“Una finestra sull’Europa”
redazione | Il 27, Mag 2013
L’Università della Calabria, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, insieme con l’Università di Perugia e il Dipartimento delle Politiche Europee della Presidenza del Consiglio stanno svolgendo con periodicità un’azione promozionale e di sensibilizzazione a livello nazionale delle questioni europee relative all’Unione europea
“Una finestra sull’Europa”
L’Università della Calabria, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, insieme con l’Università di Perugia e il Dipartimento delle Politiche Europee della Presidenza del Consiglio stanno svolgendo con periodicità un’azione promozionale e di sensibilizzazione a livello nazionale delle questioni europee relative all’Unione europea
L’Università della Calabria, Dipartimento di Scienze Politiche e Sociali, insieme con l’Università di Perugia e il Dipartimento delle Politiche Europee della Presidenza del Consiglio stanno svolgendo con periodicità un’azione promozionale e di sensibilizzazione a livello nazionale delle questioni europee relative all’Unione europea. Nell’ambito di un Progetto “Una Finestra sull’Europa” (FISE). In questo contesto si inserisce questo contributo. Sempre nell’ambito della cittadinanza europea, considerato che il 2013 è l’Anno dei Cittadini. Secondo il trattato sull’Unione europea (TUE) l’articolo 20 sancisce che è istituita una cittadinanza dell’Unione. È cittadino dell’Unione chiunque abbia la cittadinanza di uno Stato membro. La cittadinanza dell’Unione si aggiunge alla cittadinanza nazionale e non la sostituisce. I cittadini dell’Unione godono dei diritti e sono soggetti ai doveri previsti nei trattati. Essi hanno, tra l’altro: il diritto di circolare e di soggiornare liberamente nel territorio degli Stati membri; il diritto di voto e di eleggibilità alle elezioni del Parlamento europeo e alle elezioni comunali nello Stato membro in cui risiedono, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato; il diritto di presentare petizioni al Parlamento europeo, di ricorrere al Mediatore europeo, di rivolgersi alle istituzioni e agli organi consultivi dell’Unione in una delle lingue dei trattati e di ricevere una risposta nella stessa lingua. Inoltre il cittadino UE ha il diritto di godere, nel territorio di un paese extra-europeo nel quale lo Stato membro di cui hanno la cittadinanza non è rappresentato, della tutela delle autorità diplomatiche e consolari di qualsiasi Stato membro, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato. Su questo ultimo diritto ci soffermeremo in questa ultima “finestra” del Progetto FISE. Si tratta della protezione diplomatica e consolare che l’Unione europea assicura ai cittadini allorché, trovandosi “all’estero”, cioè al di fuori del territorio europeo UE, si trovino in condizioni di sofferenza (furto, scippo, eventi imprevisti, ecc.). E’ sicuramente un fatto eccezionale poiché la protezione diplomatica è una prerogativa tipica dello Stato; ma come vedremo l’Unione si avvale degli Stati nell’esercizio di questo diritto sancito dal trattati. Il cittadino dell’Unione che si trovi in un paese terzo in cui il suo Stato membro non è rappresentato gode, ai sensi dei trattati UE, della tutela delle autorità diplomatiche e consolari di qualsiasi altro Stato membro, alle stesse condizioni dei cittadini di quello Stato. Il diritto di godere della tutela delle autorità diplomatiche e consolari di qualsiasi Stato membro, alle stesse condizioni dei cittadini di detto Stato, è un diritto specifico concesso dal trattato ai cittadini dell’Unione e conferisce una dimensione esterna al concetto di cittadinanza dell’Unione, in quanto rafforza l’idea di solidarietà europea e l’identità dell’Unione nei paesi terzi. Si prevede che nei prossimi anni i cittadini dell’Unione avranno sempre più bisogno di tutela consolare. Stando alle statistiche Eurostat, il numero di viaggi dei cittadini dell’Unione nei paesi terzi è passato da oltre 80 milioni nel 2005 a oltre 