Image Image Image Image Image Image Image Image Image Image

TAURIANOVA (RC), VENERDì 08 NOVEMBRE 2024

Torna su

Torna su

 
 

Quel geniale imprenditore di nome Cecè Cannatà In un libro il fratello Domenico racconta la figura dell'imprenditore taurianovese - GUARDA L'INTERVISTA

Testo-
Testo+
Commenta
Stampa

Un libro scritto dal fratello Domenico per ricordare la figura geniale dell’imprenditore taurianovese Cecè Cannatà. Uno scritto veloce, 86 pagine, per raccontare la vita e le principali tappe professionali di quel ingegnoso imprenditore che seppe conquistare la benevolenza della sua cittadina con la sua serietà, sagacia e generosità. Tornato dall’America, più precisamente dal Venezuela, recatosi per fare fortuna come tanti emigranti negli anni ’50, fin dall’inizio della sua attività ha avuto l’oculatezza di scegliere un prodotto da vendere che durasse nel tempo, come la carta e la cancelleria.

“Ricordo – scrive il fratello Domenico nel libro – la corte che tante grandi fabbriche, avendo intuito che lui aveva la stoffa del fine venditore, gli facevano alla Fiera di Milano affinché prendesse l’esclusiva dei loro prodotti”. Grande intuizione, perché da quel momento iniziò una lunga avventura imprenditoriale. Importante, che attraversa decenni di successi ma anche di cadute. Costruì un piccolo impero economico che trova ancora oggi le sue certezze. Nella sua attività imprenditoriale ha avuto sempre presente la scelta dei prodotti moderni al passo coi tempi e i gusti della gente.

“Curò – scrive ancora Domenico – la tempestività nelle consegne. Introdusse nelle sue aziende l’innovazione tecnologica appena apparsa in Italia negli anni Novanta. Aprì un “cash and carry” all’americana. Fu tra i primi, se non il primo, a introdurre in Calabria l’orario continuato. E non fu secondo ad alcuno nella cura del personale e dei clienti”. Con i suoi primi guadagni costruì dalle fondamenta l’azienda madre di Taurianova: 10 mila mq, di cui 6 mila coperti. Poi arrivarono i magazzini acquistati a Messina, Lamezia Terme, Cosenza. “Comprava sempre – ricorda il fratello – non prendeva mai in affitto. Cecè aveva l’antipatia per gli affitti.”