Quasi come Gaber. “Anatomia di una risata fissa” Di Domenico Monteleone
“ANATOMIA DI UNA RISATA FISSA”
Sinceramente, non vedo cosa abbiano da ridere.
Si, ridono sempre, costantemente, in tutte le occasioni, selfie inclusi.
Forse c’è una strana strategia secondo la quale bisogna mostrarsi sempre sorridenti e contenti.
Si, ci deve essere una vera e propria strategia.
Altrimenti non si spiega.
A cosa mi riferisco?
Ma si, dai! Mi riferisco all’Amministrazione che – sindaco BiasiMevole in testa – ridono sempre, sempre, ridono sempre.
Fateci casa, guardateli dal vivo (?), nelle foto sui social o in ogni altra occasione: ridono sempre!
Ma cosa avranno da ridere così sguaiatamente?
Già, che cosa significa quella risata a pignone fisso, continua, permanente?
Beh, una risata così sembrerebbe un chiaro segnale che le cose vanno davvero bene, che tutto procede per il meglio.
Già, sono il Sindaco e gli Amministratori di Taurianova e tutto procede per il meglio, non c’è niente di BiasiMevole a ridere.
Non ci sono problemi e tutto procede per il meglio.
Non c’è il problema dell’acqua potabile, ad esempio.
Cosa vuoi che sia quello di cui parlano gli altri, quelli che li vogliono male, si tratta solo di un “vizio” burocratico, basta non mettere i cartelli che la rituale scritta “Acqua non Potabile” e sperare che non succeda niente, facendo affidamento sulla fortuna.
Si, certo, poi qualcuno si sveglia e chiede la restituzione della metà del Canone pagato ma – come diceva Eduardo – “per pagare e morire c’è sempre tempo”.
E poi cosa volete che conti un “vizio” burocratico rispetto a gente che il “vizio” burocratico lo ha sempre utilizzato a convenienza, quando si (se conviene a loro) e quando no (se a loro non conviene), e volete che io non lo sappia con tutto ciò che è successo con la Cappella Funeraria di mio Padre?
Non c’è, dunque, problema, non c’è il problema dell’acqua potabile.
Non c’è neppure il problema dei topi.
Ma su! Cosa volete che sia qualche topo – qua e la – rinvenuto a passeggiare per i marciapiedi della città.
Si, lo so, qualcuno dice che basterebbe una buona derattizzazione e via tutti sereni e contenti.
Un topo, però, non è solo un topo.
Un topo è tutta l’incuria che ha portato quel topo ad non essere solo, ad essere solo uno di una foltissima schiera che ha praticamente invaso le nostre strade.
Un topo non è solo un topo, un topo è lo specchio della mancata programmazione, perché non vorrete mica dire che un topo è una cosa mai vista come il leone che passeggiava l’altra sera a Ladispoli?
Un topo è qualcosa che si conosce e che se non si previene opportunamente (e chi deve prevenirlo se non l’Amministrazione?) si rischia di conoscere ancor più da vicino, nei nostri giardini, nelle nostre case, nelle nostre stanze da letto.
Domanda: l’Amministrazione ha fatto qualcosa per prevenire questo fenomeno dei topi? Da quelli che si vedono in giro, direi proprio di no, direi che nulla è stato fatto e – comunque – se qualcosa è stato fatto, è stato fatto molto male perché di nessuna efficacia. Punto.
Ecco, un topo è il simbolo della scarsa propensione dell’Amministrazione a guardare oltre il proprio naso.
Un topo è anche il simbolo di questa Amministrazione: a spasso per la città come se nulla fosse e col sorriso beffardo stampato sul muso.
Ma poi, su, un topo può anche essere un orpello che rompe la monotonia, che rompe la piattezza di strade sempre uguali a se stesse e che sembrano senza fantasia.
Chissà che un giorno non si arrivi a dire che Taurianova è sempre stata invasa dai topi e che il problema è stato ereditato da altre Amministrazioni e Bla Bla (“Bla Bla” è assolutamente casuale – ndr).
E se non c’è il problema dei topi, figuriamoci quello delle api.
No problem.
Un po’ come con il Bilancio, e si, poiché non c’è nemmeno il problema del Bilancio, che (come ti sbagli?) per gli Amministratori va tutto bene (madama la marchesa!) e che – tutt’al più – è sempre colpa degli altri, di quelli di prima ed anche di quelli di dopo, ovviamente.