90 milioni nel 2008, e il dato è in aumento. Secondo stime, sono più di 30 milioni i cittadini dell’Unione che risiedono stabilmente in un paese terzo, ma solo negli Stati Uniti, in Cina e in Russia esistono rappresentanze di tutti e 27 gli Stati membri. Le ultime gravi crisi verificatesi nei paesi terzi hanno colpito anche moltissimi cittadini dell’Unione (si pensi alle rivolte democratiche in Libia, Egitto e Bahrein nella primavera 2011, al terremoto in Giappone del marzo 2011 e a Haiti nel gennaio 2010, e alla nube di cenere vulcanica islandese nella primavera 2010), dimostrando con ciò che occorre garantire tutela consolare ai cittadini dell’UE, a prescindere dalla loro cittadinanza. In Libia, ad esempio, sono rappresentati 8 Stati membri e quando è scoppiata la crisi erano 6000 i cittadini dell’Unione sul posto; il 9 marzo 2011 i cittadini europei erano ancora 1345; da allora gli Stati membri hanno cercato di evacuarne almeno 52. In Egitto sono rappresentati 22 Stati membri e i cittadini dell’Unione erano almeno 100000 (per lo più turisti nella regione del Mar Rosso). Nel Bahrein sono rappresentati 4 Stati membri per un totale di almeno 8800 cittadini dell’Unione sul posto. In Giappone sono rappresentati tutti gli Stati membri eccetto Malta e Cipro i cittadini dell’Unione erano 37000. A Haiti, dopo il terremoto del 2010, si contavano circa 2700 cittadini dell’Unione. A causa della nube di cenere vulcanica in Islanda della primavera del 2010 sono stati cancellati oltre 100000 voli. Oggigiorno i cittadini non sono sufficientemente informati del diritto, di cui godono ai sensi del trattato, alla parità di trattamento in materia di tutela consolare. Il numero di casi in cui cittadini dell’Unione hanno chiesto la tutela consolare di un altro Stato membro è esiguo e non tutti gli Stati membri raccolgono dati e statistiche in proposito. Questo è l’obiettivo primario di questo articolo: far conoscere i propri diritti ai cittadini europei ed in particolare il diritto ad essere tutelati laddove, all’estero, il nostro Paese non sia rappresentato da missioni diplomatiche o consolari. Occorre sensibilizzare i cittadini italiani (e dell’Unione) sulla possibilità (un vero e proprio diritto) di rivolgersi, ove necessario, ad ambasciate/consolati di Stati membri diversi dal loro, e chiedere l’assistenza consolare come se fossimo cittadini di quello Stato. Occorre conoscere per migliorare sempre più il sistema di tutela che, lo ricordo, è già funzionante da tempo. Ad esempio. I cittadini di paesi terzi familiari di cittadini dell’UE sono (spesso) esclusi dall’assistenza consolare. Quando questa è prestata, le categorie di familiari che ne beneficiano sembrano variare, al pari delle circostanze in presenza delle quali l’assistenza è concessa. La tutela consolare comprende l’assistenza nelle seguenti situazioni: a) in caso di arresto o detenzione; (b) qualora il richiedente sia vittima di reato; (c) in caso di incidente o malattia grave; (d) in caso di decesso; (e) qualora il richiedente sia in difficoltà e necessiti di aiuto e di essere rimpatriato; (f) qualora il richiedente necessiti di documenti di viaggio provvisori. La tutela consolare dei cittadini dell’Unione (non rappresentati nello Stato terzo) ha, per definizione, implicazioni transnazionali, in quanto estende i diritti garantiti dalla cittadinanza dell’Unione al di là delle frontiere dell’Unione. Il cittadino dell’Unione si considera non rappresentato soprattutto quando l’ambasciata o il consolato del suo Stato membro di origine non è “accessibile”; nel senso che il cittadino dell’Unione non può recarvisi e tornare nel luogo di partenza (con i mezzi di trasporto comunemente usati nel paese terzo) entro lo stesso giorno. Considerando l’aumento del turismo mondiale (dati OMT) e le carenze sopra menzionate, sembra utile conoscere questo diritto fondamentale ad essre tutelati; diritto che ci deriva dall’essere cittadini italiani in primis, poi anche cittadini dell’Unione europea.