangheta che vanno onorate come partigiani per la liberazione della nostra terra, alla stregua degli eroi della libertà nella resistenza. Chi uccide la memoria commette due volte un delitto. Solo insieme si può vincere”. Ed è su questa dimensione del NOI, contro l’usurpazione e la paura che i ragazzi vogliono lanciare il loro messaggio di impegno civile per una cittadinanza attiva e responsabile a partire dalla scelta libera e consapevole al momento del voto. Noi sosteniamo gli eroi della nuova resistenza. E tu? Questo il loro slogan nel progetto-documentario.