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TAURIANOVA (RC), DOMENICA 19 GENNAIO 2025

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Ragazza accoltellata a Bianco, la barbarie dell’uomo E' l'ennesimo fallimento della cultura contro la violenza sulle donne

Ragazza accoltellata a Bianco, la barbarie dell’uomo E' l'ennesimo fallimento della cultura contro la violenza sulle donne
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Siamo alle solite, ritrovarsi a scrivere dell’ennesima violenza sulle donne. E stavolta ci tocca da vicino perché il fatto è accaduto in casa nostra. Una giovane ragazza accoltellata dal suo fidanzato e ridotta in fin di vita, sta lottando tra la vita e la morte in un letto dell’ospedale di Locri. Molto presumibilmente, tra le ipotesi vagliate, lei voleva interrompere la relazione come succede spesso, e lui, la bestia con il nome di uomo, non ha accettato la scelta e come per psicosi patologica utilizza la violenza perché oramai la povera ragazza è una “cosa” di sua proprietà.

La cultura della sopraffazione e della violenza prevale sulla cultura della libertà e del rispetto, ed è un concetto atavico che oramai si sta ripetendo troppe volte. E mentre nei social viene pubblicata una raccolta di firme per il sostegno ai centri di antiviolenza in Calabria per indirizzare tale petizione al governatore Oliverio, ecco che le agenzia di stampa battono la notizia di una vicenda drammatica che colpisce al cuore di chi pensa che la libertà è un concetto sacro ed imprescindibile. Quello di una donna di scegliere come gestire la propria vita anche indipendentemente da un uomo che non vuole più nel suo cammino.

Un famoso psichiatra scozzese, Laing, affermava che “Stiamo effettivamente distruggendo noi stessi per mezzo di una violenza mascherata da amore”, e ciò induce a riflettere su una questione seria che al di là di convegni tra criminologi, psicologi e altre figure, tra cavolate varie spacciate per prevenzione non hanno dato alcun esito positivo. Così come le giornate di memoria dedicate a fenomeni che sembrano più slogan da bar o peggio, spot pubblicitari per mera parvenza mediatica. Le azioni decisive sono quelle delle pene esemplari, quelle della certezza della pena e dell’esempio di questa certezza che uno Stato di diritto dovrebbe consegnare e far rispettare.

In questi istanti, mentre scrivo, leggo dichiarazioni scontate, banali e colme di retorica e luoghi comuni. Come “azioni mirate tra i giovani” o “impartire lezioni culturali nelle scuole” ed altro ancora. Quello che ancora non si è capito è che la violenza è un concetto culturale che vige nella mentalità di ognuno di noi e non c’è prevenzione che tiene finchè non ci saranno esempi severi di punibilità e di certezza della pena in galera. Ed è proprio da lì che occorre ripartire con la (ri)educazione! Perché molti casi di violenza simili dove ci è scappato pure il morto, gli assassini, queste bestie sono ritornate tranquillamente in libertà dopo pochissimo tempo, ecco, iniziamo da questi particolari che non sono di poco conto, anzi direi, fondamentali.

Un’altra cosa che occorre far capire, e non solo ai giovani, ma anche e soprattutto agli adulti che l’amore con la violenza non c’entra nulla. I pugni, gli schiaffi, le botte e le coltellate non sono amore perché un uomo che è capace di simili gesti non ama le donne. E rivolto a tutte le donne: non illudetevi di cambiare un uomo che picchia, perché un uomo che picchia anche solo una volta, picchierà sempre. L’unica soluzione da fare è semplicemente, mandarlo a cagare e denunciarlo immediatamente sin dai primi vagiti di bestia!