Quanto c’è di vero nel sillogismo “Maggiori ricavi = Minori salari”?
redazione | Il 02, Ago 2012
Editoriale di Maurizio Compagnone (Popolari glocalizzati)
Quanto c’è di vero nel sillogismo “Maggiori ricavi = Minori salari”?
Editoriale di Maurizio Compagnone (Popolari glocalizzati)
Molti imprenditori italiani abbagliati dal profitto, applicano il sillogismo Maggiori ricavi = Minori salari ma quanto risponde a verità? Le strategie della classe imprenditoriale italiana, saccente e ingorda non ha capito cosa significa fare impresa, la maggior parte sono convinti che delocalizzando nei paesi emergenti cresca il profitto. Poveri illusi non sanno che sono solo abbagliati dal “Dio Denaro” presto e facile, senza ricorrere a costosi piani industriali seri. In questo Paese la classe imprenditoriale è veramente a corto di idee quelle che danno il là allo sviluppo. Il problema è che molto spesso confondono impresa con finanza, e questo li porta a convergere su una distorsione del concetto impresa. La nostra società è priva di imprenditori veri, quelli che aprono l’azienda e si rimboccano le maniche lavorando a gomito con i propri dipendenti. L’azienda cresce se si instaura una sinergia tra datore e dipendente, ambedue hanno l’interesse a rendere competitiva l’azienda. Purtroppo i nostri imprenditori di seconda e terza generazione non la pensano così, costoro sono per il facile profitto senza sacrificio. E quale miglior strada per questi “pseudo-imprenditori”? Ridurre i costi drasticamente per il mero profitto, la prima voce su cui intervenire per i tagli di spesa, è abbattere il monte salari. La palessiana, questi imprenditori possono contare su strumenti tecnologici freddi e inumani che vengono loro incontro, chi se ne frega dell’umanizzazione del lavoro, vuoi mettere un bel robot, non ha bisogni fisiologici impellenti, non ha telefonate da fare a moglie figli e amanti, non marca visita e per di più ha una alimentazione molto scarsa, basta qualche kilowatt di energia per essere operativo alla catena di montaggio e qualche litro d’olio, neppure quello d’oliva costa troppo, ma semplicemente quello industriale per mantenere reattivi gli arti.
Un minimo di bipedi raziocinanti ci vogliono per governare questi esseri inanimati, senza capitale umano i robot sono inefficienti e tutto va a discapito del profitto, assolutamente inaccettabile per l’imprenditore. Un piccolo sacrificio lo si può pure fare, dove prima gli umani erano venti oggi ne bastano la metà. La saggezza non appartiene però a questa classe di pseudo-imprenditori, mettendo avanti il profitto non possono che partorire idee folli. Il profitto secondo la loro pseudocultura è direttamente proporzionale ai costi come nei vasi comunicanti, per un profitto elevato bisogna abbattere i costi, mantenendo gli stessi standard qualitativi. Un ragionamento che non fa una piega. Il problema è capire dove sforbiciare…. Semplice, il profitto cresce se si interviene sul monte salari. Quindi il primo intervento è precarizzare i lavoratori. Ci pensate la risposta era dietro l’angolo. “Se ti va bene è così altrimenti la porta e li”. Fuori c’è la fila che aspetta per prendere il tuo posto. Che bello anche lo Stato ci viene incontro i contratti a termine, a progetto sono una invenzione da guinness, finito il lavoro amici come prima e se mi servi so che posso contare su di te. Ieri ho sentito un amico imprenditore che era entusiasta di aver delocalizzato le sua impresa nei paesi del sud est asiatico, era felicissimo, niente sindacalizzazione, azienda operativa h24, un pugno di riso come salario e tanti bigliettoni verdi in tasca. Tanti Paesi ti aspettano a braccia aperte non c’è che l’imbarazzo della scelta, Cina, Filippine, Pakistan, India, est Europa fanno al caso tuo. Tentar non nuoce. Pensa in pochi giorni smantelli la tua azienda e ti liberi di stipendi sindacalizzati, non hai incombenze con i rompi dei sindacati che chiedono il rispetto delle leggi. Ma che “palle”, pensa niente burocrazia la legge la fai tu, sei datore di lavoro, sindacalista e autorità se una tua dipendente rimane incinta la licenzi che te ne fai di una che non produce…. è assolutamente grandioso nessuna protezione di sistemi di sicurezza e costose assicurazioni, demandi la produzione di beni e servizi in outsourcing ad aziende dei Paesi emergenti, che hanno la tua stessa sensibilità, o forse anche maggiore, verso la protezione ambientale, sanitaria, sociale e sindacale. Un bel risparmio amico imprenditore.
