Rapina aggravata al Pronto Soccorso di Polistena, assolto Rocco Zungri per non avere commesso il fatto Era stata richiesta la condanna a 9 anni di reclusione
All’esito di una complessa attività istruttoria il Tribunale di Palmi, in composizione collegiale, in accoglimento delle richieste dell’avvocato Giuseppe Alvaro, ha emesso sentenza di assoluzione nei confronti di Rocco Zungri, 41 anni, di Laureana di Borrello, imputato del reato di rapina pluriaggravata commessa all’interno di una delle sale del Pronto Soccorso dell’Ospedale di Polistena il 13 febbraio 2019 ai danni di un’anziana donna ricoverata presso la struttura sanitaria per gravi problemi cardiaci.
La pubblica accusa aveva invece richiesto la condanna dell’imputato alla pena di nove anni di reclusione.
Per effetto della sentenza di assoluzione, pronunciata con la formula per non avere commesso il fatto, è stata quindi disposta l’immediata liberazione dell’imputato, che si trovava sottoposto a misura cautelare detentiva da settembre del 2019.
Rocco Zungri era stato tratto in arresto con l’accusa di aver sottratto, mediante violenza esercitata sul volto, sulle braccia e sulle mani dell’anziana vittima, la fede nuziale che la stessa portava all’anulare sinistro. Secondo la contestazione Zungri, che si trovava nei locali del Pronto Soccorso di Polistena per problemi di salute, approfittando della momentanea assenza del personale sanitario, impegnato a soccorrere una paziente in gravi condizioni, si era avvicinato alla donna, che era distesa su una lettiga nella sala dedicata ai pazienti con codice rosso, e le avrebbe sfilato l’anello con violenza tale da provocarle lacerazioni alla pelle del viso e vistose ferite alle braccia. Sul posto erano intervenuti immediatamente i Carabinieri della Stazione di Polistena, in presenza dei quali la persona offesa, dopo aver fornito una descrizione dell’autore del reato, senza esitazione riconosceva nella persona di Rocco Zungri il soggetto che l’aveva rapinata. A riscontro delle dichiarazioni dell’anziana l’accusa evidenziava che dagli atti di indagine risultava che l’unico soggetto estraneo al personale medico che aveva fatto accesso nella sala medica dove era ricoverata la persona offesa, nell’arco temporale in cui si era verificata la rapina, era stato Rocco Zungri.
Secondo la tesi difensiva, invece, le immagini del sistema di videosorveglianza della struttura ospedaliera, riprodotte in udienza durante il dibattimento, documentavano che erano entrati nelle sale mediche anche altri soggetti e che l’imputato aveva fatto ingresso e si era trattenuto nell’area riservata per meno di tre minuti. In tale frangente temporale, incompatibile con la dinamica del fatto, gli era stata anche praticata un’iniezione intramuscolo da un infermiere del pronto soccorso, il quale non aveva notato alcuna anomalia nel comportamento di Zungri né dell’anziana ricoverata in quella sala. L’avvocato Giuseppe Alvaro ha, inoltre, prodotto documentazione fotografica che dimostrava la non coincidenza della descrizione approntata dalla persona offesa con le caratteristiche fisiche del suo assistito, ed i risultati dei prelievi di DNA eseguiti nell’immediatezza dei fatti mediante tampone subungueale sulla persona dell’imputato, dai quali non erano emerse tracce genetiche riconducibili alla vittima del reato.
Il Tribunale Collegiale, dopo un’approfondita istruttoria, nel corso della quale ha disposto che la prima escussione dei principali testi d’accusa fosse ripetuta simultaneamente alla proiezione dei filmati in aula, ha condiviso la tesi difensiva e ha assolto Rocco Zungri per non avere commesso il fatto.