Come sempre, quando c’è da accampare meriti (spesso inesistenti) è tutto merito proprio, mentre, allorquando ci sono colpe (molto consistenti), le stesse colpe sono sempre degli altri, di quelli di prima e di quelli dopo, c’è sempre un altro colpevole e poi un altro e poi un altro ancora e Bla Bla (ripeto: “Bla Bla” è, anche qui, assolutamente casuale – ndr).
E via! Non c’è, insomma, nemmeno il problema del Bilancio e Bla Bla (ut supra) anche qui.
Non c’è il problema della manutenzione nel Comune di Taurianova.
No, non c’è nemmeno il problema della manutenzione che Loro – a Taurianova – hanno risolto brillantemente.
Come lo hanno risolto? Facile, easy! Loro (il BiasiMevole e la sua ciurma politica) pensano basti mandare in giro il vicesindaco a fare selfie dalla mattina alla sera e la gente avrà la percezione che tutto è a posto.
Un selfie al giorno (selfie un po’ cafoni, a dire il vero, cafoni politicamente parlando, s’intende) e via, e pare che si sembra più belli, più sicuri, più colti. Anche più colti? Boh!
Si, perché – per Loro – la gente è scema e non capisce.
Tutto a posto o, meglio, “tuttapposto!”.
Rimangono, insomma – a futura memoria – i selfie ma rimangono, ahinoi, anche le numerose disfunzioni, piccole e grandi, visibili e non visibili.
Rimangono le situazioni di pericolo, causate – ovviamente – dagli altri, sempre dagli altri, da quelli di prima e da quelli di dopo.
Poco importa, a dirla tutta, che quelli di prima sono sempre loro con il sindaco BiasiMevole – che governa da venticinque anni – in testa.
Andate a vedere – a titolo di mero esempio perché ve ne sono tantissimi altri – il palo della luce che si trova sulla via Cappuccini, sulla destra, qualche metro prima della rotonda che è posta davanti alla Chiesa del Calvario.
Dietro un segnale stradale di “dare precedenza” con l’indicazione della rotatoria, c’è un vero e proprio “accrocco” consistente in un grosso cavo di acciaio che, attaccato al palo della corrente, cade obliquo verso il marciapiede e staziona ad altezza d’uomo (anche di bambino) ed è attaccato al suolo con un improbabile megachiodo artigianale.
Andatelo a vedere! Rappresenta una insidia nascosta (mi sembra pericoloso per il semplice transito) e non mi sento di escludere che possa ingenerare e trasmettere una dispersione di corrente.
Peraltro, è stato coperto da un cencio di colore blu arrotolato maldestramente allo stesso cavo obliquo.
l’ho fotografato a futura memoria e, sinceramente, volevo farmi un selfie sul posto ma poi ho realizzato che era una cafonata e che non era il caso di “rubare” il mestiere al vicesindaco ed ho desistito.
Ripeto: andatelo a vedere e ditemi se quell’accrocco si può lasciare così, a dispetto dei selfie con cui si cerca quotidianamente di “ubriacare” i Taurianovesi.
Situazioni di analogo pericolo – ripeto! – così ce ne sono tantissime a cominciare dalle buche sulle strade e dagli alberi e per non parlare dei palazzi in rovina, da quelli sulla via Gemelli, a quello su viale XXIV maggio a quelli prima dell’Ospedale, dove è stato introdotto il famigerato Senso Unico, solo per fare qualche esempio.
Andate a fare qualche selfie pure là, per equità, su!
Non cambia nulla, intendiamoci, ma vuoi mettere il risalto di poter dire coram populo “la manutenzione continua” e “Tuttapposto!”.
Sono tutte situazione di pericolo ed a me appare di lapalissiana evidenza ma ma per altri può essere differente e può succedere che non si avvertire il pericolo.
Non c’è nemmeno il problema del welfare pubblico, il problema del benessere dei cittadini.
Stanno tutti bene (e sembra il titolo di un film).
Se, poi, c’è qualcuno che soffre chissenefrega: il sindaco BiasiMevole è sempre pronto a dire che sono problemi che non interessano la maggioranza dei cittadini e quindi è inutile occuparsene.
Beato a lui.
Come se esistono i problemi a maggioranza e come se la democrazia non è quella cosa che si occupa dei più deboli e degli ultimi, come se la democrazia non serva, insomma, per non far restare indietro quelli che fanno parte dei pochi.