Interessante il ragionamento ma qualcosa non è stata considerata, se i dipendenti precarizzati o disoccupati li lasci in mutande chi comprerà i tuoi beni prodotti o i servizi? Non certo i morti di fame pagati una miseria dai tuoi schiavisti in outsourcing. Sempre da Pietro devi tornare se vuoi vendere la tua mercanzia. Hai ragione un passaggio che mi era sfuggito, la delocalizzazione ostacola il profitto a lungo andare. Non l’avevo considerato ma tu sei astuto da quel cilindro qualcosa ti inventerai. Edison vienimi in soccorso…. La risposta era dietro l’angolo non ci avevo pensato, semplice vendiamo a credito. Ma come quale strategia adottare? Madonna oggi sono un pozzo di idee veicoliamo il messaggio attraverso la pubblicità, sono proprio un geniaccio a me Aladino mi fa un baffo. Ho trovato pure lo slogan, oggi per fare l’imprenditore bisogna pure essere esperti di marketing, guarda che bello, è calzante e accattivante per i nostri possibili clienti… “Parti oggi per la vacanza e inizia a pagare fra un anno” e vai e l’auto è piazzata. La mamma dei gonzi è sempre incinta e qualche figlio mammalucco lo trovi sempre. Queste rate sono geniali, pensa ti permettono di acquistare il televisore, il telefonino, i vestiti, le vacanze. Il mantra deve essere “Consumare, consumare, consumare”, ogni sfizio ogni oggetto del desiderio deve essere tuo, con una firmetta ti porti a casa l’auto fiammante, l’ultimo modello di TV Digital-Hi Tech-interattivo che ti registra in tua assenza, non solo, puoi comprare l’ultimo modello di lavatrice che accendi con il telefonino, non possiamo farci mancare l’ultimo modello di tele-forno, che a distanza puoi comandarlo, una vera chicca arrivi a casa e il tuo piatto preferito è bello che pronto…. Ma i soldi? A che ti servono ignorante basta una firmetta e tutto è tuo. Vuoi una bella casa no problem «Ti do tutti i soldi per la villa, e in più aggiungo una congrua cifra per l’arredamento». Sono proprio interessanti questi acquisti con firma posso comprare quello che voglio? Il sistema è testato funziona il messaggio pubblicitario aiuta. Si ma poi…. Ci sarà pure un poi. Ecco il colpo di genio finale: impacchetti il debito in prodotti finanziari strampalati e incomprensibili e lo rivendi come investimento sicuro agli istituti previdenziali, e prendi anche da qui i soldi da chi gonzo non è, ma è costretto dallo Stato a risparmiare per una vita dignitosa da pensionato. Gli diamo dei nomi esotici che non dicono un c…o ma fanno scena “- Future – ti fa pensare ad un bel titolo che mette in cassaforte la tua vecchiaia, un altro lo chiamiamo – Swap -, un nome breve ma conciso affascinante molto facile da ricordare, a qualcun altro gli diamo nomi ampollosi – Interest Rate Swap – hanno una sensualità solo a pronunciarlo e che dire – Forward rate agreement – un nome dalla sonorità acattivante”. E ti preoccupavi di perdere profitto, vedi la scienza finanziaria ti viene incontro e così guadagni 2 volte. Mettiamo da parte l’ilarità e torniamo a fare i seri. Questo è il metodo che ha fatto scoppiare la bolla finanziaria, dare credito a tutti e per tutto anche a chi non era solvibile. Con il segno di poi è facile prendersela con coloro che si sono indebitati per comprarsi casa e poi sono falliti in massa trascinando con sé l’economia di tutto il pianeta. Dobbiamo però fare mea culpa. Chi li ha resi pezzenti? E chi ha fatto credere loro di potersi permettere tutto giocando sul carisma sociale? Il messaggio che si faceva passare era: non si ha considerazione sociale se non possiedi una casa di proprietà. Quello che ho appena scritto tra il serio e il faceto ha una verità intrinseca che sintetizzo in poche righe. Per il profitto, si precarizza, si licenzia o si delocalizzia. Il processo però porta ad impoverire i clienti che non possono più far fronte alla mercanzia prodotta. E’ necessario un nuovo strumento che mantenga sempre alto il profitto, lo strumento si chiama “acquisto a debito”, il debito può essere un vero affare per aumentare i ricavi, basta che i debiti li rimetti in circolo come investimento con l’avallo di agenzie di rating compiacenti. Una vera alzata d’ingegno, il debito diventa ulteriore profitto.
Maurizio Compagnone Segretario Organizzativo dei Popolari Glocalizzati