Raccontato in due volumi del Ciheam il binomio Dieta Mediterranea e sostenibilità
redazione | Il 13, Gen 2014
Presente anche la “vera” storia del riconoscimento Unesco. Roberto Capone e Stefania Lapedota hanno curato la pubblicazione di “MediTerra” e “DM modello di alimentazione sostenibile”
Raccontato in due volumi del Ciheam il binomio Dieta Mediterranea e sostenibilità
Presente anche la “vera” storia del riconoscimento Unesco. Roberto Capone e Stefania Lapedota hanno curato la pubblicazione di “MediTerra” e “DM modello di alimentazione sostenibile”
Di recente vengono spesso accomunati tra loro la Dieta Mediterranea ed il
concetto di sostenibilità, a suggellare e a dare importanza a tale binomio
vi è ora la pubblicazione di due volumi realizzati dal CIHEAM di Parigi e
dalla sua sede italiana di Bari.
dm2.jpgIl primo si intitola “MediTerra – La dieta mediterranea per uno
sviluppo regionale sostenibile” ed è una sintesi, in italiano, del rapporto
Mediterra 2012: The Mediterranean Diet for sustainable regional development,
con il coordinamento editoriale della versione italiana a cura di Roberto
Capone. Il rapporto raccoglie 22 contributi di 49 esperti internazionali
articolati attorno a queste otto grandi tematiche: origini e costruzione
della dieta mediterranea; alimentazione e dinamiche socioculturali; ambiente
e biodiversità; responsabilità sociale degli attori; produttori e
distributori nel comparto alimentare; diritto e commercio; salute e
sicurezza alimentare; politiche e interventi pubblici. Al pari delle
precedenti edizioni, il volume MediTerra suggerisce delle chiavi di lettura
e offre degli elementi di analisi destinati al grande pubblico e alla platea
di attori che operano nella regione mediterranea. Più in generale, Mediterra
cerca di collocare le questioni dell’agricoltura e dell’alimentazione alla
base del dibattito scientifico e politico sul Mediterraneo e di porre la
riflessione su questa area strategica al centro della discussione
riguardante la sicurezza alimentare e lo sviluppo agricolo dl mondo.
dm1.jpgIl secondo volume, introdotto da Cosimo Lacirignola, segretario
generale del Ciheam e direttore della sede italiana, e curato da Roberto
Capone e Stefania Lapedota, ha per titolo “Dieta Mediterranea – Modello di
alimentazione sostenibile”. Descrive come la Dieta Mediterranea sia una
risorsa culturale per lo sviluppo sostenibile del Mediterraneo, una parte
integrante del patrimonio sociale, storico, economico, artistico e
paesaggistico dei popoli della Regione. Essa rappresenta uno stile di vita
importante, sia come patrimonio comune a tutta l’area, sia quale espressione
delle singole comunità che la compongono. Racconta anche come questo modello
di alimentazione, grazie alla varietà di prodotti ed alla possibilità di
abbinare un’infinità di sapori che incontrano il gusto di milioni di
consumatori, non sia solo un modo di cibarsi, ma l’espressione di un intero
sistema culturale improntato alla salubrità, alla qualità degli alimenti ed
alla specificità territoriale. Un modo di nutrirsi apprezzato in gran parte
del mondo e che va assolutamente salvaguardato.
Inoltre, a chiarire una volta per tutte il reale iter che ha portato
all’importantissimo riconoscimento UNESCO della Dieta Mediterranea quale
“Patrimonio immateriale dell’umanità”, viste le tante versioni circolanti,
in quest’ultimo volume vi si trova anche la documentazione del supporto
fornito dal CIHEAM per l’ottenimento del prestigioso risultato e
l’importante contributo dato alla redazione del dossier di candidatura ed
alle azioni di “salvaguardia” di tale patrimonio avviate a seguito di tale
riconoscimento e che sono in continua evoluzione.
Conferenze e seminari internazionali, creazione di network di esperti
nazionali ed internazionali, pubblicazioni su riviste scientifiche, riunioni
dei Ministri dell’Agricoltura dei Paesi membri del CIHEAM (Atene 2001,
Saragozza 2008, Istanbul 2010, Malta 2012) rappresentano gli strumenti
utilizzati dal Centro per difendere questo stile di vita mediterraneo dal
pericolo di “erosione” in atto che è il vero motivo per cui esso è stato
riconosciuto patrimonio intangibile dell’umanità dall’UNESCO che, lo
ricordiamo, rappresenta l’Organizzazione delle Nazioni Unite per la cultura
e l’educazione.