Quel pasticciaccio brutto di Via Solferino a Taurianova Dalle "lettere minatorie" al comunicato del PD, è solo questione di atti(mi) da operetta
Prefazione “Forse l’etica è una scienza scomparsa dal mondo intero. Non fa niente, dovremo inventarla un’altra volta”. (Jorge Louis Borges)
È difficile, tremendamente complicato aprire una riflessione su ciò che sia il tema attuale a Taurianova perché ha del surreale, dello stravagante e soprattutto, consentitemi questo termine, preoccupante. E se dovessimo dare un titolo sarebbe, “Quel pasticciaccio brutto di via Solferino”, dov’è ubicato l’ufficio postale, e dive si è consumato il “delitto”, parafrasando il famoso romanzo di Carlo Emilio Gadda.
Da oltre nove anni che esiste questa rubrica ed è la prima volta che provo imbarazzo (e sconforto) a scrivere della situazione politica della mia città. Però c’è la coscienza pressata dalla scalpitante bramosia dell’etica. Ma c’è pure la paura di sbagliare, di mettere qualche virgola fuori posto o di essere frainteso. ma ci sono dei valori, cinici, avidi, quali sono il tempo e la morale insieme alla giustizia e la bellezza dei giusti.
Per alcuni (fortunatamente) sono solo parole buttate a caso per rafforzare un concetto, per altri, gocce versate in un oceano, ma la questione morale è fondamentale ed è una cosa seria! Non starò a “cercare parole che non trovo” né “sputare sui cadaveri”, sarebbe troppo facile sparare a quel bersaglio chiamato Pino Falleti, autore ahimè, secondo quanto scritto e confermato dai carabinieri del nucleo investigativo di Gioia Tauro (e non da Gigi il cavolaro di Campo de Fiori), per un terribile fattaccio “Appurato (…)”, ed altro, come si evince dalle carte. Ciò è stato ampiamente riportato dalla redazione di questo giornale (e dalle due dirette di Luigi Longo), non scriverei nulla di nuovo. Però, ufficialmente, Pino Falleti non è indagato, quindi la dicotomia garantismo e/o giustizialismo non hanno ragione di esistere. Il problema è solamente morale e deve restare per tutti, morale e politico. Sono due settimane da quando si è appurato del “pasticciaccio”, eppure le dimissioni da consigliere comunale (come atto dovuto ed eticamente necessario e inevitabile), non sono arrivate, né è stato accolto l’invito ufficiale del sindaco Fabio Scionti, rivelato durante l’ultimo civico consesso a dimettersi, e “di non gradire la sua presenza nella maggioranza amministrativa”.
Però è arrivata la nota stampa del Circolo del Partito Democratico di Taurianova, brividi, adrenalina pura da standing ovation come in uno stadio. La pezza è stata peggio del buco. Sette righe striminzite per dire il nulla e il poco di quel nulla, complicare ancor di più una vicenda già compromessa di suo.
C’è un consigliere comunale del partito, azionista di maggioranza della coalizione “Taurianova Cambia”, il quale è sulla bocca di tutti a livello regionale e oltre i confini regionali per una “storiaccia” raggelante, si riunisce il PD locale, saltano di palo in frasca, fino a scrivere: “(…) il circolo prende atto della decisione di Pino Falleti di autosospendersi dal Partito Democratico. Il partito ringrazia Pino Falleti per il responsabile impegno profuso in questi anni e auspica che possa riprendere al più presto il proprio percorso politico” (Sic!). Tra i dem locali c’era anche la presenza del coordinatore della federazione metropolitana del PD Giovanni Puccio. A questo punto potevano continuare, scrivendo ad esempio, “ci auguriamo che Pino Falleti accetti la candidatura a sindaco al posto di Fabio Scionti nelle prossime elezioni, condanniamo fermamente quanto scritto dai carabinieri di Gioia Tauro e dalla procura antimafia, e speriamo che alla scadenza del mandato presidenziale del capo dello stato Mattarella, lo stesso Falleti possa essere preso in considerazione dai grandi elettori come suo successore”. Non c’è traccia di solidarietà al sindaco Fabio Scionti, come se si facesse scudo intorno a Falleti e la vera vittima di tutto questo fosse lui e non il sindaco di Taurianova. Misteri della fede (miscredente). Se Pino Falleti si deve dimettere, a questo punto, dopo il comunicato, il Pd locale non solo dovrebbe seguire le stesse orme (compreso il coordinatore metropolitano), ma anche “sciogliersi”.
