“Unione dei Comuni”: ridotto a 2.000 il limite demografico minimo
redazione | Il 25, Ott 2012
Imbalzano si dice soddisfatto per l’approvazione del progetto di legge da lui promosso
“Unione dei Comuni”: ridotto a 2.000 il limite demografico minimo
Imbalzano si dice soddisfatto per l’approvazione del progetto di legge da lui promosso
“L’iniziativa legislativa da me proposta ed approvata all’unanimità dal Consiglio regionale riguardante la riduzione dei limiti demografici minimi a duemila abitanti per potere costituire ‘Unione di Comuni”, è un passo decisivo per favorire un reale processo associativo tra piccoli enti, assolutamente funzionale alla realtà del territorio calabrese”.
E’ quanto afferma in una dichiarazione il presidente della seconda Commissione consiliare, ‘Bilancio, programmazione economica , attività produttive’, Candeloro Imbalzano (Scopelliti Presidente), che è stato promotore del progetto di legge in materia.
“Il dato più significativo da sottolineare – prosegue Imbalzano – è che si tratta di una proposta costruita con un forte consenso del territorio, dal basso, in particolare con le indicazioni di amministratori di Comuni spesso marginalizzati per collocazione orografica e non solo, che hanno grande interesse a gestire in forma associata servizi e funzioni primarie, realizzando economie di scala e, soprattutto, migliorando la qualità della vita delle rispettive comunità. Di questo provvedimento normativo – evidenzia Candeloro Imbalzano – potranno in particolare fruire le realtà collinari e montane, assai diffuse in tutta la regione, e quindi, anche nella provincia di Reggio Calabria, venendo in tal modo incontro, finanziariamente ed istituzionalmente, alle indicazioni del Governo contenute nel decreto sulla spending review. Si evita così il rischio di commissariamento da parte dei prefetti, qualora i processi di accorpamento e di aggregazione non si realizzassero entro il termine previsto dalla normativa nazionale. Ancora una volta – conclude Candeloro Imbalzano – la Regione Calabria ha dimostrato una maggiore capacità rispetto alle altre realtà del Paese, in tema di autoriforma, nell’ottica di un riassetto del governo del territorio e di modernizzazione del Paese”.