Ma si, dai, un sorriso e via, si, perché ci si crede più scaltri e più furbi degli altri e come se la gente non capisce che li stai prendendo per i fondelli.
La gente capisce, oh se capisce!
Il fatto è che, nei nostri sistemi malati, spesso non si riesce a reagire agli abusi del potere, spessissimo non si riesce ad opporsi al potere che – pensa un po’ – ti promette ciò che ti spetta di diritto, ma che te lo da solo come una concessione che, però, bisogna, in qualche modo, pagare. Pagare sempre.
La gente, per fortuna, capisce bene e distingue chi ha un cuore da chi non lo ha.
La gente capisce e ti schifa ma – molte volte – non può permettersi di dirtelo in faccia perché questo sistema malato non lo consente, se non a pena di restare esclusi, esclusi dalle briciole, beninteso.
Insomma, il welfare non è un problema a Taurianova, ma solo perché viene minimizzato, mimetizzato, nascosto, deriso addirittura, si, deriso, ed alzi la mano chi non conosce situazione di diritti conculcati e pretermessi.
In tutto questo frastuono di criticità, loro, il sindaco BiasiMevole ed i suoi adepti politici continuano a produrre eventi superflui e situazioni assolutamente inutili e, a dirla tutta, molto dannose:
✔ la venuta del principe di Monaco con lo strascico di spese folli e inutili come i fiori (ve ne parlerò in separata sede) ed il pranzo con invitati di serie A e di serie B (non sapete del buffet? Forse ve lo racconterò, c’è veramente da ridere);
✔ la storia delle imbarazzanti onorificenze dello Stato di vattelapesca per le quali il sindaco BiasiMevole e la sua corte sono andati fino a Catania (e pure su questo mi soffermerò con un altro articolo);
✔ le varie festicciole malnate come l’imbarazzante “Notte Rosa” di quest’estate (ed anche su questa è pronto un articolo);
✔ il viaggio a Genova per partecipare ai lavori dell’ANCI (mi piacerebbe sapere cosa hanno fatto i Consiglieri che sono stati mandati in missione, i missionari, oltre a riscaldare la sedia. Si tratta di gente che occupa lo scranno municipale solo per la parentela lunga di cui Madre Natura ed i propri Avi li hanno dotati, si tratta di gente che non parla nemmeno a Taurianova, figuriamoci in trasferta a Genova. In ogni caso, attendo notizie ed ho pronto un altro “pezzo”);
✔ l’invenzione geniale della necessità di un nuovo monumento ai caduti (e, come al solito, paga Pantalone anche se non ho ancora capito chi ci guadagna);
✔ la “Giornata della gentilezza”, anche la “Giornata della gentilezza”, proprio loro. Mah!
Mi sembra che tutti questi eventi facciano da pendant con le risate che questi qua consumano in pubblico.
Risate e eventi.
Eventi e risate.
È tutta qui l’Amministrazione del sindaco BiasiMevole.
Ma, poi, dicevo sopra: perché ridono?
Perché?
Perchè ridono se non c’è proprio nulla di cui ridere e stare sereni?
Mi sento dire: “ma tu ce l’hai con il sindaco”.
Si, è vero, ce l’ho con il sindaco perché ne ho scoperto la condotta degna di Biasimo, l’ho scoperta in ritardo giacché non mi ero mai veramente interessato alle cose pubbliche di Taurianova, ho scoperto tante nefandezze politiche dallo stesso perpetrate in anni e anni in cui sono stato lontano da Taurianova.
Ebbene si, ce l’ho con il sindaco perché penso che sia il peggiore dei sindaci possibili ma, sinceramente, è lui che – come in una mostruosa sublimazione del proprio io – ce l’ha con se stesso, è lui che ce l’ha con la propria natura di uomo (che ha dimenticato), è lui che ce l’ha con la propria natura di persona (che ha annullato in un proprio stato di anaffettività che tantissimi Taurianovesi oramai riconoscono in lui), è lui che ce l’ha con la propria natura di politico (che ha sostituito con una risata a pignone fisso).
Una risata a pignone fisso nonostante le cose a Taurianova non vadano per il meglio.
Ecco cosa è rimasto, cosa rimarrà di lui, di loro, una risata che si presenta come una risata finta, artificiale, innaturale.
Insomma, una risata sintetica.
Il sindaco è tutto qui: una risata sintetica.
Domenico Monteleone