Certo, la mia è ironia da quattro soldi, d’altronde Brecht ne fece una grande opera, ma la sostanza non cambia. Quello che oggi si chiama PD, prima si chiamava PCI, e c’erano uomini come Enrico Berlinguer che iniziò a dare un concetto di libertà al socialismo italiano sule basi di Salvemini con la sua “giustizia e libertà”, e fu un rivoluzionario che accettò le tesi dei fratelli Rosselli sul socialismo liberale, sollevando la “questione morale”, ma prima ancora c’era un certo Antonio Gramsci che “odiava gli indifferenti”, guardate che le tombe si rivoltano. La democrazia è rispetto delle regole, da esse dipende l’uguaglianza, e su tali fondamenta si poggia la carta costituzionale.
Quelli come me che hanno sempre votato e creduto al riformismo socialista, alla libertà condivisa ottenuta con la giustizia e la bellezza. Quella bellezza della morale che è rappresentata dal quel “cielo stellato” che non è solo un epitaffio in una lapide, ma un valore assiomatico ed eterno. Ecco perché le forze sovraniste e chi cavalca i dissapori proliferano in questo paese, perché non ci si vuole rendere conto che la morale è unica e dev’essere applicata a prescindere.
La morale è libertà d’azione e di sentimento, e sarebbe un peso non seguirla, come quello che grava su Pino Falleti e su un partito il quale oggi è l’unico che ha storia e valori da difendere. Le dimissioni di Pino Falleti dovevano essere un atto dovuto il giorno dell’ultimo civico consesso e procedere alla surroga con Daniele Prestileo (rafforzando la maggioranza e stare tranquilli fino a primavera del 2021), sarebbe stato un gesto di grande responsabilità istituzionale e politica. Prima le dimissioni dal consiglio comunale a tutela dell’assise stessa e per non compromettere i lavori amministrativi e poi c’era la questione partitica. Ho sempre scherzato e ironizzato con Falleti chiamandolo Procuste, come quel personaggio mitologico che uccideva i passanti e a sua volta ucciso con suoi stessi metodi dal mitico Teseo. Ma ignoravo il fatto che Procuste e Teseo, a Taurianova, erano la stessa persona. Pino Falleti si dovrebbe dimettere innanzitutto per egli stesso, sarebbe un toccasana in quanto lo aiuterebbe a starsene fuori dalla politica e iniziare a riflettere su quanto è accaduto, magari chiedendo scusa ai suoi 237 elettori che sicuramente non approverebbero quanto “Appurato”, ma non va condannato ad personam, anzi, va aiutato a farlo riflettere su quanto accaduto.
Le dimissioni sarebbero salutari per il mandato di Fabio Scionti, eviterebbero imbarazzi per la sua presenza in Consiglio Comunale (e non si esclude l’uscita della minoranza, definita con “ridicoli”, “vergogna” dai banchi del Consiglio per la sua presenza), perché da quanto si apprende, alcune condizioni di appoggio alla maggioranza da parte di consiglieri esterni (Sposato più “uno”) alla maggioranza che hanno “salvato” fino ad ora l’amministrazione Scionti, verrebbero meno. E quindi ci sarebbe il pericolo di un’interruzione anticipata della consiliatura. La maggioranza è formata da nove voti, tra questi c’è quello di un “ondivago antropomorfico Moro” che vuole la nomina di un assessore e qualche selfie, poi il voto di Falleti il sindaco non lo vuole, e quindi consolidati sono sette voti. Fermo restando che Mesa Gerace applichi un senso di responsabilità insieme alla Patrizio (che è del PD ma si legge Scionti), in quanto è rappresentata da un assessore come Raffaele Loprete (oltre ad ambire al conseguimento del titolo di “buttafuori” nelle interpartitiche). A quest’ultimo, parentesi a parte, siccome lui sa che gli voglio bene, consiglio il dono del silenzio, perché esso è una grande forza e allo stesso tempo, è quel dono che insieme all’umiltà, i grandi sono diventati tali perchè hanno sempre dosato le parole. Tornando a Pino Falleti e le sue dimissioni da Consigliere, la maggioranza sarebbe paradossalmente formata da almeno dieci voti, e chest’è!
Sarò un illuso, un visionario, ma sono certo che Pino Falleti ci sorprenderà. È stato uno dei più grandi “costruttori” di questa maggioranza, nei fatti è istituzionalmente il più esperto con i suoi oltre trent’anni di attività politica, e un po’ di riposo credo che gli farebbe bene e sarebbe salutare, dimettersi, per lui e per Fabio Scionti. Quest’ultimo a oggi silente, nella speranza che non tarda ad arrivare una sua imponente presa di posizione (anche dimettendosi perchè avrà venti giorni di tempo per aprire una riflessione e poi deciderle se ritirarle), e non si rechi com’è di solito fare, quello di arrivare alla stazione dopo che il treno è passato.